Tempo a Milano - Cap. 1

Stato
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I prezzi delle case tornano a crescere dopo quattro anni


Primi segni di miglioramento sul mercato immobiliare italiano. Nel terzo trimestre del 2015 l'indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) acquistate dalle famiglie, sia per fini abitativi sia per investimento, è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e calato del 2,3% nei confronti dello stesso periodo del 2014. Lo ha comunicato oggi l'Istat.

L'istituto di statistica indica che l’aumento congiunturale del suo indice è stato il primo dopo quattro anni ed è stato trainato dal rialzo dei prezzi delle abitazioni nuove (+1,4%); per le abitazioni esistenti si è registrato invece un lievissimo calo (-0,1%).

La flessione tendenziale dell'indice generale è la sintesi delle diminuzioni su base annua dei prezzi sia delle abitazioni esistenti (-0,5%) sia di quelle nuove (-2,9%).

Pertanto, il differenziale in valore assoluto tra la variazione tendenziale dei prezzi delle abitazioni esistenti e quella dei prezzi delle abitazioni nuove risulta pari a 2,4 punti percentuali, tornando ad ampliarsi dopo il minimo raggiunto nel secondo trimestre quando fu pari a 1,7.

In media, nei primi tre mesi del 2015, i prezzi delle abitazioni diminuiscono del 2,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, sintesi di un calo dei prezzi dell'1,4% per le abitazioni nuove e del 3,5% per quelle esistenti.

Redazione Borsainside


P.S.
Niente niente gli italiani tolgono i loro risparmi dai fondi comuni e quindi dalla borsa e li mettono nel loro primo grande indimenticabile amore: il mattone ? Chissa' ...
 
USA, a dicembre +292.000 posti di lavoro, sopra attese


Il Dipartimento del Lavoro degli USA ha comunicato oggi che gli occupati nel settore non agricolo (Nonfarm Payrolls) sono aumentati a dicembre di 292.000 unità. Gli economisti avevano atteso un aumento di 200.000 unità.

I dati di novembre ed ottobre sono stati rivisti al rialzo, rispettivamente da +211.000 a +252.000 e da +298.000 a +307.000 posti di lavoro.

Il tasso di disoccupazione (Unemployment Rate) è rimasto a dicembre invariato al 5%. Il dato è conforme alle stime degli esperti.

Il salario orario medio ha registrato a dicembre una variazione nulla, dal +0,2% del mese precedente. Il consensus era di un aumento dello 0,2%.

Redazione Borsainside


P.S.
Ahi ahi ... ecco perche' la Fed vuole fare quattro piccoli rialzi dei tassi per quanto riguarda quest'anno. Dovrebbero GIA' ORA essere intorno al 2% per la congiuntura in versa lo stato americano. Altro che liquidita' gratis per gli LMA ... mega mungitura di Wally semmai. I tassi zero non hanno certamente giovato all'economia reale ... solo alla borsa. E' ora che quest'ultima dia il suo contributo per risollevare le sorti di main street. New Deal ... come ai tempi di Roosvelt !!! :)
 
DOW BEAR

ammettiamo che la prox facciano l'hammer e rimbalzino

ora lo schema è chiaro

ogni rimbalzo si shorta verso il minimo profondo del 2016
 

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1998 RELOADED

proprio no...

ora lo sappiamo

questo è il 98 e se lo confrontiamo con il 2016 vediamo che nel 98 non va sotto la 50

oggi sotto 50 e 200
 

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cmq la vediate
una evidenza pare emergere...

il tempo delle piste baby è concluso...
solo piste nere all'orizzonte

siate prudenti
tradate con giudizio
nn cercate la ricchezza...vi porterà solo miseria
prendete lunghe pause di riflessione/ossigenazione

fate del money management la base principale delle vostre azioni

AMEN:D

buona domenica


Ottimo monito di Snapo importato dal topic di Eni Dogs & Horses.
 
Cina, inflazione dicembre +1,6%, come da attese

L'inflazione ha accelerato leggermente in Cina. I prezzi al consumo sono aumentati a dicembre dell'1,6%, contro il +1,5% di novembre. Il dato è conforme alle stime degli economisti.Durante l’intero 2015 i prezzi al consumo sono aumentati in Cina dell’1,4%. Si è trattato del più basso aumento dal 2009.
I prezzi degli alimentari sono aumentati lo scorso mese, da anno ad anno, del 2,7%, dal +2,3% di novembre.
I prezzi alla produzione sono calati in Cina a dicembre, come già a novembre, del 5,9%. Si è trattato del quarantaseiesimo calo su base annua di fila. Gli esperti avevano previsto un aumento del 5,8%.
Durante l’intero 2015 i prezzi al consumo sono calati in Cina del 5,2%, dal -1,9% del 2014.

Redazione Borsainside
 
Imprese: nel 2015 rallenta la corsa dei fallimenti

La corsa dei fallimenti delle imprese italiane ha rallentato. È quanto emerge dalla rilevazione condotta per Unioncamere da InfoCamere – la società di sistema delle Camere di Commercio.
Nei primi nove mesi del 2015 le procedure fallimentari aperte dalle aziende italiane sono state 12.583, contro le 13.223 del corrispondente periodo del 2014. Unioncamere indica che, in termini percentuali, la frenata è vicina al 5% e segna un’inversione di tendenza rispetto al trend degli ultimi 4 anni.
“Il segnale che giunge dal rallentamento delle procedure fallimentari è certamente positivo”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello. “Ci conferma che il sistema produttivo italiano sta uscendo dalla grave crisi degli ultimi anni. Quello di quest’anno è infatti, sul fronte dei fallimenti, il risultato migliore dall’inizio della crisi”.
La contrazione del flusso di nuovi fallimenti ha riguardato tutte le principali forme giuridiche, con l’eccezione di un lieve incremento nel settore delle cooperative e consorzi.
Il settore del commercio il più colpito
Osservando la distribuzione delle nuove procedure per settore di attività delle imprese, quello che contribuisce maggiormente in termini assoluti è il commercio (3.186 fallimenti aperti negli undici mesi, pari al 25,3% del totale). Seguono le costruzioni con 2.824 eventi (22,4%) e l’industria manifatturiera con 2.654 (21,1%). Quanto all’incidenza del fenomeno – al netto dei settori di minori dimensioni per numero di imprese - l’esposizione delle imprese al rischio di fallimento è più elevata tra le attività dei trasporti e magazzinaggio (3,6 procedure aperte ogni mille imprese esistenti).
Rispetto al 2014, tra i settori di maggiori dimensioni quelli che più degli altri hanno tirato una boccata d’ossigeno sono stati le attività manifatturiere (-11,7%) e le costruzioni (-10,3%). A peggiorare la performance dell’anno precedente sono stati, in particolare, i servizi alle imprese (+9,3%) e le attività di alloggio e ristorazione (+8,6%).

Redazione Borsainside
 
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