Tanto per non dimenticare...

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Da www.libertaegiustizia.it

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Ustica, lo Stato, la verità rubata
di Daria Bonfietti*

Ancora un anniversario: con immutato dolore penseremo alle care vittime della Strage di Ustica con il conforto però, come ci dice in un partecipe messaggio il Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi “che la tenace volontà di accertare le cause di un evento che ha generato tanto dolore ha dato dopo tanto tempo importanti frutti di verità”. Ricordiamo.

Il 27 Giugno 1980 parte da Bologna, dall'aereoporto Guglielmo Marconi, il volo Itavia 870 Bologna-Palermo; sono le 20.08. Non ci sono problemi, il DC 9 viaggia regolarmente. Durante il volo non é segnalato nessun problema, ma poco prima delle 21 del DC 9 si perdono le tracce radar. La vita di 81 persone, 64 passeggeri adulti, 11 ragazzi tra i dodici e i due anni, due bambini di età inferiore ai 24 mesi e 4 uomini d'equipaggio, è spezzata.

Purtroppo troppo in fretta di Ustica non si parlò più e sulla tragica vicenda scese un lungo e colpevole silenzio che solo la grande spinta dell'opinione pubblica riuscì a spezzare; si arrivò al 1999 quando il giudice Rosario Priore, concludendo la più lunga istruttoria della storia giudiziaria del nostro Paese, ci mise davanti la terribile verità «l’incidente al DC-9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento».

Poi nello scorso aprile la corte d'assise di Roma ha riconosciuto che dai vertici dello Stato Maggiore dell’Aeronautica del tempo, venne commesso il reato di alto tradimento, turbando le attribuzioni del Governo, omettendo di riferire alle autorità politiche i risultati dell’analisi dei tracciati radar e fornendo informazioni errate per escludere il possibile coinvolgimento di altri aerei militari nella caduta dell’aereo civile.

Vale la pena ricordare che la sentenza della Corte di Roma ribadisce, a partire dagli stessi fatti, il giudizio che sulla vicenda aveva espresso la Commissione Stragi, presieduta dal compianto sen. Libero Gualtieri (oggi lo voglio ricordare con molta riconoscenza insieme a Tom Benetollo, il presidente dell’Arci che ci ha appena lasciati,come grandi protagonisti dell’impegno per la verità): «Per la Commissione è possibile indicare al Parlamento le responsabilità delle istituzioni militari per avere trasformato una “normale” inchiesta sulla perdita di un aereo civile, con tutti i suoi 81 passeggeri, in un insieme di menzogne, di reticenze, di deviazioni».
In questo anniversario siamo consapevoli che molte notizie con molto sforzo abbiamo conquistato, che molto abbiamo capito, ma molto dobbiamo ancora conoscere. Per questo ripeto c'è bisogno di una nuova mobilitazione che parta dai valori di fondo.

Oggi dobbiamo denunciare, nel complesso della vicenda Ustica il grande vuoto dell’assenza del potere esecutivo. Cossiga, presidente del Consiglio dell’epoca, con linguaggio colorito, dirà ai parenti delle vittime di essere stati fatto fesso e, con linguaggio più controllato, ha sempre testimoniato, fino al recente processo, di aver saputo che l’aereo era caduto per cedimento strutturale. Poi coloro che hanno governato dopo hanno assistito impassibili e impotenti. Nessun contributo alla verità comunque è venuto - salvo pochissime eccezioni (Amato,Andò; Prodi,Veltroni)- dai governi che si sono succeduti negli anni,che anzi, non promuovendo mai nessun intervento sugli apparati militari, hanno permesso - è dimostrato negli atti certamente fino a tutto il 1995 - che operassero contro la verità. E nessun intervento determinato è stato inoltre fatti su stati alleati o amici evidentemente reticenti.

Hanno delegato tutto agli sforzi della magistratura, mai seguendone il faticoso cammino, mai intervenendo perché gli apparati militari mettessero a disposizione informazioni e “sapere”, quel sapere che invece era riservato agli imputati. Mai intervenendo quando anche il più banale buon senso doveva allarmare. E ora quando la Magistratura è arrivata alle sue conclusione, alle sue sentenze tutto continua come prima, anzi le sentenze sono distorte, ridicolizzate da un Ministro in carica, l’onorevole Giovanardi.

Sappiamo che l´uso della menzogna ha sempre fatto parte fondativa del potere, è stata sempre accettata come un instrumentum regni. Ma è venuta l’ora di rompere le ambiguità.

Stiamo attenti, anche al di là del caso Ustica, in questo modo il rispetto per le regole democratiche, per la giustizia è sempre più fragile, più discutibile e sono, purtroppo, proprio i governanti a minare i fondamenti della civile convivenza. Non può esistere un doppio Stato, con da una parte i cittadini che obbediscono alle sue leggi e e rispettano le istituzioni, ma contemporaneamente anche un potere che viaggia in un limbo di irresponsabilità.

Contro tutto ciò bisogna andare cercando la piena verità su Ustica.

*Presidente Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica
 
26 anni dopo, i resti del dc 9 Itavia domenica sono tornati a Bologna con un trasporto eccezionale organizzato dai Vigili del Fuoco, e presto verrano sistemati in un museo dedicato, il Museo della Memoria.

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