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04/12/2009 16:19
S&P500 e analisi intermarket: mercato in coma farmacologico
Graziano Nanetti
Rispetto al precedente articolo, lo S&P500 ha staccato un mini rally rialzista guadagnando ben 32 punti sul minimo fatto segnare il 27 Novembre. In termini percentuali, stiamo parlando di un guadagno pari al 3% circa in una settimana! Meglio che niente, ma sintomatico di un ingolfamento dell'equity dovuto a una situazione di esasperante attesa. Il range 1083-1111 è ancora in essere dal 12 Novembre e si ha la sensazione che il mercato stia guardando più a eventi esterni piuttosto che interni: ricandidatura di Bernanke alla FED, aste dei Government Bond, inizio dell'Exit Strategy, qualche Gx (con x compreso tra 6 e 20) in calendario per discutere di una maggiore regulation dei mercati finanziari, etc.
In altre parole, si sta cercando di capire se l'eccesso di liquidità continuerà ancora per qualche mese oppure no.
In termini tecnici, questo si traduce in una accelerazione dello S&P500 ben oltre i 1100 nel caso la festa continui, oppure in un cedimento dell'importantissimo supporto a 1080 nel caso in cui la liquidità esca dai mercati per volare verso i Bond o verso le Banche Centrali da cui è provenuta.
Unica novità degna di nota è l'indebolimento ulteriore del dollaro sull'euro: ormai la soglia 1,51 è stata superata e il prossimo target è posto a 1,528. Questo ulteriore indebolimento del dollaro potrebbe fare bene al rialzo USA, ma potrebbe anche limitare il rialzo degli indici europei che diventano a un certo punto refrattari e sensibili alla potenziale perdita di export delle proprie aziende.
Sul TNote la situazione si sta ulteriormente riscaldando, come già segnalato da tempo: i Bond continuano a perdere terreno (sell off in corso) e il differenziale di rendimento si sta innalzando al di sopra dei massimi segnati nel Novembre 2008. Sul medio termine, questo non depone certamente a favore del rialzo dei mercati azionari.
Il VIX ha raggiunto livelli bassissimi, intorno a 21 punti, raggiungendo così un livello di guardia che ha sempre preceduto ribassi più o meno marcati dell'indice S&P500.
In conclusione, meglio rimanere alla finestra in attesa che l'indice S&P500 si risvegli da questo coma indotto.