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Rimango sempre sul pezzo.

Un ragazzo di 13 anni, la cui saggezza è inversamente proporzionale all'età,
in una scuola media di Verona si è rifiutato di salire la scala arcobaleno
inaugurata in occasione della Giornata contro l'omofobia.

Le conseguenze:

il ragazzo è stato obbligato a salirla,

ha preso una nota di classe,

il preside lo ha accusato di essere omofobo,

il ragazzo ha detto che lui è contro l'ideologia Lgbtq, non contro la comunità Lgbtq;

il padre del ragazzo ha denunciato la scuola («In Italia c'è libertà di pensiero, mio figlio non l'ha avuta»),

ne parlano i giornali.
 
Considerazioni.

Primo: ci viene in mente quel giocatore di football che rimase in piedi
mentre tutto lo stadio era in ginocchio per celebrare il Black Lives Matter; e l'eroe era lui, naturalmente.

Secondo: il ragazzo, anche se la cosa toccherebbe ai professori,
ci ha insegnato la differenza fra educazione e indottrinamento;
e a scuola dovrebbe entrare solo la prima.

Terzo: la sua capacità di prendere una posizione forte senza danneggiare nessuno è stata esemplare.

Quarto: il fatto ispira una serie di ossimori:
la violenza dei pacifisti;
l'antidemocrazia dei democratici;
il pensiero monocolore dell'arcobaleno;
l'inclusività che esclude.

E sì che l'ultimo gradino della scala dopo «rispetto», «tolleranza», «altruismo» - porta scritto «L'amore è amore».


Ma anche la libertà è libertà.


Infine la morale.

In un mondo di professorini c'è un ragazzino che ha molto da insegnare a tutti.
 
Anzichè parole banali, senza senso e scollegate tra loro,
su quella scala potevano scrivere :

"La cultura rende liberi. Leggete, studiate, imparate, siate curiosi".

Forse parole anche banali, sicuramente più sagge ed universalmente condivisibili.....
 

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