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26/08/2024 di Enzo Boldi

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Sta di fatto che, come abbiamo raccontato in un nostro precedente approfondimento, non è vero che l’arresto Pavel Durov sia avvenuto in Francia come “pena” per aver violato il Digital Service Act: la legge sui servizi digitali prevede solamente sanzioni nei confronti delle piattaforme che non applicano i paletti previsti e – soprattutto – Telegram non è neanche stata inserita tra le VLOP (Very Large Online Platform) che devono seguire (in Europa) i parametri più stringenti. Dunque, narrazioni fantasiose che vanno a toccare il nervo scoperto della “libertà di espressione”, concetto che non ha nulla a che vedere con questa vicenda.

Al netto dei contorni poco delineati, infatti, evidenziamo come l’arresto in Francia sia frutto di un’inchiesta che ha resto Pavel Durov ricercato nel Paese (di cui ha il passaporto, insieme a tanti altri Stati): le accuse sono quelle di omessa collaborazione con le forze dell’ordine in merito a ciò che viene continuamente pubblicato su Telegram dagli utenti. Parliamo di criptovalute (utilizzo a scopi illegali), truffe, traffico di armi, pedopornografia e altri contenuti pornografici (come il “revenge porn”). Dunque, la libertà d’espressione non c’entra nulla. Le autorità – anche quelle italiane durante le proteste “no vax”, con canali dedicati alla condivisione di minacce nei confronti dei politici (con tanto di pubblicazione dell’indirizzo di residenza dell’allora Presidente del Consiglio Mario Draghi) -, non hanno trovato in Telegram e nel suo fondatore una sponda feconda per mettere a freno le attività illecite che esistono e sussistono sulla piattaforma.

Torniamo, però, al punto iniziale: Pavel Durov è stato arrestato, ma si è consegnato alla polizia francese? Ci sono molti aspetti dubbi attorno a questa storia. Quel che si sa, infatti, è che il fondatore di VKontakte e Telegram si trovava, fino a qualche ora fa, in Azerbaijan. Nel Paese asiatico, in quelle stesse ore, era presente anche il Presidente russo Vladimir Putin. Piccolo fuori-onda: Telegram è una piattaforma molto usata in Russia e anche dai militari fin dall’invasione dell’Ucraina. Proprio da Baku era partito il volo – con il suo jet privato – in direzione Parigi-Le Bourget. Insomma, verso la bocca del leone.

Durov era a conoscenza dell’indagine in Francia e del fatto che fosse ricercato in quel Paese di cui ha il passaporto. E proprio il passaporto è una chiave importante di questa ricostruzione: essendo titolare di questo documento, il fondatore di Telegram non può essere estradato altrove. Dunque, più che un arresto questa storia sembra avere il sapore della consegna consapevole.



 
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By Jake Johnson , August 24, 2024
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Robert Kennedy jr. non ha menzionato il fatto che lui e Trump hanno in comune lo stesso megadonatore miliardario, un solitario erede di una fortuna della Gilded Age che finora ha versato oltre 165 milioni di dollari nella campagna per il 2024.

Timothy Mellon, nipote del plutocrate Andrew Mellon, ha versato decine di milioni di dollari nelle campagne elettorali sia di Trump che di Kennedy, rendendo il riservato miliardario il primo donatore individuale di entrambi.

In un'analisi delle donazioni di Mellon, OpenSecrets ha rilevato venerdì che il miliardario “ha versato 50 milioni di dollari al super PAC pro-Trump Make America Great Again, Inc.” a luglio, secondo i nuovi documenti della Commissione elettorale federale.

“Questo porta i suoi contributi totali al gruppo a 125 milioni di dollari in questo ciclo elettorale, compreso un assegno da 50 milioni di dollari che ha versato al super PAC il giorno dopo la condanna di Trump per 34 reati”, ha aggiunto OpenSecrets. “L'ultimo contributo di 50 milioni di dollari di Mellon rappresenta oltre il 90% di quanto MAGA, Inc. ha raccolto a luglio”.

Per quanto riguarda Kennedy, il suo PAC ibrido American Values 2024 ha ricevuto 25 milioni di dollari da Mellon all'inizio di quest'anno. OpenSecrets ha osservato che Kennedy è citato sulla copertina dell'autobiografia del miliardario, “elogiando Mellon come un ‘imprenditore anticonformista’ ”.

Robert Reich, ex segretario al Lavoro degli Stati Uniti, ha scritto venerdì che “non è una sorpresa” che Kennedy si sia ritirato dalla corsa per il 2024 e abbia appoggiato Trump.

“Lui e Trump condividono lo stesso donatore principale: il rampollo miliardario Timothy Mellon”, ha aggiunto Reich. “La campagna di RFK Jr. è sempre stata un elemento di disturbo al servizio del MAGA”.

