Tiscali, prossima vittima della Seconda guerra del Web?
JOURNAL - 16:03 - 17 Gennaio 2005
La guerra tra Fastweb a Telecom Italia rischia di stritolare Tiscali. Venerdì scorso, al termine di una seduta di Borsa che ha visto Fastweb sospesa per tutto il giorno, il gruppo di Silvio Scaglia ha annunciato un aumento di capitale da 800 milioni di euro che, insieme ad altri 2 miliardi di investimenti, serviranno a finanziarie un aggressivo piano di espansione per raggiungere con la propria rete 30 milioni di italiani entro il 2010. E finora tutto gli obiettivi che il gruppo ha promesso sono sempre stati raggiunti.
“La guerra per cavalcare il boom dell’Adsl è solo cominciata - sottolinea un analista -: o sei dentro o perdi il treno. E Tiscali, se non investe, rischia di perdere il treno”. L’Internet provider di Cagliari ha l’acqua alla gola e dopo che avrà rimborsato a luglio i 250 milioni di euro di bond in scadenza, non avrà a disposizione molte risorse per affrontare una nuovo conflitto su Internet. A poco serviranno i 50 milioni di aumento di capitale sottoscritto da Société Générale e i 100 milioni ricavati dalle dismissioni.
Il problema non è solo italiano. In Francia, paese che gli analisti considerano il più competitivo d’Europa per le tlc, France Telecom offre già la tv via Adsl e nel 2005, anno in cui lancerà l’Adsl a 16 mega, conta di arrivare a una copertura del 96% del territorio. Non è finita: Oltralpe Neuf Telecom, società già in pareggio e partecipata al 7% da Telecom Italia, ha lanciato l’Adsl a 8 mega a un prezzo davvero stracciato, 14,9 euro al mese. Tiscali in Francia offre 6 mega a 20 euro al mese e 16 mega a 30 euro.
Ma la guerra dei prezzi non conosce frontiere e in Germania T-Online, il maggiore operatore tedesco, ha creato Congster, marchio primo in Europa a offrire l’Adsl low cost: 3,9 euro al mese per scaricare 2 gigabyte.
Insomma, in tutta Europa l’Internet veloce sta partendo con una concorrenza spietata che offre televisione, nuovi servizi, e velocità sempre maggiore a prezzi che scendono. In Italia Fastweb prevede che gli utenti della banda larga passeranno dagli attuali quasi 4 milioni a oltre 7 milioni nel 2005 per raggiungere quota 10 milioni nel 2006. Il momento per investire è adesso, altrimenti si rischia di essere tagliati fuori. Il mercato lo ha capito e sta penalizzando Tiscali, tanto che il titolo è stato il peggiore del 2004 nel paniere del S&P/Mib con un calo del 50% ed è già ultimo in questo avvio di 2005 (-11%).
Eppure, più il prezzo scende e più il titolo diventa attraente. Alle quotazioni di oggi qualsiasi operatore di tlc comprasse Tiscali incasserebbe più di quanto sborsato. La società fondata da Renato Soru capitalizza 900 milioni di euro ma porta con sé sconti fiscali da un miliardo, detrazioni utilizzabili solo da quelle aziende, come gli ex monopolisti, che sono già in attivo. Ma i colossi della telefonia europea, da France Telecom a Telecom Italia, a Deutsche Telekom, sembrano non aver alcuna fretta di papparsi il piccolo concorrente in difficoltà e aspettano che il titolo scenda. Insomma, come recita un vecchio detto cinese: “Siediti sulla riva del fiume e aspetta di vedere passare il cadavere del tuo nemico”.
Finora l’esistenza di Tiscali era voluta dalle stesse Authority nazionali delle tlc, che volevano salvaguardare la concorrenza e molti analisti dicevano: “Se non ci fosse, bisognerebbe inventarla per ottemperare alle leggi sulla concorrenza”. Oggi non è più così: altri operatori hanno preso il suo posto e in Borsa avanza l’ipotesi uno spezzatino.
Tiscali in Europa ha una quota di mercato per la banda larga pari al 5% del mercato (dati 2003). In Francia l’Isp di Cagliari vanta crediti d’imposta per circa 300 milioni di euro. Valutate una volta il fatturato (quanto sono state pagate le ultime cessioni), le attività Oltralpe varrebbero 200 milioni. Altri 400 milioni di crediti sono in Italia e il resto è distribuito a macchia di leopardo negli altri Paesi dove Tiscali opera.
Secondo l’analista, un’altra soluzione meno drastica ci sarebbe: “Vendere le attività in Francia e sfidare seriamente i concorrenti negli altri Paesi”. Ma il tempo stringe ed è meglio che il gruppo tiri fuori le unghie e decida una strategia più aggressiva, oppure rischia di essere schiacciato