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Pidioti si nasce e pidioti si diventa, pure.
Ed un esempio classico lo potremo vedere nel - forse - prossimo segretario pidiota.



Ebbene sì, non c’è nulla da fare: i vecchi comunisti rimangono sempre e comunque comunisti.

Lo abbiamo visto in passato, col tentativo di molti politici di trasmigrare dal vecchio Pc al nuovo Pd
e farsi una nuova vita (anche se il mindset rimaneva sempre lo stesso),
ne abbiamo avuto l’ennesima conferma con la vicenda Cospito.

La sinistra istituzionale, universitaria, culturale rimane ancora al mito sessantottino,
all’ideologia rossa secondo cui “uccidere un fascista non è reato”, quella delle occupazioni di scuole e atenei.



L’ultimo caso lampante lo abbiamo avuto a Quarta Repubblica.
Daniele Capezzone si è dovuto imbattere in un professore, uno di quelli rossi duri e puri.
Sulla vicenda Cospito, l’ex parlamentare ha confessato di aver avuto l’idea di come certa sinistra abbia voluto
presentare l’anarchico come fosse Gandhi“.

Insomma, ci sarebbe un enorme doppiopesismo politico,
che non avrebbe trovato stessa applicazione se, per esempio,
ci fosse stato un terrorista di estrema destra al regime del 41-bis.


Un doppiopesismo non solo culturale, ma che molte volte si è tradotto in minaccia, intimidazione e violenza.

Nel corso della trasmissione, Capezzone ha dato lettura di un messaggio inviatogli da un universitario di 20 anni,
appartenente ad associazioni vicine a FdI e che fanno militanza politica all’Università La Sapienza.

Il contenuto è gelante:

“Ho avuto già troppi problemi ed i miei cari non stanno tranquilli.
Vorrei concludere gli studi presto e senza correre rischi“.


Subito l’allucinante risposta del professore di sinistra: “Ora i fascisti sono le vittime”,
alludendo al fatto che un giovane impegnato a destra sia automaticamente fascista.

E ancora: “Stiamo facendo un rovesciamento”.



“Ah, rovesciamento? Ma come rovesciamento professore? Ma costa sta dicendo! Lei è rovesciato nella testa!“.

E scoppia il caos in studio.

Pochi minuti prima, è stato lo stesso insegnante a sostenere che Aldo Moro fu “ucciso dalla fermezza”,
al che è dovuto intervenire Daniele Capezzone, ricordando come gli autori di quel ferrato omicidio
furono i terroristi delle Brigate Rosse.


Ma si sa, una fetta della sinistra – da sempre – cerca di attenuare le violenze compiute dai kompagni.

Non si parlerà mai di terroristi: sono solo “kompagni che sbagliano”.
 
Ahahahahahahahahahahah

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Ma i “PADRONI” non sono quelli della nota casa automobilistica olandese FIAT????

I paladini dell’imprenditoria????

I príncipi della legalità sportiva?



COLORO CHE PAGANO TASSE IN OLANDA ?

Ribellatevi coglioni di @repubblica ! SERVI
 
OCCHIO

Prima è stata la volta del pane, poi dei cracker, infine degli spaghetti.

Piano piano, la rivoluzione imposta dall’Unione Europea sta prendendo forma anche sulle nostre tavole,
con prodotti storici del made in Italy gradualmente sostituiti dai “cibi del futuro”.

Ovvero, gli insetti.

Il nostro Paese inizia ad adeguarsi all’ennesimo diktat di Bruxelles, c
on prodotti che iniziano a fare capolino sugli scaffali dei supermercati e in negozi specifici.

Ultimo ad essersi lanciato nel business è il marchio Pane & Trita,
noto per aver rivisitato in passato ricette tradizionali con nomi ironici.

Come raccontato da Sky Tg24, in queste ore è arrivato l’annuncio del Grillo Cheesburger,
il primo hamburger con farina di grillo in Italia.

Ecco, allora, come sarà realizzato l’alimento e quali caratteristiche lo renderanno immediatamente riconoscibile.


I fondatori di Pane & Trita hanno deciso di seguire il nuovo regolamento approvato dall’Unione Europea lo scorso 24 gennaio,
quello che autorizza l’utilizzo e il commercio della farina del cosiddetto Acheta domesticus, il grillo domestico.

