Portafogli e Strategie (investimento) Sunset Boulevard: the Indian Summer of the debt (Vol. VI)

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comunque sono rimasto sorpreso dall'inflazione al 2% in Colombia ... peso colombiano superstar Colombia Bond Yields Fall to 4-Year Low on Moody?s, Inflation - Bloomberg.com ... che faccio , apro il relativo thread ? :lol:

Sai che industrialmente parlando sta diventando un mercato importante? intendo importante per alcune nicchie ovviamente- I commerciali, con la prox visita a brevissimo tra l' altro, è la 5 addirittura...Incredibile come cambia il mondo...Quando un' anno e mezzo fa circa mi dicevano che stavano per andare in Colombia ...mah.
Anzi probabilemnte il 3d da aprire dovrebbe riguardare, forse, l' America Latina, che quatta quatta, sta scalando cime su cime: il CIle per esempio, oppure il Brasile, Venezuela -ricchissimo di oil ma con un governo che li porterà alla bancarotta- area interessante...
 
Anche il Giappone, con il nuovo premier, si accoda alle nazioni occidentali che varano tagli alla spesa pubblica e contestualmente incrementi fiscali (in primo luogo, un aumento dell'IVA, attualmente su livelli molto bassi).

Con un debito al 200% del PIL, il Giappone ha avuto un deficit primario sul PIL 2009 nell'ordine del 8-9%, e se non fosse che il suo debito è interamente collocato sul mercato interno e che parliamo di una nazione fra i maggiori esportatori mondiali, sarebbero problemi seri....
 

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ciao a tutti, posto qui quest'approfondimento di bloomberg sugli stress test made in €urozone che verranno presentati - pare - per il 23 luglio p.v.
Gli analisti USA, naturalmente in posizione di contrapposizione rispetto alle banche del Vecchio Continente, ritengono gli esiti dei test non proprio una passeggiata per le banche europee:
la strada dei famosi writedowns... qui è stata ancora poco percorsa (mentre negli USA - pare - completata); dubbi sull'esposizione eccessiva ai debiti sovrani; banche che non possono essere salvate o ricapitalizzate a spese di stati al loro volta messi male a finanze pubbliche; poca trasparenza e rinvio dei problemi di anno in anno....Fanno anche qualche nome...che viene fuori da simulazioni condotte da Citigroup...(eh da che pulpito viene la sentenza).
Che siano "un po'"di parte è palese...ma in ogni caso è utile sentire anche la loro campana:

European Banks' Hidden Losses May Threaten EU Stress Tests
 
Ultima modifica:
Continuiamo intanto a seguire i default rate che - come da attese - continua a declinare sia a livello globale, che negli USA ed in Europa.

Moody's, nel dispaccio di agenzia con cui comunica pubblicamente il dato ai mercati, indica il default rate a 12 mesi soltanto per il mercato globale, per il quale si postula un calo ulteriore, non più, come ormai da diversi mesi a questa parte, anche per USA ed Europa, per le quali dà solo il dato di stima di fine 2010, che dovrebbe costituire il bottom di ciclo per le due aree economiche in questione, come si ricava poi da altre fonti (tipo Jyske bank) che riprendono in parte ed occasionalmente i contenuti del report destinato alla clientela a pagamento.

Il forecast di fine 2010, con un default rate stimato all'1,4% per l'Europa ed al 2,7% per gli USA, rappresenta per entrambi un dato inferiore alla media storica (leggermente superiore al 4%) mentre il dato di bottom di ciclo del precedente ciclo dell'HY, quello esauritosi nell'estate 2007, attestatosi sullo 0,3-0,4%, difficilmente potrà essere raggiunto, nonostante tassi inferiori rispetto a quelli di allora, in mancanza di analoghe condizioni di liquidità per il comparto, assicurate allora dalla estrema facilità per le banche di cartolarizzare i leveraged loans.

Allego il dispaccio di Moody's e faccio presente che le ultime due-tre settimane hanno visto una ripresa dei corsi di alcuni bond HY, in una situazioni di scambi sui mercati modesti, bond che restano comunque in media di alcuni punti al di sotto dei massimi (probabile picco di ciclo dei prezzi) di aprile scorso.

Questa situazione è confermata per l'Europa dall'indice ITraxx Crossover 50, che staziona a cavallo dei 500 punti (contro i circa 370-390 segnati in concomitanza con il picco dei prezzi della scorsa primavera).

Financial Information Services - Markit.com
 

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E' trascorso 1 mese dall'ultimo aggiornamento del 3D: agosto ha portato a movimenti del mercato obbligazionario HY in decisa divaricazione rispetto all'IG.

