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Altro esempio di gioventù moderna.

Inutile attendersi ripensamenti da chi non pensa.​

Hanno preso un piccolo animale innocente, inerme, che si fidava, l​

o hanno scaraventato in un burrone mentre ridevano, filmavano.​

E adesso, rabbiosi, minacciano:​

se lo fanno, è perché possono farlo e lo sanno.​

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Entriamo in altro settore, dove - chissà come mai - emerge sempre un merdeur.

L'ingresso di Iliad nel mercato italiano ha costretto tutto il settore a correre ai ripari per frenare l'emorragia di clienti.

Col risultato che le tariffe sono crollate a meno della metà per gli operatori minori (i più aggressivi)
e a circa un decimo di quelle dei brand principali (rilevazioni Agcom e Asstel).

In altre parole, assistiamo al paradosso che Levi (iliad)
protesta contro gli operatori già presenti sul mercato
perché hanno reagito non con un abbassamento generalizzato dei prezzi per fronteggiare la concorrenza di Iliad,
ma piuttosto con offerte selettive, mirate ai clienti persi allo scopo di convincerli a tornare.


Si resta basiti.

Che altro avrebbero dovuto fare?

Regalare al signor Xavier Niel,
che ha fondato Iliad anche grazie ai proventi del business della pornografia, il loro portafoglio clienti?

E pensare che la politica italiana aveva salutato con favore i primi passi di Iliad in Italia,
apprezzandone il contributo alla riduzione dei prezzi con vantaggio per i consumatori.

Addirittura, lo scorso anno un paio di parlamentari si erano convinti
che fosse opportuno incoraggiare l'ultimo arrivato
vietando le offerte rivolte agli ex clienti per convincerli a tornare indietro.


Poi è stato spiegato loro che avallando tale provvedimento
avrebbero contribuito a indebolire ulteriormente i conti di società come Wind Tre o Vodafone
che pagano ben 13.000 stipendi, o alla stessa Tim che ha già i suoi bei grattacapi,
a favore di chi gioca la stessa partita con meno di 1.000 dipendenti.
 
Ciò che avvilisce
è che gran parte dei signori che siedono a Montecitorio pensano - e ciò dà il segno della loro cifra -
che «una società che va bene con prezzi bassi è una società efficiente».


Sciocchezza sesquipedale: i prezzi non devono essere bassi, i prezzi devono essere giusti.

Solo così la società può continuare a investire per rendere il servizio sempre migliore.

È forse efficiente Iliad Italia che dal 2018 presenta bilanci in perdita?
Nel 2023 il rosso è addirittura cresciuto a 248 milioni.
Sarà anche una start up, ma che dopo cinque anni dalla partenza
non sia ancora in grado di cominciare a ripagare gli investimenti effettuati,
la dice lunga sulla mission di Iliad.


Però sbaglierebbe chi pensa che Xavier Niel abbia fatto tutto da solo,
che sia responsabile primo della débâcle delle tlc italiane.

Mai sarebbe arrivato in Italia
se chi ha guidato per cinque anni l'Antitrust Ue,
la radicale di sinistra Margrethe Vestager,
non avesse imposto, con un diktat dissennato,
la presenza in ciascuno Stato membro di almeno quattro operatori mobili

(tranne in Germania, dove curiosamente sono tre).


Quando nel 2016 Wind e Tre decisero di fondersi ritenendo che fosse difficile
tenere i conti in equilibrio con quattro concorrenti sul mercato,
Vestager impose che il numero degli operatori in Italia tornasse subito a quattro:
et voilà monsieur Xavier Niel con la sua Iliad.


Inoltre, per non fargli mancare un caloroso benvenuto,
l'Agcom si assicurò che non subisse ostacoli da parte degli incumbent.

E sicuramente il mandato è stato assolto con efficacia,
visto che oggi Iliad Italia vanta una quota di mercato che è il triplo di Fastweb
e poco sotto quella di Vodafone.

Insomma, in men che non si dica il Calimero francese
si è posizionato al fianco dei grandi operatori costringendoli a diete dannosissime per tutti.
 
Giusta la domanda:

ma se continua a operare in perdita,


perché Iliad Italia insiste nella sua pratica aggressiva?

Qual è la sua strategia?



Lo spiega con precisione il sito francese bmftv.com:

«Xavier Niel y applique exactement la même stratégie qu'en France.
Après avoir cassé les prix et pris 13% de parts de marché,
il rêve de grossir en mariant Iliad Italia à un concurrent».

E infatti quando sono venuti al pettine i nodi nel settore,
con l'evidenza dei problemi di Tim e poi quelli di Vodafone,
il gruppo francese si è fatto avanti per ben due volte con offerte ostili (respinte)
per l'acquisto della filiale italiana del gruppo inglese.



