Solo politica

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Sono contro la repressione, ma in alcuni casi...è d'obbligo.


Sono esterrefatto da quanto la politica possa distorcere la realtà.

E sono stupito dal poco clamore della notizia a livello nazionale.

Qualche anno fa, a Reggio Emilia, ci fu una polemica per una strada da intitolare a Norma Cossetto,
medaglia d’oro al merito civile del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi (2005),
con “sputtanamento” totale della amministrazione del sindaco Luca Vecchi.

E ora che fanno?

Aboliscono via D’Annunzio definendo il Vate il poeta della Guerra.

Ma dove vivono? Dove hanno studiato? O meglio, hanno studiato…?!

A Reggio Emilia esistono ancora via Tito, via Lenin e via Unione Sovietica
(che peraltro non esiste più da oltre trent’anni): erano dei santi questi despoti?

Per non parlare del busto di Lenin a Cavriago: una vergogna per tutti i morti e per le sofferenze che ha provocato al popolo russo…

Non avendo studiato, forse non sanno che in tutti gli ex Paesi dell’Est hanno sradicato tale toponomastica,
in quanto segno di mancanza di libertà, morte, oppressione, repressione ecc.

Sia chiaro che ognuno la può pensare liberamente, ma che un’amministrazione comunale appoggi il cambio di nome di via D’Annunzio e lasci le altre via citate è veramente inqualificabile.

Vecchi è forse sindaco di una sola parte dei reggiani, quelli che lo hanno votato?
Bella idea di democrazia, come sempre a senso unico e sempre più lontana dalla realtà.
 
Ahahahahahahah poveretti non sanno più che pesci pigliare


La sparatoria di ieri in un centro commerciale ad Allen, in Texas,
ha causato nove vittime tra cui l’attentatore.

Il Washington Post, il The Guardian, l’Huffington Post e il Wall Street Journal
riportano le dichiarazioni dei poliziotti federali giunti sul luogo,
secondo i quali l’assassino fosse legato a idee neonaziste
e credesse nella supremazia bianca (white supremacy).

Un leitmotiv caro agli Stati Uniti, che sono spesso vittima di questo tipo di stragi.

In questo caso, però, i media vicini al partito Democratico – saltando a conclusioni affrettate –
non hanno preso in considerazione che l’uomo che ha aperto il fuoco
si chiamava Mauricio Garcia, un ispanico di 33 anni.
esteri-redazione.jpeg



Sembra davvero una forzatura incasellare il killer nella categoria di “suprematisti bianchi”, per ovvi motivi.

Inoltre, dalle prime foto pubblicate sui social,
Garcia sembrerebbe associato a una famosa gang criminale ispanica,
per via di un tatuaggio presente sul dorso della mano.
 
Ultima modifica:
Quando si ha a che fare con elementi del genere....non c'è speranza.

Io dico solo questo.

Quando UN CANE azzanna una persona e viene ritenuto pericoloso,
viene soppresso.


"Si tratta di animali con i quali l'uomo deve trovare un equilibrio,

non possiamo pensare che avventurarsi nei boschi

sia come fare passeggiate in un parco pubblico di città."
 
Nuova grande decisione dell''eurodittatura.
Sarà sicuramente un successone.

Il nuovo pacchetto di sanzioni dell'UE prevede l'imposizione di sanzioni contro più di 35 società provenienti da Iran, Cina, Emirati Arabi Uniti, nonché Armenia e Uzbekistan per il loro presumibile sostegno al complesso militare-industriale della Russia

Bloomberg
 
Carlo Fuortes ha fatto il passo indietro tanto richiesto e ieri ha dato le dimissioni da ad:

"Non ci sono più le condizioni per continuare".

Sorprendendo per la durezza dei toni e puntando il dito contro la maggioranza,
dove si erano dati da fare per trovargli un altro posto,
tanto da emanare una legge ad hoc per fissare un tetto di età per i direttori degli enti lirici,
così da consentirgli di planare sul San Carlo di Napoli al posto di Stéphan Lissner (che però vuol resistere).

Si apre dunque ufficialmente la partita delle nomine Rai che s’interseca con le altre aperte,
in primis quella sul comandante generale della Guardia di Finanza, su cui l’esecutivo è bloccato da giorni.

Ma Fuortes per andarsene,
avrebbe chiesto addirittura una buonuscita di 240 mila euro,
ovvero un anno di stipendio,
quello che gli manca per portare a termine il suo incarico.

 
BUFFONE COME TANTI ALTRI DIRIGENTI
Un insulto al lavoro ed ai lavoratori, dare 240.000 Euro a queste persone.

Difficile che riesca a spuntarla. Anche perché a dimettersi è stato lui.

"Me ne vado perché non ci sono più le condizioni per proseguire", spiega l’Ad in una nota.

Fuortes sostiene di aver lavorato bene nel suo primo anno, ma

"da inizio 2023 su di me si è aperto uno scontro politico che indebolisce il servizio pubblico,
mentre ho registrato in Cda il venir meno dell’atteggiamento costruttivo".

Intorno a lui, quindi, l’Ad ha sentito venir meno la fiducia della politica e visto incrinarsi il rapporto coi consiglieri.

"Tutto ciò minaccia di paralizzare la Rai.
E io non posso accettare di condividere cambiamenti di linea editoriale
e una programmazione che non considero nell'interesse dell’azienda".
 