I bond da investimento infatti hanno visto un tracollo dei rendimenti sulle scadenze decennali, con prezzi schizzati verso l'alto, a segnalare aspettative di un un rallentamento economico prolungato alle porte in ambito globale.

I bond HY hanno invece visto inizialmente il proseguire di una fase di recupero relativo dei corsi rispetto al calo registratosi dopo il picco dei prezzi di aprile, continuando a muoversi in sincronia con l'equity, e registrando un ritorno in prossimità dei massimi stessi, per poi correggere un po' negli ultimi giorni.

l'ITRAXX Crossover 50, strumento adottato per la misurazione indiretta dell'andamento del comparto HY europeo attraverso la rilevazione dei CDS su un paniere di emittenti speculativi, ha segnato dapprima rintracciamenti fino a quota 460-470, per poi riportarsi attualmente a quota 520-525, livelli sui quali ha chiuso venerdì scorso e che potrebbero preludere a risalite volte quantomeno a ritoccare i valori raggiunti in concomitanza con la fase più acuta della crisi greca.

Vale sempre il solito link più volte riproposto a chi volesse autonomamente seguire l'andamento dell'indice (in basso a dx nella pagina web):

Financial Information Services - Markit.com

A questa distonia fra andamento dell'IG e CDS su emissioni HY, potrebbe aggiungersi una temporanea carenza di allineamento fra mercato dei CDS (sul quale operano, lo rammento, esclusivamente operatori professionali) e obbligazionario HY sottostante.

Ho usato il condizionale perché qui, purtroppo, non posso che riportare un mio punto di vista, risultato di un raffronto visivo diretto sui prezzi dei bond, mancandomi uno strumento che mi consenta di verificare se i prezzi delle emissioni nel paniere dell'ITRAXX Crossover 50 siano effettivamente e complessivamente in linea con quelli implicati dai CDS, oppure se ci sia anche in tale ambito un fenomeno di prezzi dei bond HY sottostanti che esprimono aspettative più ottimistiche rispetto all'andamento dei CDS.

Il secondo fenomeno potrebbe essere il risultato di una parziale illiquidità estiva su titoli, come quelli HY, che ha ritardato operazioni di arbitraggio, ma anche di una ricerca di rendimento da parte di investitori privati (con la ripresa dell'afflusso di liquidità nei fondi HY) che non sconta ancora una accresciuta percezione del rischio, già presente invece nei professionisti che operano sui CDS.

Se il ragionamento si rivelasse corretto, dovremmo vedere correzioni importanti al ribasso sui prezzi dell'HY, oppure un calo dei corsi dell'ITRAXX crossover 50, già nelle prossime settimane.

Assumendo comunque per buono il dato espresso dall' Itraxx crossover, il disallineamento fra i rendimenti dell'IG e quelli dell'HY ha poi trovato spiegazione nell'andamento dell'economia globale, con una rilettura decisamente ribassista del PIL USA del Q2/2010, cresciuto alla fine di un magro 1,6%.

Ciò alimenta preoccupazioni per i futuri trimestri, se si considera che siamo prossimi alla spesa dell'ultima tranche del maxistimolo USA (a settembre verranno iniettati gli ultimi 100 mld USD della manovra varata nel 2009) e che a fine anno dovrà venire la decisione circa la proroga o meno degli sgravi fiscali varati dalla presidenza Bush.

Nel mentre, sia Moody's che S&P hanno avvisato gli USA (con largo anticipo, verrebbe da dire... :lol: :lol:) che l'attuale politica fiscale, se non invertita rapidamente, porterà il paese a perdere il rating AAA già nel 2012.

Insomma, l'estate indiana del debito potrebbe essere davvero al termine, almeno per ora, quando anche gli USA, a elezioni concluse, semplicemente non varassero un'altra manovra finanziaria di stimolo, oppure riducessero o cancellassero le agevolazioni fiscali in scadenza a fine 2010, o ancora facessero l'una e l'altra cosa insieme.

E la prudenza nel tagliare la spesa pubblica o nell'irrobustire la politica fiscale è oggi in contrasto con l'opposta esigenza di evitare il declassamento del rating sovrano.

Gli Usa si aggiungerebbero così all'europa continentale, alla UK e al Giappone (che nelle scorse settimane, a fronte di un rallentamento dell'economia nazionale, hanno escluso per la prima volta da molti anni una risposta tramite crescita della spesa pubblica) nel varare una politica di (relativa) austerità.

Con la Cina ed altre economie emergenti che da un lato producono per l'export e dall'altro sono chiamate a fronteggiare un surriscaldamento delle loro economie come effetto della termporanea ripresa globale, si apre per la crescita una fase degna di incognite, che è appunto ciò che scontano con chiarezza i mercati obbligazionari.
 
