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ecco il targeting al lavoro
con la tv non li prendi

Roma, 2 ago. (askanews) – “Siamo stati noi a istituire il Ministero per gli italiani nel mondo, abbiamo consentito loro di votare per eleggere i loro rappresentanti nel Parlamento italiano. Anche a queste elezioni politiche potete votare, già nei prossimi giorni, la lista unitaria del centro destra che porta i nomi mio, di Giorgia Meloni, di Matteo Salvini”. Lo scrive sui social Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia, in un messaggio per “i 6 milioni di italiani che vivono all’estero”.
 
e sti qua pensano alle votazioni

Se il prezzo del gas resta quello attuale, 200 euro e più a megawattora (più del doppio dei prezzi, già molto elevati, registrati nei mesi precedenti e dieci volte quelli medi degli ultimi cinque anni), a ottobre le bollette aumenteranno del 100%. E anche se il governo confermerà gli interventi per calmierare le bollette si prevedono «variazioni mai verificatesi dei costi», «difficilmente sostenibili per tutti i consumatori, non solo domestici, con potenziali ripercussioni sulla tenuta dell'intera filiera».
 
e sti qua pensano alle votazioni

Se il prezzo del gas resta quello attuale, 200 euro e più a megawattora (più del doppio dei prezzi, già molto elevati, registrati nei mesi precedenti e dieci volte quelli medi degli ultimi cinque anni), a ottobre le bollette aumenteranno del 100%. E anche se il governo confermerà gli interventi per calmierare le bollette si prevedono «variazioni mai verificatesi dei costi», «difficilmente sostenibili per tutti i consumatori, non solo domestici, con potenziali ripercussioni sulla tenuta dell'intera filiera».
posso immaginare la reazione provincial-populista dei pesciaroli vari .... , fuori dall'europa, fuori dalla nato, torniamo alla lira (cosa per altro impossibile), spread a 10000 praticamente il medioevo.
 
Ore 13:59 - Elezioni, a Pd 70% candidati, Azione/+Eu 30%

La totalità dei candidati nei collegi uninominali della coalizione verrà suddivisa tra Democratici e Progressisti e Azione/+Europa nella misura del 70% (Partito Democratico) e 30% (+Europa/Azione), scomputando dal totale dei collegi quelli che verranno attribuiti alle altre liste dell'alleanza elettorale. Questo rapporto verrà applicato alle diverse fasce di collegi che verranno indentificati di comune intesa.Le parti si impegnano a chiedere che il tempo di parola attribuito alla coalizione nelle trasmissioni televisive sia ripartito nelle stesse percentuali applicate ai collegi. Lo si legge nel testo dell'accordo sottoscritto oggi.
 
Ultima modifica:
Ore 14:01 - Pd-Azione: «Rivedere Reddito di cittadinanza e superbonus. Ok ius scholae»

«Per quanto riguarda le riforme da completare e/o emendare dopo l'interruzione traumatica del governo, Pd e Azione/+Europa concordano sulla necessità di realizzare integralmente il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel rispetto del cronoprogramma convenuto con l'Unione europea». Così nel patto siglato tra Pd e Azione, dopo l'incontro tra Enrico Letta, Carlo Calenda e Benedetto Della Vedova. Occorre «improntare le politiche di bilancio alla responsabilità e le politiche fiscali alla progressività, promuovendo al contempo una riforma del Patto di Stabilità e Crescita dell'Unione Europea che non segni un ritorno alla stagione dell'austerità». È necessario - sottolineano Pd e Azione - «non aumentare il carico fiscale complessivo» e correggere «lo strumento del Reddito di Cittadinanza e il `Bonus 110%´ in linea con gli intendimenti tracciati dal governo Draghi». Infine «dare assoluta priorità all'approvazione delle leggi in materia di Diritti civili e Ius scholae».
 
Ore 14:04 - Letta: «Accordo necessario per essere vincenti contro la destra»

(Alessandra Arachi) Letta: «abbiamo siglato intesa molto importante all’interno di un accordo molto più largo, necessario per essere vincenti contro la destra. Era nostro dovere superare ostacoli tra di noi per proporre a italiani insieme ad altri partner con cui faremo accordi elettorali».

