Tempo a Milano - Cap. 1

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La crisi uccide, in forte aumento i suicidi per cause economiche

Nei primi 9 mesi di quest’anno in Italia sono cresciuti del 59,2% i suicidi per cause economiche. Lo denuncia Link Lab, il Laboratorio di Ricerca Socio-Economica della Link Campus University.
L’aggiornamento dei risultati monitorati dall’Università romana decreta una vera e propria escalation degli episodi tragici, con 164 vittime da gennaio a fine settembre 2014 (lo scorso anno nello stesso periodo erano 103), che portano a 402 il numero di persone che hanno deciso di togliersi la vita per motivi economici dal 2012 a oggi.
"La crisi economica è sempre più elemento disgregatore e fonte di squilibrio sociale - ha detto Nicola Ferrigni, sociologo e direttore di Link Lab –; ciò che emerge da questi dati è anche la fotografia di una società sempre più fragile e smarrita, che porta le persone a sviluppare una sorta di consapevolezza per cui non è più possibile contare su alcun aiuto reale. Si è affermato – ha aggiunto Ferrigni - un sentimento di esclusione, di separatezza e di frattura del corpo sociale, come se non ci fosse nessuno che prevenga, sorvegli o quantomeno proponga una soluzione a problemi economici considerati oramai insormontabili".
Si abbassa l'età media. Più disoccupati che imprenditori

Da quando Link Lab ha istituito l’Osservatorio suicidi per crisi economica (2012), il numero maggiore di vittime si concentra tra i disoccupati (82) e non tra gli imprenditori (67 casi nei primi 9 mesi del 2014). Inoltre, se il dramma si conferma investire quasi esclusivamente i maschi (154 uomini, 10 donne), cambia invece l’età di chi ha deciso di togliersi la vita, abbassandosi di oltre 10 anni.
Dall’inizio del monitoraggio (nel 2012) sono 184 gli imprenditori che si sono tolti la vita per problemi economici, 168 i disoccupati, 35 i dipendenti, 8 i pensionati. Anche quest’anno aprile, mese di bilanci per le aziende, presenta il numero più elevato di suicidi (26), seguito da luglio (24), periodo in cui si pagano le tasse.
Il Veneto la regione più colpita

Nell’annus horribilis per le vittime della crisi è ancora il Veneto la regione che conta il maggior numero di casi (26), seguita dalla Lombardia, che è passata da 6 a 21 suicidi e dalla Campania con 19 (erano 10 nello stesso periodo del 2013). Poi Emilia Romagna e Toscana (12), Liguria (11), Marche (10), Sicilia (9), Abruzzo (8), Lazio, Puglia, Sardegna, Umbria (6). Uno dei pochi segnali positivi arriva dal Piemonte che registra un calo dei casi (da 10 a 4). Complessivamente negli ultimi 3 anni si sono verificati 70 episodi di suicidio in Veneto, il 17,4% del totale; a seguire la Campania con 44 casi, la Lombardia con 38, la Sicilia con 32.
Tentati suicidi

Tra gennaio e settembre 2014 è più che raddoppiato il numero dei tentati suicidi rispetto allo stesso periodo del 2013. Sono 89 (79 uomini e 10 donne) le persone che dall’inizio dell’anno hanno provato a togliersi la vita per motivazioni riconducibili alla crisi economica, a fronte dei complessivi 86 del 2013 (39 i casi nei primi nove mesi dello scorso anno) e dei 48 dell’intero 2012. Negli ultimi 3 anni si sono registrati 131 tentativi di suicidio tra i disoccupati a fronte dei 45 registrati tra gli imprenditori, i 19 tra i lavoratori dipendenti e i 5 tra i pensionati.
Il suicidio si può prevenire

Il suicidio è uno dei tabù più radicati nella nostra società. Nessuno ne parla. La parola è tabù anche sui media, eccetto quando può essere associata a un caso di cronaca particolarmente scioccante. Ma il suicidio si può prevenire.
Per ulteriori informazioni consulta il Servizio per la prevenzione del suicidio.


