Come si può fornire la copertura delle politiche del lavoro attive a tutti, incondizionatamente,
anche quando non sono cittadini non solo del Belgio, ma anche della UE?
Il Belgio non può pagare la disoccupazione per tutto il mondo.
L’ironia sottile risiede proprio qui: il governo, pur riconoscendo la necessità di integrazione e formazione linguistica
(“Sappiamo che… hanno una conoscenza molto inferiore delle lingue nazionali”),
si trova costretto ad adottare l’arma del taglio ai sussidi non solo per stimolare la ricerca attiva del lavoro (l’incentivo classico)
ma, soprattutto, per mettere in sicurezza i conti pubblici disastrati.
Peccato che a pagarne il prezzo siano anche i disoccupati belgi.