«Abbiamo dimostrato tutto grande senso di responsabilità per l’Italia è impossibile che l’Italia passii nelle mani di giorgia meloni e la destra. Più difficile tra di noi trovare intesa che centro destra: li due parti hanno firmato resa a Meloni», spiega Letta durante la conferenza stampa congiunta con Calenda e Della Vedova.


Ore 14:12 - Calenda: «Siamo totalmente soddisfatti del testo che abbiamo sottoscritto

(Alessandra Arachi) Calenda: «Noi siamo totalmente soddisfatti del testo che abbiamo sottoscritto: perfettamente enunciata l’agenda draghi. Non devono essere due partiti che dicono chissenefrega dei contenuti. Oggi si riapre totalmente la partita. Non credo per un secondo che gli italiani si lascino sopraffare dalla destra. È una questione di dignità, al di là dei temo economici. Siamo solidi siamo compatti andiamo a vincere queste elezioni: da oggi ogni tipo di discussione non c’è più il pre partita ma la partita. Che vinceremo».
 
Ora non ci sono scuse, gli italiani vincono o almeno limitano la botta, se metteranno la coalizione di csx al governo perdono se ci mettono la meloni, e questo vale per tutti (elettori dell'una e altra parte, gli uni consapevoli e responsabili, gli altri no)
 
A che punto siamo?

Alla settimana enigmistica, ad un quiz?

Come spiegare che potrei essere europeista, mantenendo il mio giudizio libero nei confronti delle decisioni europee
ed essere atlantista, conservando la mia opinione nei confronti delle decisioni atlantiste?

Si cerca un’identità crocifissa, statica, senza la minima critica interna.

Davvero: che significa essere europeisti? Niente e tutto.

Accettare qualsiasi decisione europea non è minimamente concepibile come per qualsiasi altra scelta.

Stessa cosa vale per l’atlantismo.



Anche nelle più spietate religioni, o meglio, soltanto nelle più fanatiche religioni
vi è un’asserzione coattiva quale si esige attualmente. È un rituale.

Sono europeista, atlantista; tu non sei europeista, atlantista.
Sei sovranista. Non sono sovranista.
Sei filorusso. Non sono filorusso.

Un “Putin-ferio” incredibile quel che sta accadendo sul piano della logica.



Concretamente: armare l’Ucraina è il modo efficace per vincere contro la Russia?


Bloccare i commerci della Russia e della Cina, con la Russia e con la Cina,
da parte dell’Europa rischia di danneggiare più noi che la Russia e la Cina?

O quando pure danneggiasse Russia e Cina, che ne sortirebbe per noi?


Si può discutere?

Si dice: la libertà critica è vietata o vietabile, in quanto può favorire il “nemico”.

Ma non si tiene conto dell’antitesi: non discutendo si possono vietare buone ragioni.

Al dunque: difendere l’Occidente non esime dal discutere sui suoi possibili errori,
che magari apparirebbero se si concedesse alla libertà la libera manifestazione,
invece di essere dannata immediatamente come inficiata dal “nemico”.


Una parte dell’opinione pubblica ama la Russia, gli europei la “sentono” europea.


La “simpatia”, viene da cause extrapolitiche.
 
Ahahahahah poverini. Arrivare alla fine così depressi.



Le baruffe ci sono, le beghe anche.

A Casa Calenda non ci si annoia mai.

Un po’ situation comedy pane e cicoria,
un po’ neorealismo dei giorni nostri,
con una politica che detta l’agenda a colpi di tweet, hashtag e qualche video estemporaneo.

Ad animare la festa è il Terzo polo, figura mitologica che al momento è un po’ come la sora Camilla:

tutti la vogliono “ma nessuno la piglia.

Ad aggiungere peperoncino – poco piccante, per la verità –
è lo scambio epistolare 2.0 tra il leader di Azione
e il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta,
contendenti in un “duello” rusticano dal titolo “Per un pugno di voti”.

Uno spaghetti-western dei giorni nostri. Più spaghetti che western.


Calenda, da bravo zizzaniaman, intende mantenere il boccino in mano.

Il Pd? Non è proprio entusiasta del tira e molla.

Il segretario dem chiama il giro, come a poker:
prima di tutto è necessario convincere coloro che intendono far parte dell’alleanza.
Guai a mettere veti però il tempo passa. E poi vade retro Terzo polo, sennò vincono le destre.