Ricordiamo chi è.......per non dimenticare.
Piccolo particolare, naturalmente appartiene al mondo dei radical chic di sinistra.
Nulla a che vedere con i lavoratori.

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco
ha reso noto che al prossimo Consiglio dei Ministri proporrà la nomina di Carlo Fuortes
per il ruolo di amministratore delegato della Rai.
Le nomine sono state decise d’intesa con il premier Mario Draghi,
ed hanno subito attirato polemiche da parte di una parte politica.

Nato a Roma il 5 settembre 1959, è laureato in Scienze statistiche ed economiche a La Sapienza
e ha insegnato Sistemi organizzativi dello spettacolo dal vivo a Roma Tre.

In questo ateneo è stato anche nel cda della Fondazione Teatro Palladium.

Dal 2013 è sovrintendente della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma, con conferma fino al 2025.

In passato è stato nel cda del Teatro di Roma e della Fondazione Cinema per Roma.

Dunque segretario generale dell’Associazione per l’economia della cultura.

È stato anche direttore del Palazzo delle Esposizioni e delle Scuderie del Quirinale della Capitale
e ad della Fondazione Musica per Roma, che gestisce l’Auditorium Parco della Musica.

Ha anche ricoperto l’incarico di commissario straordinario della Fondazione Arena di Verona, dal 2016 al 2017.


L' ad Rai sarebbe noto come personaggio molto vicino alla sinistra, in particolare all’ala veltroniana.

L’amministratore delegato indicato dal Mef non avrebbe esperienza televisiva,
ed ha evidenziato criticità anche nella sua gestione del Teatro dell’Opera di Roma,
definendo la nomina in Rai come una “scelta sorprendente“.

A conferma della simpatia del centrosinistra nei confronti del manager,
Carlo Calenda aveva fatto il nome di Carlo Fuortes come candidato sindaco di centrosinistra Roma.

fuortes.jpg
 
Ho visto parzialmente la trasmissione perchè questo essere mi fa rivoltare lo stomaco.
Tanto è saccente, quanto è viscido.


La querelle innescata dal coraggioso magistrato Cuno Tarfusser,
chiedendo perentoriamente la revisione del processo per la strage di Erba, non sembra placarsi.

A tale proposito, venerdì scorso Quarto grado, programma “investigativo” in onda su Rete 4 e condotto da Gianluigi Nuzzi,
ha cercato subdolamente di mettere sotto accusa il sostituto procuratore generale di Milano,
invitando un parterre in maggioranza colpevolista per partito preso
e tentando di demolire in ogni modo i più che fondati rilievi mossi dal magistrato altoatesino.

E in questa non encomiabile manifestazione di giornalismo colpevolista a oltranza,
sebbene nel caso in specie si evidenzino colossali incongruenze,

sono state distorte, se non addirittura falsificate,
molte delle contestazioni avanzate dallo stesso Tarfusser.


In estrema sintesi, nei riguardi delle famose confessioni di Rosa e Olindo, confessioni poi ritrattate,
Nuzzi e soci hanno ripetutamente affermato come un dogma che le medesime confessioni
erano “precise e dettagliatissime” in ogni loro parte.

Peccato però, come è stato da tempo dimostrato da un raffronto analitico tra i fatti accertati
e le dichiarazioni dei due, all’epoca, imputati, vi siano circa 240 errori.


Inoltre, in merito alla famosa testimonianza di Mario Frigerio
(definito sempre “supertestimone” da questi geni incompresi del diritto,
acclarandone in tal modo l’assoluta infallibilità, proprio per essere in possesso di superpoteri),
la cui complessa gestazione è tuttora oggetto di un ampio dibattito,
Quarto grado ha completamente tralasciato tutta la montagna di elementi
che porterebbero a pensare a una forma di ricordo sbagliato indotto,
avvalorando quasi come un dogma le traballanti argomentazioni dell’accusa.


Infine, sulla famosa traccia invisibile di sangue rinvenuta sul battitacco dell’auto di Olindo,
il programma ha profondamente travisato la questione di fondo,
che i periti della difesa stanno cercando da tempo di portare all’attenzione dei media,
cioè la stranezza di una goccia di sangue parzialmente degradata
– così come ha dichiarato a Le Iene il carabiniere che all’epoca la repertò –
poi miracolosamente giunta integra e piuttosto abbondante
nel laboratorio del perito che la esaminò.


Ora, al di là di tutta una serie di questioni tecniche che annoierebbero il lettore, il punto della faccenda è questo:

il giornalismo svolge il suo ruolo di contrappeso istituzionale quando, di fronte a dubbi,
a incongruenze e fatti controversi, si comporta come un vero e proprio avvocato del diavolo,
assumendo quel ruolo di cane da guardia del potere, in questo caso giudiziario,
che dovrebbe rappresentare un elemento aggiuntivo di garanzia per i singoli cittadini.

Quando invece, così come la linea colpevolista a prescindere
che non solo in tale frangente Quarto grado ha deciso di seguire,
si sceglie scientemente di appiattirsi sempre e comunque sulle tesi dell’accusa
– consiglio a tale proposito di analizzare ciò che è avvenuto sui media durante l’oscuro periodo di Mani pulite
le criticità della nostra giustizia, non certo un modello da esportare, non possono che peggiorare.
 

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