Sull'equity, che a noi qui interessa "di sponda", voglio anche dire la mia sugli attesi interventi della FED, di recente oggetto di un articolo di Fugnoli riportato sul 3D della Grecia, il cui filo conduttore era una sorta di "non preoccupatevi, all'azionario ci pensa la FED".

Premesso che la FED farà quanto possibile, e ciò è stato detto, seppure con tutte le cautele del caso, onde evitare una ricaduta in recessione dell'economia USA ed una eventuale deflazione, chi segue l'equity da qualche anno sa anche che, in concomitanza con la diffusione di dati come quello di drastica revisione al ribasso del PIL USA di cui nel post precedente, in altri tempi la FED avrebbe reagito con un bel taglio dei tassi, meglio se comunicato a mercati aperti.

Adesso la cosa non si può fare, per evidenti motivi, ed il rimbalzo dell'azionario fa seguito alla promessa di nuovi strumenti non convenzionali di lotta ad un eventuale double dip con possibile deflazione, seppure dopo valutazione dei "contro" che potrebbero essere implicati da tali misure, con lo stesso Bernanke che ha assunto potrebbero, nella circostanza, rischiare di eccedere i possibili "pro".

Il solo dato di fatto non equivocabile è che, esauritosi l'effetto propulsivo della crescita dei deficit pubblici, per ora l'economia globale torna a declinare.
 
Il default rate continua a declinare nel mese di agosto a livello globale, negli USA ed in Europa, come da previsione.

A livello globale, si dovrebbe passare, secondo Moody's, dal 2,7% di dicembre 2010 al 2% sui 12 mesi.

Occorrerà vedere come si comporterà il default rate europeo ed americano sulla lunghezza dei 12 mesi, con la previsione per fine 2010 pari ad un 2,9% per gli USA e ad un 2,3% per l'Europa, un dato per entrambe le aree molto inferiore alla media storica.

Il più interessante (per comprendere le dinamiche di settore nel breve termine) distressed index rate per i bond HY USA è invece in prossimità del bottom, che potrebbe avere già visto nei mesi scorsi (con un minimo che, se ben ricordo, si attestava attorno al 13%) essendo in un primo tempo risalito, ma ora leggermente calato in agosto al 15,3%, contro il 15,6% di luglio.

Moody's: European Default Rate Falls to 4.8% in August


New York, September 08, 2010 -- The European speculative-grade default rate fell declined to 4.8% in August from 6.2% in July, Moody's Investors Service said in its default latest report. The current European default rate is down from 9.6% in August 2009.

Globally, the trailing 12-month global speculative-grade default rate continued its downward path in the August 2010, falling to 5.0% in August from 5.5% in July. A year ago, the global default rate stood at 12.3%. Moody's default rate forecasting model now predicts that the global speculative-grade default rate will fall to 2.7% by the end of this year, before declining further to 2.0% a year from now.

"Defaults continue, but at a very slow pace," said Albert Metz, Moody's Director of Credit Policy Research. "Following the apparent stability in the pricing of high yield corporate debt, we expect to see reduced defaults going forward as well."

Among European speculative-grade issuers, Moody's forecasting model projects the speculative-grade default rate declining to 2.3% by the end of this year. For U.S. speculative-grade issuers, Moody's forecasting model foresees default rate falling to 2.9% by December 2010.

The current default rate is in line with Moody's estimates of a 4.3% global default rate and a 4.1% default rate for the U.S., as projected in September 2009.

Measured on a dollar volume basis, the European speculative-grade bond default rate declined from 4.2% in July to 3.4% in August. A year ago, the European dollar-weighted bond default rate was 9.8%.

In the U.S., the dollar-weighted bond default rate finished at 2.0% in August, down from 2.5% in July. At this time last year, the U.S. dollar-weighted bond default rate was seen at 19.3%.

Moody's speculative-grade corporate distress index -- which measures the percentage of rated issuers that have debt trading at distressed levels -- closed at 15.3% in August, down slightly from 15.6% in July. A year ago, the index stood much higher at 34.0%.

A total of 4 Moody's-rated corporate debt issuers have defaulted in August, all from the U.S. However, year-to-date, a total of 38 Moody's-rated corporate issuers have defaulted this year, compared to 214 defaults for the same period last year. Of the 38 defaulters in 2010, 30 are from North America (U.S. and Canada) and five are from Europe.

In the leveraged loan market, U.S.-based Bankruptcy Management Solutions, Inc. was the only Moody's-rated company that defaulted in August. The trailing 12-month U.S. leveraged loan default rate edged lower from 5.2% in July to 5.0% in August. At this time last year, the U.S. loan default rate stood higher at 10.0%.