Mellon è un membro di un potente gruppo noto come “angeli custodi”, un'etichetta “per i grandi donatori che forniscono il 40% o più dei fondi di un comitato e sono i maggiori contribuenti di un gruppo politico”, ha spiegato OpenSecrets.

La spesa dei super PAC e di altri gruppi esterni ha superato il miliardo di dollari in questo ciclo elettorale e il più grande spenditore è stato MAGA, Inc.
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By Jake Johnson , August 24, 2024
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Robert Kennedy jr. non ha menzionato il fatto che lui e Trump hanno in comune lo stesso megadonatore miliardario, un solitario erede di una fortuna della Gilded Age che finora ha versato oltre 165 milioni di dollari nella campagna per il 2024.

Timothy Mellon, nipote del plutocrate Andrew Mellon, ha versato decine di milioni di dollari nelle campagne elettorali sia di Trump che di Kennedy, rendendo il riservato miliardario il primo donatore individuale di entrambi.

In un'analisi delle donazioni di Mellon, OpenSecrets ha rilevato venerdì che il miliardario “ha versato 50 milioni di dollari al super PAC pro-Trump Make America Great Again, Inc.” a luglio, secondo i nuovi documenti della Commissione elettorale federale.

“Questo porta i suoi contributi totali al gruppo a 125 milioni di dollari in questo ciclo elettorale, compreso un assegno da 50 milioni di dollari che ha versato al super PAC il giorno dopo la condanna di Trump per 34 reati”, ha aggiunto OpenSecrets. “L'ultimo contributo di 50 milioni di dollari di Mellon rappresenta oltre il 90% di quanto MAGA, Inc. ha raccolto a luglio”.

Per quanto riguarda Kennedy, il suo PAC ibrido American Values 2024 ha ricevuto 25 milioni di dollari da Mellon all'inizio di quest'anno. OpenSecrets ha osservato che Kennedy è citato sulla copertina dell'autobiografia del miliardario, “elogiando Mellon come un ‘imprenditore anticonformista’ ”.

Robert Reich, ex segretario al Lavoro degli Stati Uniti, ha scritto venerdì che “non è una sorpresa” che Kennedy si sia ritirato dalla corsa per il 2024 e abbia appoggiato Trump.

“Lui e Trump condividono lo stesso donatore principale: il rampollo miliardario Timothy Mellon”, ha aggiunto Reich. “La campagna di RFK Jr. è sempre stata un elemento di disturbo al servizio del MAGA”.

Mellon è un membro di un potente gruppo noto come “angeli custodi”, un'etichetta “per i grandi donatori che forniscono il 40% o più dei fondi di un comitato e sono i maggiori contribuenti di un gruppo politico”, ha spiegato OpenSecrets.

La spesa dei super PAC e di altri gruppi esterni ha superato il miliardo di dollari in questo ciclo elettorale e il più grande spenditore è stato MAGA, Inc.
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Sicuramente le convinzioni politiche dipendono molto dagli interessi economici dei singoli donatori. Ho seguito le conferenza stampa del kennedy e a mio avviso alcune argomentazioni sono condivisibili. Ma sicuramente, se fossi un lavoratore della raython voterei democratico. Il mio posto di lavoro First
 
Quando sei alla canna del gas.
Quando non sai più che pesci pigliare.

Un sindaco Pd ha cancellato il concerto di Povia.

Ahahahahahahah ma "loro" sono per la libertà di pensiero ed espressione........."loro" però.
 
La sinistra dev'essere disperata se arriva a censurare Povia.

È vero: forse è esagerato definire Povia «cantante».

Ma anche «democratico» il Partito di Elly Schlein.

Comunque, alle porte di Torino,
città che ha sempre preposto i diritti degli Agnelli a quelli degli operai,
nel Comune di Nichelino
il sindaco del Pd tipo simpatico, che ha priorità differenti dalle nostre ma non è molesto
dopo aver firmato il contratto con Povia per un concerto alla festa patronale,
ha annullato tutto perché si è accorto che le posizioni dell'artista su omosessualità, aborto e vaccini sono «inaccettabili».

I fascisti, naturalmente, sono sempre gli altri.

La conoscenza dell'articolo 21 della Costituzione è come l'intelligenza di certi sindaci.
Accessoria.

Domanda:
ma perché nei concerti devo sorbirmi i pipponi di Elodie sul patriarcato,
le menate di Piero Pelù sul Ponte di Messina,
gli inni allo stupro dei rapper
e gli insulti di Fedez ai Carabinieri
ma non posso sentire Luca era gay dal vivo?



Il Pd ha questo di bello: accetta che chiunque abbia le sue idee («sue» intese del Partito).
 

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