di Mirca Mantero
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Francoforte, 06 giu - Nessuna
apertura su un possibile taglio dei tassi in luglio o di una
nuova mega-asta per le banche europee dal presidente della
Bce, Mario Draghi che, dopo la riunione del Consiglio
direttivo della Bce, ha nuovamente rinviato la palla ai
Governi. Fermo restando che la Bce si dice pronta a
intervenire immediatamente in caso di necessita', vedi se la
crisi dovesse acuirsi improvvisamente dopo le elezioni in
Grecia o per un aumento delle difficolta' spagnole, il
compito principale spetta ora ai Governi europei che si
incontreranno a Bruxelles a fine giugno. Dal Consiglio Ue
del 28-29 giugno dovra' uscire "un chiarimento sulla visione
futura per l'euro" con un percorso, date, tappe e condizioni
precise. Anche solo definire "l'obiettivo potrebbe
stabilizzare i mercati finanziari", ha detto Draghi. Sul
fronte tassi nessuna apertura: il rifinanziamento resta
fermo all'1% (anche se alcuni consiglieri hanno chiesto
espressamente un taglio alla riunione di oggi) e non ci sono
aperture esplicite da parte di Draghi in merito a un
possibile allentamento in luglio. Le condizioni di
liquidita' illimitata e a tasso fisso per le banche europee
vengono prorogate fino a gennaio 2013, ma per ora non si
parla di una nuova Ltro anche perche', dice Draghi, "non
credo che siano state pienamente sfruttate le ricadute
positive" della seconda mega-asta di febbraio. Draghi ha,
inoltre, lasciato fondamentalmente invariato anche l'outlook
per la congiuntura europea, sottolineando che "il nostro
scenario di base non si e' modificato" e resta, quindi, di
"una ripresa graduale nel corso dell'anno" malgrado
l'indebolimento gia' preventivato per il secondo trimestre:
la stima di crescita per quest'anno e' rimasta a -0,1%
mentre quella per il 2013 e' stata limata marginalmente a
+1%. Dall'inflazione non si prevedono rischi con stime
invariate per entrambi gli anni a +2,4% e +1,6%
rispettivamente e con un ritorno sotto la soglia del 2% a
inizio 2013. Non e' mancata, infine, una stoccata al
presidente Usa, Barak Obama, che di recente si e' mostrato
preoccupato degli sviluppi in Europa e di possibili
contraccolpi oltreoceano, accusando il Vecchio Continente di
non fare abbastanza contro la crisi: ognuno pensi ai
problemi in casa propria, ha detto piu' o meno Draghi, anche
perche' i nodi irrisolti non mancano su entrambe le sponde
dell'oceano.