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Il governo ha soltanto inserito una sesta finalità: aiutare le comunità di recupero che si occupano di tossicodipendenze.

Fonti di governo etichettano la polemica come «assurda».

«Zuppi è un grande conoscitore di testi sacri, meno di questioni fiscali».

La quota, del resto, rimane invariata.


«Forse - specificano le stesse fonti - il vero motivo dell'irritazione
è che abbiamo aggiunto tra le finalità il contrasto alla tossicodipendenza.

Con un ragionamento contorto, qualcuno potrebbe dire che certi contribuenti
potrebbero essere tentati di non dare i soldi alla Cei visto che già lo Stato si occupa di quella questione».


E forse c'è anche un po' d'incredulità:

«Non capiamo l' irritazione per la finalità alla lotta alle tossicodipendenze, dovrebbero essere felici.
È comunque una finalità sociale e non tipo beni culturali.
Come se la Cei non gradisse un eventuale inserimento della voce contrasto alla povertà».
 
Forse forse la gente si chiede.

Perchè i soldi del mio stato devono servire a coprire i costi di interventi in altri stati ?
Da noi non c'è abbastanza povertà ?

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Poteva mancare lui ? Ma certo che no.
Eccone un altro che non ha ancora capito che farebbe meglio a rimanere consulente nei paesi arabi.
Sotto sotto - però - devo dire che è meglio così.........per il governo intendo....ahahahahahah

Matteo Renzi, leader di Italia Viva,
ha definito la decisione del governo un atto di arroganza verso le istituzioni e un segno di chiusura al dialogo.

Secondo Renzi, “togliere fondi alla Chiesa cattolica, in virtù del Concordato sottoscritto tra Stato e Santa Sede,
perché non si condividono alcune posizioni della Cei – per esempio su politiche migratorie – rappresenta un gesto grave e immotivato.”


Il senatore ha parlato di un colpo di testa da parte del governo, con un chiaro riferimento al duo Meloni-Mantovano.

Anche Enrico Borghi, esponente di Italia Viva, è intervenuto per condannare la modifica definendola «decisione dirigista e statalista».
Borghi ha detto che tale scelta tradisce il principio di libertà organizzativa e autonomia delle comunità religiose e dei corpi intermedi.

NEL 2019 L'HANNO VOTATA ANCHE LORO AHAHAHAHAH

La modifica, a suo avviso, sembra voler limitare la sussidiarietà
e il coinvolgimento di gruppi non statali nella gestione di risorse e interventi sociali.
Tali critiche rafforzano lo scontro politico intorno alla gestione dell’8 per mille,
che genera tensioni tra governo e varie forze politiche, così come tra istituzioni pubbliche e confessioni religiose.
 
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Vorrei farvi notare :

ACCANTONAMENTO FONDO OSCILLAZIONE TITOLI : 83.8 MILIONI DI EURO.

PER NON PARLARE DELLA GESTIONE RISCHI FINANZIARI : 10.8 MILIONI DI EURO.
 
Nessuno ve lo dice, ma sappiate che - anche se non scegliete - la Vs. quota
andrà SEMPRE a qualcuno, in proporzione alle quote destinate dagli altri.

Per il 2023, fra i 41,5 milioni di dichiaranti italiani totali,
ha espresso la propria preferenza meno della metà dei contribuenti, per precisione il 40,5%.

Le scelte a favore dello Stato, pur presentano un trend in crescita negli ultimi anni,
dal 16,59 per cento di scelte delle dichiarazioni 2018 al 24,62 per cento su redditi 2021,
hanno visto nel 2023 il 22,63% delle scelte a favore dello stato
con una dotazione del fondo che presentava un totale lordo di 330 milioni di euro.


La maggioranza degli Italiani continua a scegliere di sostenere la Chiesa cattolica
con 11,5 milioni di dichiarazioni a suo favore delle circa 17milioni che presentavano una scelta.

La restante parte che invece lascia la casella vuota,
effettuando di fatto una ‘non scelta ‘
nella realtà lascia decidere agli altri proprio in base al regolamento,
che ridistribuisce quanto non assegnato direttamente in maniera proporzionale
alla decisione del resto dei contribuenti.

In pratica, anche se solo tre persone su dieci scelgono chi finanziare con la propria tassa,
la quota delle altre sette persone viene comunque divisa in base alla preferenza degli altri, ampliando le dotazioni dei ‘preferiti’.



Allora perché non prendersi un po’ di tempo ed invece di non scegliere
selezionare una realtà che , a nostro avviso, presenti dei progetti validi per il nostro Paese
e per le comunità che ci vivono e operano?
 
Una delle tante vicende che tiene banco in questi giorni.
Questa non la sapevo.

“Per il nostro ordinamento l’età del consenso è fissata ai 14 anni - ha spiegato l’esperta - .

Per cui qualunque contatto erotizzato, fisico, ancorché consenziente,
da parte del soggetto di meno di 14 anni,
in questo caso parliamo di una ragazzina che all’epoca ne aveva 12,
anche se desiderato e ricambiato,
si profila comunque da parte dell’altra persona come violenza sessuale su minori.


Alessio all’inizio della relazione con Martina aveva 17 anni.

L’intervento dei genitori
sarebbe stato non solo opportuno ma anche obbligatorio e necessario

- ha aggiunto la psicoterapeuta -
come ogni occasione nella quale, come adulti,
veniamo a conoscenza di reati di qualunque tipo e in questo caso verso i minori”.
 

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