Val
Torniamo alla LIRA
Per tornare ai tempi nostri, ha fatto discutere una decisione della Corte d’Appello di Torino.
Anche in questo caso, i giudici hanno posto l’accento sul contesto e sulla cultura di appartenenza.
E così, nel luglio 2024, una coppia di origine romena proveniente da un campo nomadi (lui di 54 e lei di 44 anni)
è stata assolta dall’accusa di maltrattamenti nei confronti delle tre figlie.
In sostanza, un paio di sculacciate e qualche ceffone non sono reato a patto che, come in questo caso,
il “contesto” e le esperienze di vita spingano a credere che siano “l’unico strumento disponibile
per garantire ordine e disciplina in famiglia”.
Accettata la tesi della difesa, secondo cui è “l’abituale contesto violento” dei campi rom.
Anche qui sembra valere il principio che siccome i rom non conoscono altri metodi educativi
allora non ci sono margini di punibilità.
Anche in questo caso, i giudici hanno posto l’accento sul contesto e sulla cultura di appartenenza.
E così, nel luglio 2024, una coppia di origine romena proveniente da un campo nomadi (lui di 54 e lei di 44 anni)
è stata assolta dall’accusa di maltrattamenti nei confronti delle tre figlie.
In sostanza, un paio di sculacciate e qualche ceffone non sono reato a patto che, come in questo caso,
il “contesto” e le esperienze di vita spingano a credere che siano “l’unico strumento disponibile
per garantire ordine e disciplina in famiglia”.
Accettata la tesi della difesa, secondo cui è “l’abituale contesto violento” dei campi rom.
Anche qui sembra valere il principio che siccome i rom non conoscono altri metodi educativi
allora non ci sono margini di punibilità.