Tempo a Milano - Cap. 1

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Fiat Chrysler: Marchionne non molla la presa su GM

Sergio Marchionne non rinuncia alla maxi fusione con General Motors (US37045V1008). Lo riporta il "Wall Street Journal". Secondo delle indiscrezioni raccolte dal quotidiano finanziario l'amministratore delegato di Fiat Chrysler (NL0010877643) starebbe cercando l'aiuto di alcuni hedge fund e di altri potenziali alleati per spingere il gruppo rivale a considerare l'operazione.


Redazione Borsainside

Mi riesce difficile a comprendere come la Fiat possa avere
delle mire su un colosso come General Motors.
O non è più un colosso? :mmmm:
 
Eurostoxx:
 

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Mi riesce difficile a comprendere come la Fiat possa avere
delle mire su un colosso come General Motors.
O non è più un colosso? :mmmm:

Beh ... Marchionne non e' nuovo a questi exploit. Chrysler docet.


P.S.
Il fatto che GM sia in perfetta salute (apparente) potrebbe fuorviare. La compagine dei suoi azionisti non e' compatta come si potrebbe pensare. Gli hedge funds in GM sono famosi per essere dei luridi LMA voltagabbana che si vendono al miglior offerente. E sono anche degli avvoltoi che campano di M&A e ristrutturazioni. E questo Marchionne lo sa' ... e per loro Marchionne e' una garanzia !!! Un merger tra Fca e Gm ... l'affare del millennio !!!
 
Saipem torna a soffrire su nuove voci di ricapitalizzazione

Dopo la ripresa registrata durante le scorse sedute, Saipem (IT0000068525) è tornato a soffrire sull'aspettativa di una sua ricapitalizzazione. Il titolo perde al momento il 6,2% ed il peggiore del FTSE MIB.
Secondo delle indiscrezioni di stampa il Fondo strategico italiano (FSI) potrebbe rilevare da Eni (IT0003132476) il 20% del gruppo di ingegneristica petrolifera per circa €1 miliardo. Successivamente, entrambi parteciperebbero pro quota ad un aumento di capitale la cui entita' e' ancora da definire. Ciò permetterebbe ad Eni di deconsolidare il debito poiche' la sua partecipazione in Saipem scenderebbe a circa il 20%.
Giovedì scorso Saipem aveva chiuso in ribasso del 13,6% dopo che sulla stampa è circolata la voce di un possibile aumento di capitale fino a €2,5 miliardi. Nello stesso giorno la sussidiaria di Eni ha precisato in una nota di aver da tempo in corso la valutazione di diverse opzioni di rifinanziamento a supporto della strategia industriale, anche nella prospettiva di un diretto ricorso al mercato. Nessuna di queste opzioni è tuttavia al momento all’attenzione del Consiglio di Amministrazione.


Redazione Borsainside


Hmmmm ... proprio il genere di news che ti spezza le gambe.
 
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Beh ... il giornalino e' bello rosso vedo. Per quanto riguarda l'euro/dollaro a mio avviso chi in precedenza aveva comprato bund coprendosi con dollari ora sta vendendo l'uno e l'altro (speculazione raffinata di eccelsi e luridi LMA ... quindi non su piccola scala). Non e' la forza dell'euro ma la debolezza del dollaro. E sospetto che a questi si aggiunge anche mamma Fed che sta vendendo Tips. Da qui' il dollaro debole. Non credo che la cosa durera' troppo a lungo ... ma per l'estate temo di si.


T-bond: prezzi in calo, rendimenti decennali in aumento al 2,402%


(Il Sole 24 Ore Radiocor) - New York, 09 giu - All'inizio della giornata di contrattazioni i titoli di stato americani mostrano andamenti in calo, con i rendimenti, che si muovono in senso inverso ai prezzi, in aumento. Gli investitori attendono l'asta di titoli di stato on scadenza a tre anni per un totale di 24 miliardi di dollari in calendario alle 13, le 19 in Italia. I rendimenti decennali, benchmark del settore, si attestano in rialzo al 2,402%, contro il 2,382% di ieri
Questo l'andamento delle altre scadenze: Titoli a 2 anni, rendimento in aumento allo 0,69% Titoli a 5 anni, rendimento in salita all'1,73% Titoli a 30 anni, rendimento in rialzo al 3,14%


A24-Red
(RADIOCOR) 09-06-15 15


La Fed ... iniziando a vendere i Tips in pancia ... raggiunge due obiettivi:

1) supporta l'export USA attualmente in affanno deprezzando il dollaro
2) crea le premesse per un "megarendimento" (2,50% sul decennale) sugli stessi Tips che attirino ondate di investitori da tutto il mondo in ritirata da Bund e Btp che ormai rendono negativamente al netto dell'inflazione. In questo modo crea anche le premesse per il New Deal di Obama e per l'incasso dei cospiqui gains derivanti dagli acquisti del Qe.
 
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USA, scorte grossisti +0,4% ad aprile, sopra attese

Il Dipartimento del Commercio ha comunicato oggi che le scorte dei grossisti (Wholesale Inventories) sono aumentate negli USA ad aprile dello 0,4%. Gli economisti avevano atteso un aumento dello 0,2%.Il dato di marzo è stato rivisto al ribasso, da +0,1% a +0,2%.
Le vendite dei grossisti sono aumentate ad aprile dell'1,6%. Si è trattato del più forte aumento dal marzo del 2013.
Il rapporto tra le scorte e le vendite, un indicatore della domanda, è sceso da 1,30 a 1,29.


Redazione Borsainside
 
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