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Un grande "non detto" della Riforma Nordio è che costringerà l'Associazione nazionale magistrati (Anm)
a dividersi o comunque rifondarsi completamente.

Nessuno ne ha mai scritto o parlato, ma è una conseguenza indubbia:
l'attuale Statuto dell'Anm, infatti, all'art. 1, definisce l'associazione come composta da
"tutti i magistrati ordinari appartenenti all'ordine giudiziario italiano"
un presupposto che è venuto meno per legge costituzionale (previo conferma del referendum)
perché l'ordine della magistratura non sarà più unitario, non sarà più uno solo,
come ben spiega il nuovo articolo 104 della Carta:

"La magistratura si articola in due ordini, quello giudicante e quello requirente".

Ne consegue che un solo sindacato (l'Anm) non potrà più rappresentare due ordini distinti;
dovrà scindersi, trasformarsi in una federazione di sigle autonome (come la Cgil, per dire) o più facilmente rifondarsi da zero.

Giuridicamente, infatti, non è nemmeno concepibile che un solo soggetto
continui a rappresentare due categorie appartenenti a due ordini separati che hanno reclutamenti e carriere diversi.

La Cgil, proseguendo il parallelo, difende più categorie
perché è una confederazione di soggetti sindacali autonomi ciascuno col proprio statuto, contratto collettivo e soggettività distinta:

non è, come è l'Anm, un sindacato unico che firmava contratti per tutti.
 
Vediamo di leggere bene.

Cosa sono esattamente i CMBS e perché questo 11,8% è allarmante?

I CMBS (Commercial Mortgage-Backed Securities) sono titoli finanziari creati
“impacchettando” un insieme di mutui su immobili commerciali (uffici, centri commerciali, condomini).
Questi titoli vengono poi venduti a investitori.
Il tasso dell’11,8% indica che quasi un ottavo di questi mutui sottostanti
non sta pagando regolarmente o è insolvente alla scadenza.
È allarmante perché supera i livelli della crisi del 2008,
segnalando uno stress profondo nel mercato immobiliare commerciale,
con perdite significative per fondi pensione e assicurazioni che detengono questi titoli.

Perché anche edifici nuovi e affittati, come l’HP Plaza, vanno in default?

Questi immobili non vanno in default perché l’inquilino non paga l’affitto, ma per “default di maturità”.
Molti mutui commerciali non sono ammortizzati (come quelli per la casa),
ma prevedono il pagamento di interessi e un’unica, grande rata finale (il “pallone”) alla scadenza.
Con i tassi d’interesse schizzati alle stelle nell’ultimo anno,
i proprietari non riescono a trovare un nuovo finanziamento (“rifinanziamento”) per pagare quel pallone.
Anche se l’edificio è pieno e profittevole, il nuovo mutuo costerebbe troppo, rendendo l’operazione insostenibile.

Chi paga le perdite di questi default? Le banche sono a rischio come nel 2008?
No. A differenza della crisi dei mutui subprime del 2008, dove le banche erano piene di questi titoli tossici,
questa volta le banche originatrici hanno per lo più cartolarizzato (venduto) il rischio.
Come specificato, “le banche che hanno originato questi mutui sono fuori dai guai”.

A subire le perdite sono gli acquirenti finali dei CMBS:
fondi di investimento,
fondi pensione,
compagnie di assicurazione
e altri investitori istituzionali.

Il rischio si è spostato dal sistema bancario direttamente al mercato dei capitali.
 
E altro "non detto" della Riforma,

i soggetti che sostituiranno l'Anm diventeranno delle parti sociali come altre,
perché la magistratura passerà da "potere" a controparte, meglio,
da soggetto istituzionale autonomo a categoria professionale regolata da leggi e decreti: come ogni altro corpo intermedio.

L'Anm, nata per difendere l'unità di una sola magistratura,
dovrà per forza cambiare per non morire e, al tempo,
lasciare che anche le magistrature italiane entrino - davvero, stavolta - nella Seconda Repubblica.
 
Da qui il terzo "non detto della Riforma":

trattandosi di una parte sociale, la magistratura, o meglio le magistrature nel loro complesso,
non saranno più assimilabili a un "potere" nemmeno per errore;

il dossier della Camera (GI0010) chiude l'equivoco storico ed è piuttosto esplicito:

"Il nuovo testo supera l'idea della magistratura come potere dello Stato,
riconducendola all'originaria nozione di ordine autonomo".

Del famigerato "Terzo potere" si era certo già discusso,
ma il malinteso era sempre rimasto confinato in dispute dottrinali
(il celebre costituzionalista Livio Paladin parlava di equivoco concettuale)
mentre persino Luciano Violante, in un seminario del 2024, ha parlato di
"inciampo linguistico che la riforma dovrebbe finalmente chiarire".



Così è.
 
Bisogna spiegarlo al popolo bue che tutto accetta, ignorando il perchè ed il percome
di una corretta codificazione dell'associazione/sindacato, che mira solo ai privilegi.

Chiarita anche la postura di "contropotere" del Parlamento assunta talvolta dalla corporazione,
abilissima peraltro, in separata sede, a rindossare le vesti meramente sindacali

per ottenere, per esempio, un'inoperosità lavorativa di 7-8 settimane l'anno (tra ferie e sospensioni)

e stipendi soggetti a rivalutazione periodica fissata per legge (tipo l'adeguamento all'inflazione, negato ai comuni mortali)


e questo, si apprende, per proteggere l'indipendenza e l'imparzialità eccetera eccetera eccetera.......
 
Non si può nascondere che piano piano emergano i motivi che rendono questa riforma rivoluzionaria

ed i "perchè" sia avversata da una parte della magistratura.

E comunque - sotto sotto - è sempre la stessa storia.
Queste associazioni hanno un unico fine, l'avanguardia dell'artiglieria pesante del partito....
che se non eletto comunque deve komandare.
 
Termino così la lettura mattutina dei giornali.

Non è indagata nell'inchiesta per stalking
che coinvolge altre componenti della "chat femminista" salita alla ribalta negli ultimi giorni,
ma il suo nome rimbalza anche nei Palazzi della politica.

Sì, perché Flavia Carlini - che nelle conversazioni private finite nella bufera definiva Sergio Mattarella "vecchio di m...a" -
oltre a essere una nota influencer e attivista
è anche vicepresidente dell'Intergruppo parlamentare sui diritti fondamentali della persona.


E c'è chi si chiede come gli insulti al capo dello Stato,
seppure espressi in una chat con quelli che Carlini definisce "amici da una vita",
possano stare insieme con l'incarico svolto in un organismo composto da parlamentari
e oltre cento esponenti della società civile
, in prima linea, come si legge sul sito dell'Intergruppo, per

"creare un luogo in cui i cittadini possano contribuire attivamente al dibattito politico,
soprattutto in tutela dei diritti fondamentali di ognuno di noi".



Ahahahahahahahah
 

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