Redazione Borsainside
 
Istat: Italia in recessione anche nel 2014, disoccupazione al 12,5%

L'Italia resterà quest'anno in recessione. Lo afferma l'Istat. L'istituto di statistica prevede che il Pil calerà nel 2014 dello 0,3% contro il +0,6% atteso in precedenza. Ridotte anche le stime per il 2015 e il 2016, rispettivamente da +1% a +0,5% e da +1,4% a +1%.Secondo l'Istat nel 2014 la domanda interna al netto delle scorte contribuirà negativamente alla crescita del Pil per 0,3 punti percentuali, mentre la domanda estera netta registrerà una variazione positiva pari a 0,1 punti percentuali. Nel 2015 la domanda interna al netto delle scorte è attesa supportare l'aumento del Pil (+0,5 punti percentuali) mentre il contributo della domanda estera netta risulterà contenuto (+0,1 punti percentuali). Nel 2016 l'apporto della domanda interna al netto delle scorte è previsto in ulteriore rafforzamento.
Dopo tre anni di riduzione, nel 2014 la spesa delle famiglie segnerà un aumento dello 0,3% in termini reali, in parte per effetto di una riduzione della propensione al risparmio. Nel 2015, si prevede un ulteriore miglioramento dei consumi privati (+0,6%) che proseguirà anche nel 2016 (+0,8%) trainato dalla crescita del reddito disponibile e da un graduale aumento dell'occupazione.
Gli investimenti subiranno una ulteriore contrazione nell'anno in corso (-2,3%) nonostante un lieve miglioramento delle condizioni di accesso al credito e del costo del capitale. Il processo di accumulazione del capitale è previsto riprendere gradualmente nel 2015 (+1,3%) e con maggior intensità nel 2016 (+1,9%), in linea con il rafforzamento della domanda.
Il tasso di disoccupazione raggiungerà il 12,5% nel 2014 per effetto della caduta dell'occupazione (-0,2% in termini di unità di lavoro). La stabilizzazione delle condizioni del mercato del lavoro attesa per i prossimi mesi avrà riflessi sul 2015, quando il tasso di disoccupazione diminuirà lievemente al 12,4% e le unità di lavoro registreranno un contenuto aumento (+0,2%). Il miglioramento del mercato del lavoro proseguirà con più vigore nel 2016 con una discesa del tasso di disoccupazione al 12,1% e una crescita delle unità di lavoro dello 0,7%.




Redazione Borsainside
 
Oltre quello ... anche questo:


Seduta di passione per il settore energetico, crolla Snam

Seduta di passione per il settore energetico italiano. Snam (IT0003153415) perde al momento il 12,3%, Terna (IT0003242622) il 6%, Enel (IT0003128367) il 3,5% e A2A (IT0001233417) il 3,1%.
A pesare è la decisione dell'Autorità per l'energia sulle tariffe 2015-2018 riguardanti lo stoccaggio di gas. Il regolatore ha stabilito che il parametro di remunerazione resterà fisso per tre anni dopo un primo anno di variabilità. Piazza Affari si attende una decisione simile anche per quanto riguarda l'energia elettrica.
Gli investitori temono che l'assenza di aggiustamenti periodici legati all'inflazione assunta possa condurre ad un significativo calo degli utili delle compagnie energetiche.
Alcuni analisti hanno già reagito. Mediobanca e RBC Capital Market hanno declassato Snam rispettivamente da "Neutral" a "Underperform" e da "Outperform" a "Sector Perform". Mediobanca ha tagliato inoltre il suo rating su Terna da "Outperform" a "Neutral".


Redazione Borsainside
 
NASDAQ 100 – ADX / ADM – TS – Livelli Intraday per il 03/11/14

Average Daily Movement – 30 Days – Intraday Levels
entrata su close candela oraria… se superato il livello indicato

 
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