E per quest'altro tema, pensano ancora che il popolo sia "bue".
Nel suo editoriale di ieri, il quotidiano Repubblica ha parlato di «spreco della democrazia»,
criticando, tanto per essere originali, Giorgia Meloni.
La presidente del Consiglio ha detto che domenica, per il referendum, si recherà alle urne, ma non ritirerà le schede
e il quotidiano progressista l’ha accusata di «inscenare un balletto per cercare una foto», come se ne avesse bisogno.
In realtà, la leader di Fdi
è contraria ai cinque quesiti proposti da Cgil e mezzo Pd e sa, come chiunque in Italia,
che il solo modo per dire davvero di no è astenersi,
così che i votanti non raggiungano il quorum del 50% più uno degli aventi diritto e la consultazione sia annullata.
È una posizione che nel passato la sinistra ha avuto più volte.
L’ultima, tre anni fa,
quando proprio Repubblica pubblicò un editoriale
che esortava a votare No ai referendum proposti da Lega e Radicali sulla giustizia
oppure a disertare le urne, affermando che entrambe le scelte erano «legittime».
Non solo,
l’articolo sosteneva che l’invito all’astensione
è un modo per «preservare l’istituto referendario,
evitando di utilizzarlo per fini propagandistici e politici».
Fa specie rileggere queste riflessioni,
perché è proprio a fini politici
che i dem e i loro corifei vogliono usare il referendum di domenica.