Tbond-tbills-tBUND-ti amo MARJA (VM 10 anni in borsa) (1 Viewer)

dan24

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ero tutto uno scherzo....ripresi i 20k di fib i 2300 di stox ecc ...gli Usa chiuderanno a +5%...che merkato del ca-zzo veramente
 

Metatarso

Forumer storico
trovato su un altro forum... :lol: compratelo :D
http://www.amazon.com/gp/reader/1893958701

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PILU

STATE SERENI
leggete un po ..

(ANSA) - MILANO, 24 OTT - La crisi finanziaria presenta un conto molto salato ai 20 big del credito in Europa in termini di minori utili o perdite. L'impatto complessivo (da giugno 2007 a giugno 2008) potrebbe costare 213 miliardi di euro (156 a conto economico e 57 a patrimonio netto) e solo a evitare un crollo generalizzato - secondo un'analisi di R&S Mediobanca - sarebbero valse, da inizio 2008, le operazioni di ricapitalizzazione su undici istituti, in special modo inglesi e francesi. Secondo lo studio, infatti, la 'corsa' all'aumento di capitale messe in campo, prima, dai vecchi soci e, poi, dai governi nazionali, non ha costituito un vero e proprio rafforzamento del sistema, perché è andato a colmare il deficit patrimoniale provocato dall'addebito alle riserve della svalutazione degli attivi. In particolare l'analisi di R&s spiega come l'ammontare addebitato al patrimonio netto per l'insieme delle venti banche, nel primo semestre 2008 è stato pari a poco meno di 57 miliardi di euro considerando l'adeguamento ai valori di mercato di tali assets, ora 'congelato' in un'apposita riserva. Se tale somma fosse transitata in conto economico (che sconta un risultato negativo per gli effetti della crisi di 156 mld) avrebbe reso negativo il risultato del primo semestre per oltre 27 miliardi di euro, portando a 73 miliardi circa l'incidenza complessiva delle perdite sui titoli nel semestre (16 da trading addebitate al conto economico e 57 appunto al patrimonio). Il computo complessivo delle perdite, o minori utili, sui 12 mesi passerebbe così ad oltre 213 miliardi di euro. Quanto all'effetto 'tampone' delle ricapitalizzazioni la ricerca evidenzia come, nel complesso, i primi sei mesi dell'anno (includendo le operazioni completate in luglio, ma escludendo quelle successive) hanno consegnato una situazione in cui il depauperamento del patrimonio (57 mld) è stato superiore alle capacità delle banche di acquisire nuovi apporti dal mercato (49,6 miliardi, esclusi i 9,7 relativi alle operazioni di settembre). Al mantenimento dei coefficienti ha, infatti, concorso il passaggio dal primo gennaio di quest'anno al sistema di calcolo dei requisiti patrimoniali previsto dal "nuovo" accordo di Basilea che, però, ha mostrato limiti proprio "nelle attuali condizioni di disordine dei mercati". La transizione a Basilea due ha portato, ad esempio, ad un attivo ponderato per il rischio (Rwa) pari a circa 372 miliardi di euro (-9,6% rispetto a dicembre 2007), mentre il patrimonio di vigilanza è sceso di 14 miliardi (-3,2%). posizione alle attività più rischiose (i cosiddetti titoli toSi tratta "di effetti curiosi" - sottolinea lo studio - in una fase di aumentata rischiosità dei mercati in cui si attende una maggiore severità nella valutazione degli attivi ed un potenziamento dei mezzi patrimoniali a loro presidio. Dallo studio emerge, inoltre, come sia pari a oltre 742 miliardi, che corrisponde al 93,5% del patrimonio di vigilanza, l'esssici), delle principali 20 banche europee, mentre in 13 istituti, tra cui le due big italiane, ammonterebbe a 380 miliardi (pari al 61,8% del patrimonio di vigilanza ed al 93,3% del patrimonio netto tangibile a fine giugno) il 'peso' dei titoli illiquidi di difficile valutazione.(ANSA)
 