Lanciando un nuovo prodotto: un hamburger di grillo “in edizione limitata” disponibile dal 15 febbraio.
Ogni giorno saranno realizzati 100 panini per tutti i locali della catena sparsi per la Lombardia.


Una creazione nata dalla collaborazione con Soul-K,
compagnia italiana che studia e produce ingredienti personalizzati per la ristorazione
e che ha deciso a sua volta di lanciarsi nel mondo degli insetti per alimenti.

Gli ingredienti del Grillo Cheesburger?

Pane artigianale verde, hamburger con polvere di grillo, scamorza fusa, cavolo viola,
patata americana crispy e salsa Pane & Trita.


Secondo i produttori, un alimento ricco di proteine e a basso contenuto di grassi e carboidrati.

Non sono mancate, ovviamente, le polemiche.


Tanti utenti continuano a puntare il dito attraverso i social contro questo nuovo modello di consumo,
che finirà per danneggiare o addirittura distruggere tante nostre tradizioni.

Qualcuno, più semplicemente, ammette: “Sarei curioso di provare, ma non ce la posso fare. La sola idea mi disgusta”.
 
Per capire quali cibi arriveranno (o sono già arrivati) sugli scaffali dei nostri supermercati,
è sufficiente dare un’occhiata al regolamento di esecuzione 23/5 2023 della Commissione europea.

Si tratta del testo che autorizza l’immissione sul mercato della polvere parzialmente sgrassata di grillo domestico
e contiene una lunga lista di prodotti autorizzati:

il pane,

i panini multicereali,

i cracker,

i grissini,

le barrette ai cereali,

le premiscele secche per prodotti da forno,

i biscotti

e i prodotti secchi a base di pasta farcita e non farcita.


A questo elenco bisogna poi aggiungere

salse,

prodotti trasformati a base di patate,

piatti a base di leguminose e di verdure,

pizza,

prodotti a base di pasta,

siero di latte in polvere,

prodotti sostitutivi della carne,

minestre e minestre concentrate o in polvere,

snack a base di farina di granturco.
 
Anche in Italia alcune aziende si sono subito gettate nel nuovo business:
tra i prodotti che possiamo trovare sugli scaffali dei nostri negozi ci sono già, per esempio, i cracker con semola di insetti.

Facilmente riconoscibile dal nome e da una dicitura molto chiara,

i “Crickè – Cracker di grillo” sono infatti biscotti salati arricchiti con il 15% di farina di insetti.


Stando ai produttori, questa particolare struttura aumenterebbe il contenuto proteico dell’alimento fino al 22,7%.


Per quanto riguarda la pasta, invece, presto vedremo le prime confezioni Italian Cricket Farm,

prima azienda ad aver chiesto l’autorizzazione per commercializzare spaghetti a base di farina di grillo.
 
Decisione della Rai di visionare i contratti di Fedez e Chiara Ferragni per Sanremo.


A pochi giorni dalla chiusura di sanscemo 2023, ricco di polemiche, scontri e politicizzazioni,
scoppia il caso Instagram, onnipresente in questa edizione targata più Ferragnez che Amadeus.

Il “sospetto” di un possibile pubblicità occulta è stato sollevato dalla stampa, ed ora arriva anche in consiglio d’amministrazione.

Nella giornata del 15 febbraio, infatti, il Cda ha chiesto alla governance spiegazioni rispetto ad alcune scelte.

Qual è stato il ruolo dei due influencer rispetto a Instagram?

Sia in termini di pubblicità al social stesso
sia in termini di guadagno personale
sul piano dell’ulteriore rafforzamento dei propri profili privati
vista l’enorme vetrina a disposizione.


Come riporta Fanpage, il Cda ha dunque chiesto esplicitamente di poter visionare i contratti fatti a Ferragni e Fedez,
“per capire i dettagli e comprendere se vi siano accordi riferiti proprio alla presenza di Instagram“.

Non solo Instagram, però.

Perché un ulteriore problema si è creato intorno alla presenza della troupe Amazon a seguito della coppia
per girare materiale da utilizzare nella seconda stagione della serie “The Ferragnez”, in onda su Amazon appunto.



Dalla prima all’ultima serata, Chiara Ferragni ha parlato quasi più di Instagram che del Festival di Sanremo.

È questa l’accusa mossa dai più e che alimenta il sospetto.


Emblematico, poi, è stato il gesto di inaugurare il profilo ufficiale di Amadeus in diretta.


Chiaro che Instagram è il suo lavoro… ma quali accordi c’erano tra lei e la tv di Stato per altri inserimenti a fini commerciali?