È ora che l'Agcom faccia due più due:
se l'ultimo arrivato opera in perdita,
con prezzi talmente bassi da mettere in crisi gli altri operatori,
e attraverso questa strategia poi si offre di comprare il secondo degli incumbent, forse l'ipotesi di dumping finalizzato
a stravolgere i comportamenti razionali sul mercato
è qualcosa di più di un sospetto.




Di questo passo non ci stupiremmo se nel mirino di Xavier Niel finisse anche ServCo,
qualora non riuscisse la sfida lanciata dal ceo Pietro Labriola di riportare Tim ai vecchi fasti.


Non è forse in vendita il 24% che fa capo a Vivendi?

Sarebbe una buona base di partenza per assecondare la sua strategia.

Ma fino a quando potrà continuare a perdere denaro operando in dumping?


Una domanda che le autorità di vigilanza dovrebbero cominciare a porsi.
 
Poche persone sanno che la Margrethe Vestager
nel 2014 ha già dato un colpo da ko a banche
ma soprattutto ai risparmiatori (fallimento delle famose 4 banche) ;

nonostante le sue teorie siano state giudicate senza fondamento
dai due gradi di giudizio della magistratura europea
la signora continua ad occupare indegnamente la sua poltrona.


Come si può credere nell'Europa?

Hanno ragione allora quelli che dicono che sia giusto che l'Europa sarà occupata e gestita dagli islamici.
 
Grazie ai governi di centro-sinistra, europainchinati,
sono anni che la Francia ha messo le mani sulle telecomunicazioni italiane,
per fini economici, strategici e di controllo.

Prima Vivendi con TIM,
ora Iliad Italia con la sua volontà di espansione tramite Vodafone Italia.

Sembra evidente che interesse primario della compagnia in Italia non siano tanto gli utili,
quanto un controllo sempre più pervasivo per "conto terzi" sul nostro Paese.

Molti "geni della Sinistra" hanno venduto l'Italia a pezzi e bocconi a interessi stranieri.
 
"ho letto il Suo articolo su Biden
(meglio, sul rimbambimento senile) con molto interesse,
anche perché mi sono sentito coinvolto, data la mia età di 88 primavere.

Vorrei far presente che non sempre questo fenomeno è dovuto all'età avanzata, anche perché conosco molti giovani che potrebbero farmi concorrenza.

Pur conservando ancora un minimo di lucidità,
ho potuto «ammirare» per due volte dei ragazzotti
che con una mano guidavano una motocicletta di discreta stazza
e con l'altra leggevano sul cellulare.

Di esempi simili ne ho ormai collezionati un'infinità.

Se questo viene giudicato soltanto come imprudenza,
significa che ho perso il significato delle parole.

Questo è niente perché, in occasione di una festa dell'Anpi a Bologna,
un ex presidente del Consiglio (e non dico poco) come Conte
ha affermato testualmente: «Nel 2026, a Bologna, c'è stato il delitto Matteotti».

Uno dei pochi Suoi colleghi che ha rivelato il fatto
ha scritto che l'unica parola giusta di tutta la frase era «Matteotti».

Conte, sfidando ancora di più il ridicolo,
ha risposto che era stato un suo lapsus.

Chiedo a Lei quale frase ha pronunciato Biden
perché possa essere paragonate a quella sopra citata.

Non Le chiedo anche cosa sarebbe successo se una frase del genere,
trascurata in massima parte dai media,
fosse stata pronunciata dalla Meloni oppure da Salvini.

Cordiali saluti."
 

IL COMMENTO | Dal suo yacht da 300 milioni di dollari alimentato da 4 motori diesel a combustione che consumano quantità enormi di carburante per ogni ora di navigazione, Mark Zuckerberg manda un grosso saluto a tutti i gretini beoti che si sentono migliori per aver spento i condizionatori, lasciato il tappo sulle bottiglie e si complicano la vita con le auto a pile.

Ma non solo, perché Mark Zuckerberg, noto per il suo attivismo sul cambiamento climatico, mostra il suo nuovo mega yacht da 300 milioni di dollari.

Il mega yacht da 287 piedi di Zuck è alimentato da quattro motori diesel MTU e può raggiungere una velocità massima di 24 nodi. Le élite americane ci ridono in faccia.
 
La grandeur va a remengo, con la basseur ......

Si è già ingolfata la macchina anti-Bardella della gauche francese.

Ieri, nel primo giorno di scuola per i neo deputati del Nuovo Fronte Popolare,
non c'è stata neppure una foto insieme fra le quattro anime «plurali».

Braccio sinistro alzato e pugno chiuso, si sono fatti immortalare sulle scale d'ingresso gli «Insoumis»,
la prole istituzionale di Mélenchon.

E gli altri, ognun per sé.

Quattro partiti in cerca di accordi per primeggiare dentro la coalizione
ed esprimere un profilo da premier per Matignon.

Caminetti, dunque.

Riunioni, dichiarazioni pubbliche, autocandidature.

È andato in scena il gran bazar della sinistra d'Oltralpe.
 

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