Italia in stallo con Kkr sulla rete telecom
Mercato azionario
Pubblicato 13.10.2025, 15:14
ROMA/MILANO (Reuters) -L’Italia è ai ferri corti con la società di investimento statunitense Kkr circa il futuro dell’azienda pubblica che gestisce la principale rete di telecomunicazioni del Paese.
Lo hanno detto a Reuters quattro fonti vicine alla questione.
L’anno scorso Kkr e il Tesoro italiano hanno concluso un accordo da 19 miliardi di euro per acquistare l’operatore di rete fissa FiberCop da
Telecom Italia (Tim).
La transazione ha aiutato Tim a ridurre il proprio debito per 14 miliardi di euro.
Le attuali tensioni tra Kkr e il governo riguardano principalmente la spinta di Roma in favore di una
fusione tra FiberCop e la più piccola rivale Open Fiber, controllata da Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) e dall’australiana Macquarie.
Nessun commento da Kkr.
Il governo ritiene che la combinazione delle due imprese in
un’unica rete a banda larga, esclusivamente wholesale e sotto la supervisione dello Stato, permetterebbe di evitare la duplicazione di ingenti investimenti e di ridurre i ritardi nella copertura di Internet ad alta velocità su rete fissa rispetto agli altri Paesi europei.
Solamente circa il 70% delle famiglie italiane ha infatti accesso alla banda larga ultraveloce contro una media europea dell’82%.
Kkr, il maggiore azionista singolo di FiberCop con una quota del 37,5%, ha espresso riserve sulla fusione, vanificando i tentativi di mediazione del governo per arrivare a un accordo complessivo, riferiscono le fonti.
BANDA LARGA ULTRAVELOCE
I timori di Kkr vanno dalla valutazione economica ai rischi di un lungo esame
antitrust in caso di fusione, che potrebbe ritardare i piani di investimento e in teoria peggiorare il merito di credito, ha detto una delle fonti.
Roma sta lavorando per superare queste divergenze, sostenendo che non vi siano ostacoli insormontabili all’accordo o questioni antitrust rilevanti, ha detto un funzionario del Tesoro.
Un altro elemento di tensione è
il piano da 3,4 miliardi di euro finanziato dall’Ue per fornire banda larga oltre a tre milioni di edifici. I progressi sono stati lenti, con Open Fiber in ritardo rispetto a FiberCop.
Roma ha proposto di ridurre di circa 700.000 unità il numero di edifici che Open Fiber deve collegare, in risposta alle difficoltà legate al rispetto della scadenza di giugno 2026, in parte dovute a errori nella mappatura degli edifici.
FiberCop aveva cercato di rilevare il lavoro assegnato al concorrente alla luce dei ritardi di Open Fiber, ma le parti non sono riuscite a raggiungere un accordo.
Durante i colloqui con i rappresentanti del governo, Kkr hanno sostenuto che i termini della revisione del piano di diffusione della fibra ottica equivalevano a un ingiusto aiuto per Open Fiber, hanno detto le fonti, chiedendo di rimanere anonime considerata la delicatezza della questione.