Il fatto è che forse la Schlein,
resasi conto della quasi impossibilità anche solo di avvicinarsi al quorum
(ha detto che lei un successo sarebbe quello di portare 12 milioni di persone al voto,
stranamente appena sotto alla quota che tutti i sondaggi danno sulla probabile affluenza alle urne),
mette le mani avanti, adducendo ad alibi del fallimento il silenzio mediatico sui quesiti.
Il pensiero che aleggia in gran parte della base riformista del partito,
contraria a buona parte dei quesiti referendari,
“tutte queste polemiche create dalla segretaria sui media e sull’astensione,
mi sembrano pretestuose e sono forse il sintomo di un certo nervosismo
di chi sente sulle spalle tutto il carico di un probabile fallimento dei referendum.
Questo perché Giuseppe Conte, che è molto più stratega politico di lei,
si sarebbe da tempo sfilato dai referendum, proprio per lasciare a lei la patata bollente”.
Voci che si rincorrono fuori e dentro al Pd,
ma è chiaro che l’adesione così entusiasta della segretaria ai referendum di Maurizio Landini
(che è ormai cosa risaputa non ha mai avuto un grande feeling con la segretaria del Pd)
vuole essere una prova di forza contro la base riformista del partito
e anche magari contro le velleità di leadership del centro sinistra proprio di Conte.
Ed è alla luce di ciò che, in caso di secca sconfitta dei referendum,
quella che rischia di più sarebbe proprio Elly,
che ormai sia dentro al partito che fuori, sembra avere molti più nemici che amici.
E ciò non sarebbe un buon viatico nemmeno per le prossime regionali, previste ad autunno,
dove dovrà fare i conti in Campania con il riottoso De Luca,
e anche nelle Marche con la decisione di andare con la destra presa da gran parte di “base popolare”
la formazione dell’ex governatore di sinistra della Regione, Gian Maria Spacca.
Ed è proprio per queste ragioni, che molti all’interno della maggioranza
hanno reagito con un mezzo sorriso all'articolo del Corriere della sera, di qualche giorno fa, a firma di Fabrizio Roncone,
sulla ipotesi che il Pd stia già facendo il toto ministri, in vista di una vittoria alle prossime elezioni.
Con questi chiari di luna, all’interno delle opposizioni,
quella di Roncone rischia davvero di avere il valore di una pura e semplice provocazione.
AHAHAHAH