Metatarso

Forumer storico
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(ANSA) - MILANO, 24 OTT - La crisi finanziaria presenta un conto molto salato ai 20 big del credito in Europa in termini di minori utili o perdite. L'impatto complessivo (da giugno 2007 a giugno 2008) potrebbe costare 213 miliardi di euro (156 a conto economico e 57 a patrimonio netto) e solo a evitare un crollo generalizzato - secondo un'analisi di R&S Mediobanca - sarebbero valse, da inizio 2008, le operazioni di ricapitalizzazione su undici istituti, in special modo inglesi e francesi. Secondo lo studio, infatti, la 'corsa' all'aumento di capitale messe in campo, prima, dai vecchi soci e, poi, dai governi nazionali, non ha costituito un vero e proprio rafforzamento del sistema, perché è andato a colmare il deficit patrimoniale provocato dall'addebito alle riserve della svalutazione degli attivi. In particolare l'analisi di R&s spiega come l'ammontare addebitato al patrimonio netto per l'insieme delle venti banche, nel primo semestre 2008 è stato pari a poco meno di 57 miliardi di euro considerando l'adeguamento ai valori di mercato di tali assets, ora 'congelato' in un'apposita riserva. Se tale somma fosse transitata in conto economico (che sconta un risultato negativo per gli effetti della crisi di 156 mld) avrebbe reso negativo il risultato del primo semestre per oltre 27 miliardi di euro, portando a 73 miliardi circa l'incidenza complessiva delle perdite sui titoli nel semestre (16 da trading addebitate al conto economico e 57 appunto al patrimonio). Il computo complessivo delle perdite, o minori utili, sui 12 mesi passerebbe così ad oltre 213 miliardi di euro. Quanto all'effetto 'tampone' delle ricapitalizzazioni la ricerca evidenzia come, nel complesso, i primi sei mesi dell'anno (includendo le operazioni completate in luglio, ma escludendo quelle successive) hanno consegnato una situazione in cui il depauperamento del patrimonio (57 mld) è stato superiore alle capacità delle banche di acquisire nuovi apporti dal mercato (49,6 miliardi, esclusi i 9,7 relativi alle operazioni di settembre). Al mantenimento dei coefficienti ha, infatti, concorso il passaggio dal primo gennaio di quest'anno al sistema di calcolo dei requisiti patrimoniali previsto dal "nuovo" accordo di Basilea che, però, ha mostrato limiti proprio "nelle attuali condizioni di disordine dei mercati". La transizione a Basilea due ha portato, ad esempio, ad un attivo ponderato per il rischio (Rwa) pari a circa 372 miliardi di euro (-9,6% rispetto a dicembre 2007), mentre il patrimonio di vigilanza è sceso di 14 miliardi (-3,2%). posizione alle attività più rischiose (i cosiddetti titoli toSi tratta "di effetti curiosi" - sottolinea lo studio - in una fase di aumentata rischiosità dei mercati in cui si attende una maggiore severità nella valutazione degli attivi ed un potenziamento dei mezzi patrimoniali a loro presidio. Dallo studio emerge, inoltre, come sia pari a oltre 742 miliardi, che corrisponde al 93,5% del patrimonio di vigilanza, l'esssici), delle principali 20 banche europee, mentre in 13 istituti, tra cui le due big italiane, ammonterebbe a 380 miliardi (pari al 61,8% del patrimonio di vigilanza ed al 93,3% del patrimonio netto tangibile a fine giugno) il 'peso' dei titoli illiquidi di difficile valutazione.(ANSA)
roba passata. Da questo trimestre non usano più il mark to market, perciò il problema non si pone più :D
Gli asset illiquidi senza valore, avranno valore 100 per legge, e gli attivi non si svalutano più, per almeno 20 anni :lol::lol::lol:
E non c'è un caz da ridere perchè fanno così davvero :D
 

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