Val
Torniamo alla LIRA
In rerum natura
non esistono cuccioli con due madri o due padri,
per cui la riforma che si vorrebbe contrabbandare come segno di progresso civile
e finanche di diritto dei bambini, è in realtà una norma destinata a nascere intrinsecamente “iniqua”,
cioè contraria alle leggi di natura e all’etica.
Il bambino necessita di una figura materna e di una paterna,
e se viene a mancare una delle due, certamente subirà un trauma affettivo, ma non intellettivo,
mantenendo sempre ben chiara la distinzione dei ruoli e la differenza che la Natura ha assegnato ai due diversi generi.
Ponendolo viceversa innanzi a due madri, ne subirà una distorsione psicologica che potrà arrecargli solo danno:
il bambino non è un peluche o un animale da salotto,
atto ad appagare egoistici desideri di maternità
che non trovano riscontro nell’ordine naturale.
Parlare di un diritto del bambino ad avere due madri (e perché non due padri?),
è un oltraggio all’intelligenza, un’affermazione apodittica, un atto di estremo egoismo,
che degraderebbe il fanciullo da soggetto di diritto,
a oggetto di egoistico desiderio di una maternità “di complemento” al di fuori di ogni logica.
L’etica è da sempre un prius rispetto alla norma scritta,
che da essa non può prescindere se non al prezzo di tradire le aspettative del singolo individuo,
che sceglie di vivere associandosi con i suoi simili per realizzare più efficacemente-tramite la dimensione sociale
(quella dello Stato in particolare) i diritti naturali che gli appartengono sin dal suo primo respiro.
non esistono cuccioli con due madri o due padri,
per cui la riforma che si vorrebbe contrabbandare come segno di progresso civile
e finanche di diritto dei bambini, è in realtà una norma destinata a nascere intrinsecamente “iniqua”,
cioè contraria alle leggi di natura e all’etica.
Il bambino necessita di una figura materna e di una paterna,
e se viene a mancare una delle due, certamente subirà un trauma affettivo, ma non intellettivo,
mantenendo sempre ben chiara la distinzione dei ruoli e la differenza che la Natura ha assegnato ai due diversi generi.
Ponendolo viceversa innanzi a due madri, ne subirà una distorsione psicologica che potrà arrecargli solo danno:
il bambino non è un peluche o un animale da salotto,
atto ad appagare egoistici desideri di maternità
che non trovano riscontro nell’ordine naturale.
Parlare di un diritto del bambino ad avere due madri (e perché non due padri?),
è un oltraggio all’intelligenza, un’affermazione apodittica, un atto di estremo egoismo,
che degraderebbe il fanciullo da soggetto di diritto,
a oggetto di egoistico desiderio di una maternità “di complemento” al di fuori di ogni logica.
L’etica è da sempre un prius rispetto alla norma scritta,
che da essa non può prescindere se non al prezzo di tradire le aspettative del singolo individuo,
che sceglie di vivere associandosi con i suoi simili per realizzare più efficacemente-tramite la dimensione sociale
(quella dello Stato in particolare) i diritti naturali che gli appartengono sin dal suo primo respiro.