Across industries over the coming year, default rates are expected to be highest in the Consumer Transportation sector in the U.S. and the Durable Consumer Goods sector in Europe.
 
Ciao Mark

metto qui il link che segue, nell'auspicio che possa essere spunto per analisi, commenti e riflessioni

http://www.francescocaruso.ch/wp-content/uploads/SCHEMA-ROUBINI.pdf

Ciao Cangiante, interessante lo schema. Noto che se la partita fosse fra lo scenario 2 e lo scenario 4 (quelli che, a detta di Roubini, esprimerebbero le maggiori possibilità di avveramento), le conseguenze in termini di gestione degli asset speculativi sarebbero molto diverse.

Una cosa importante: Roubini aggiorna periodicamente le sue stime di avveramento rispetto ai diversi scenari... sarebbe utile sapere a quando risalgono queste ... ;)
 
Allora, è venuto il momento di chiudere il 3D aperto nel post Lehman e di aprire quello sulla estate indiana del debito.

E' infatti evidente che - comunque vada a finire la vicenda greca e la faccenda dei debiti sovrani - fatti i dovuti salvataggi oppure le necessarie ristrutturazioni dei debiti di paesi periferici dell'area euro, una stretta di cinghia dei consumi attende molti paesi occidentali, non solo i periferici EU: l'UK; probabilmente gli USA, in cui le elezioni di mid term daranno maggiore forza al GOP, anch'esso portatore oggi di un'analoga visione sul contenimento del debito pubblico; il Giappone, che è ai limiti della sostenibilità del debito al momento in cui le entrate fiscali del paese sono scese leggermente al di sotto del solo costo degli interessi sul debito.

A quel punto, la crisi dei debiti sovrani si riverbererà sul sistema bancario (che dovrà farsi carico anche degli eventuali costi di ristrutturazione del debito sovrano) e nuovamente sulla economia reale, a meno che non passi una scelta politica a favore della inflazione che avrà quale passaggio necessario il ritorno ai meccanismi di indicizzazione di salari e pensioni alla inflazione visti negli anni '70, meccanismi ai quali tuttavia le destre politiche di tutti i maggiori paesi industrializzati sono, allo stato delle cose, profondamente contrarie, e che la sinistra da sola non ha cercato di far passare neanche negli USA o in UK, dove pure governava con maggioranze di una certa robustezza.

Dovremmo dunque avere ancora flight to quality, probabilmente un ritorno a deflazione e destocking per un anno, un anno e mezzo, sperando che il fenomeno non si produca su livelli tanto accentuati come quelli visti nel post-Lehman, e dovremmo avere debolezza nei corsi dei temi speculativi: equity, HY corporate e sovereign, subordinate bancarie.

Va tuttavia rammentato che, per fare terminare definitivamente fenomeni di panico da scoppio di bolle debitorie, salvando i sistemi bancari ed evitando i default sovereign, si stanno creando le premesse per una via di uscita inflazionistica come soluzione forzosa per l'uscita dalla crisi, quando si ofsse creato il consenso politico necessario.

Cercheremo dunque di seguire questo movimento dei mercati, rammentando a tutti che nessuno sa se durerà, quanto durerà, né quale ne sarà l'esito, e che l'investitore stolto è quello che non è in grado di cambiare opinione ove si rendesse conto che i presupposti del suo investire si sono rivelati privi di basi solide.

Veniamo da qui

http://www.investireoggi.it/forum/d...e-mesi-after-lehman-debt-back-vt44386-34.html

Ho letto con interesse diversi "pezzi" del thread anche se non l'ho letto tutto e volevo aggiungere una considerazione personale (tenendo conto che il post quotato è di maggio 2010 e che non so se Mark è ancora di quella opinione o ha cambiato idea alla luce di eventi recenti):

Secondo me lo scenario grassettato è possibile, ma ha scarse probabilità di avverarsi. Vedo di conseguenza anche poco probabile una prolungata chiusura generale del mercato primario delle emissioni obbligazionarie con relativa marcata risalita del dafault rate, anche se penso (o almeno lo spero dopo aver visto alcune schifezze che si è ingurgitato il mercato tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010) che il mercato diventerà più selettivo nell'allocazione del credito nei prossimi trimestri e chiuderà i rubinetti ai prenditori nelle fascie più deboli.

Ritengo al momento come scenario più probabile, anche alla luce del recente commitment del FED, il proseguimento di una debole/moderata ripresa che andrà a consolidarsi nel corso del tempo con conseguente ripresa delle pressioni inflazionistiche, anche se non mi sbilancio sulla loro entità e sulla loro tempistica... potrebbero essere moderate come nel 2004-2007 oppure più intense come nella prima metà del 2008.

Saluti e complimenti a chi ha partecipato alla discussione.
 

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