Il senatore del Partito Democratico, Luigi Zanda, già che c’è intende dire la sua, tanto parla chiunque.
E allora ci tiene a sottolineare d’essere stufo di svegliarsi ogni giorno con un ultimatum di Calenda, a cui rinfresca la memoria:

è parlamentare europeo “eletto nelle liste del Pd e con i voti del Pd. Io penso che dovrebbe ricordarsene”.

“Se Calenda vuole andare da solo, perderà molti collegi.
Nelle ultime tornate amministrative era già visibile una tendenza alla polarizzazione
e noi vedremo sia FdI che il Pd ottenere un risultato molto buono, tra il 25 per cento e il 30 per cento.
Mentre nessuno degli altri partiti può dirsi certo del proprio successo”.


Infine, visto che il pettegolezzo è roba pura in un condominio che si rispetti, ecco il retroscena: un accordo tra Letta e Calenda c’è.

Ma domani, anzi oggi, è un altro giorno.

Tanto che, dopo un lungo peregrinare, arriva l’intesa tra Pd, Azione e +Europa.

Secondo quanto stabilito, il totale dei candidati nei collegi uninominali della coalizione sarà suddiviso così:

70 per cento Partito Democratico e

30 per cento +Europa/Azione,

scomputando dal complessivo dei collegi tutti quelli che saranno attribuito alle liste dell’alleanza di centrosinistra.

Letta, pertanto, tira un sospiro di sollievo.

E in conferenza stampa alla Camera ammette:

(poverino non sa dire altro, nonostante la verità sia ben diversa)

“Un momento per annunciare che a seguito di un incontro con delegazioni dei due partiti abbiamo siglato una intesa,
che riteniamo molto importante, un patto elettorale, all’interno di un accordo più largo con altre componenti
a nostro avviso fondamentali per essere vincenti nei confronti della destra.
Non è immaginabile che il Paese dopo Mario Draghi passi al Governo delle destre o guidato da Giorgia Meloni.
Dopo Draghi l’Italia ha bisogno di una esperienza di Governo che porti avanti programmi che hanno avuto grande successo”.


Matteo Renzi
, a Rtl, dal suo osservatorio tira dritto:

“Siamo gli unici talmente liberi e coraggiosi che andiamo anche da soli a fare il terzo polo…
non voglio pretendere di decidere le cose degli altri. Preferisco stare sui contenuti.
Ma il punto vero è che ciascuno fa i suoi conti.

Da una parte c’è la necessità di raccontare un progetto credibile ai cittadini

e dall’altra dire se stiamo insieme sono più tranquillo, perché so quanti seggi scattano”.


Alla prossima puntata
.
 
Ops......

L'ape Di Maio resta fuori dall'alveare.

Ovvero dal prossimo Parlamento.

E' questo il primo, chiaro, clamoroso, effetto dell'accordo elettorale tra Enrico Letta e Carlo Calenda.


Al punto due del patto tra Pd e Azione si legge testuale:

"Nei collegi uninominali non saranno candidati i leader delle forze politiche che costituiranno l’alleanza,

gli ex parlamentari del M5S (usciti nell’ultima legislatura),

gli ex parlamentari di Forza Italia (usciti nell’ultima legislatura)".



Ciò significa che il ministro degli Esteri,
neo-democristiano sposo di Bruno Tabacci,
ex grillino,
ex Insieme per il Futuro (durato un mese) e
fondatore di Impegno Civico,
dovrà superare con il simbolo la soglia del 3% per tornare alla Camera

(al Senato è impossibile viste le soglie di sbarramento).

La regola vale anche per Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, ministre ex azzurre,
ma loro, in Azione, il 3% lo supereranno quasi certamente senza problemi
(il partito di Calenda viene dato attorno al 5%).


L'ape Di Maio con il suo Impegno Civico che tanto ricorda la sfortunata Scelta Civica di Mario Monti
deve sperare in un miracolo per superare la soglia del 3% e sperava proprio in un collegio blindato
che, pare, Letta gli avesse promesso.



Peccato che l'accordo con Calenda sia più importante.

E così l'ape Di Maio è stato abbandonato al suo destino.


Si cerchi in voti con la sua lista personale e niente seggio sicuro.


A meno che Gigino 'a cartelletta' non trovi un posto nelle liste proporzionali del Pd.

Ma che senso avrebbe che il leader di una nuova formazione politica

che porta il suo nome nel simbolo non si candidi con il suo micro-partitino per un posto sicuro in mamma Pd?
 

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