Se dal contratto che sarà visionato dal CdA dovessero emergere anomalie,

si potrebbe procedere con l’accusa di pubblicità occulta,

dato che la piattaforma social è stata letteralmente una delle protagoniste del Festival.
 
Come è stato impostato, non doveva neppure essere concepito.

E che i costruttori se ne stiano zitti. BUFFONI

Costi lievitati anche di 4 volte ed a volte anche di più.

E ci sono i pidioti + forza italia che spingono per riattivarlo.


Cala il sipario sulle cessioni dei crediti, sugli sconti in fattura ed il bilancio sul Superbonus è in scuro.


La Cgia di Mestre ha presentato uno studio dal quale emerge

come, a fronte di 372.303 asseverazioni depositate entro il 31 gennaio scorso,

lo Stato, con il cosiddetto 110 per cento, dovrà farsi carico di una spesa di 71,7 miliardi di euro.


Ricordando che in Italia sono presenti quasi 12,2 milioni di edifici residenziali,


emerge che, fino ad ora, questa misura abbia interessato solo il 3,1 per cento del totale degli immobili ad uso abitativo.



In pratica, avendo dato la possibilità ai proprietari di riqualificare queste unità abitative con la detrazione fiscale del 110 per cento,
lo Stato si è addossato un costo pari a 71,7 miliardi di euro per migliorare l’efficienza energetica di una quota ridottissima di edifici presenti nel Paese.


Questa misura ha provocato un costo - in capo alla fiscalità generale - spaventoso

e non proporzionale al numero di edifici che sono stati «efficientati».
 
Ora, dopo la cancellazione dello sconto in fattura e delle cessioni del credito,

il proprietario di un immobile residenziale potrà beneficiare della detrazione del 90 per cento (e non più del 110),

compensando lo sconto in sede di dichiarazione dei redditi.


«È evidente che l’appetibilità dello strumento è destinata a scemare
- spiega Paolo Zabeo dell’ufficio studi della Cgia di Mestre -
tuttavia, la cosa più preoccupante è che con il decreto del governo approvato l’altro ieri
non è stata trovata una soluzione per le tante aziende e famiglie
che sono in possesso di una massa di crediti fiscali importanti e non più esigibili.

Una situazione che nel giro di qualche mese rischia di far fallire molte aziende del settore delle costruzioni».


AMEN.

SOLUZIONE: Un bel accredito in fattura per i prezzi gonfiati.
Il proprietario paga la fattura e detrae in dichiarazione dei redditi.


Vi spiego cos'è successo da noi per la caldaia.

Dal preventivo 2020, prezzo quasi raddoppiato della caldaia nel 2022.
50% sconto in fattura. Praticamente paghiamo la caldaia al prezzo del 2020.
Pertanto non risparmiamo nulla.

MA...........cosa succede.

Il fornitore ci chiede una compartecipazione del 30% sullo sconto in fattura,
perchè sono le spese che lui dice di sostenere per "scontare il credito".

Quindi noi paghiamo la caldaia al prezzo reale + il 30%, che nel nostro caso sono + di 10.000 Euro.

Piange perchè nessuno gli sconta il credito. Bravo, hai riso prima ?
Ti sei gonfiato - prima - con tutti quelli ai quali hai applicato il sistema ?

Ora, gli è stato proposto : il 30% di sconto lo fai a noi, noi ti paghiamo
e scontiamo nelle nostre dichiarazioni dei redditi.
 
Dunque, spiega ancora la Cgia, la convinzione di aver speso troppo

e di aver «drogato» anche il mercato edilizio è comunque molto elevata.


«Ricordiamo che questo meccanismo, che consentiva di detrarre fiscalmente

molto più di quanto un proprietario era chiamato a spendere per ristrutturare un edificio,

ha innescato una bolla inflattiva preoccupante,

alimentata anche dal forte aumento dei prezzi registrato nel 2022 da tutte le materie prime.


A fronte di un boom della domanda che, tra l’altro,

per legge doveva essere soddisfatta entro un determinato periodo di tempo,

il Superbonus 110 per cento ha contribuito a far schizzare verso l’alto i prezzi di moltissimi materiali

(ferro, acciaio, legno, sabbia, laterizi, bitume, cemento)

e altri, per molto tempo, sono pressocché scomparsi dal mercato (lana di roccia, polistirene, ponteggi). "
 

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