(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Davos, 26 gen - L'Italia fa
scorta di credibilita' a Davos, sia pure tra i moniti sulle
difficolta' del cammino intrapreso. La Penisola che solo un
anno fa veniva criticata su tutti i fronti tra le nevi dei
Grigioni, dove si tiene il summit che riunisce 2.600 tra
imprenditori, capi-azienda, uomini politici e capi di stato,
quest'anno raccoglie il plauso di quanti vedono nel Governo
Monti e nella politica di riforme avviata un deciso cambio
di tendenza. "Anche in luoghi come Davos si percepisce
attenzione e un forte rispetto per quello che l'Italia sta
facendo", dice il ministro Corrado Passera, habitue' di Davos
come banchiere e oggi nelle vesti di esponente di spicco del
Governo. "Qui a Davos, avendo parlato con varie persone, ho
l'impressione che oggi l'Italia e' piu' credibile dell'anno
scorso. Monti ha un suo standing internazionale molte forte
e quindi, certo, ci chiedono varie cose. Ci chiedono di
continuare in questo processo di riforme, ma mi pare che la
credibilita' del Paese sia maggiore", sottolinea la
presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Passera pero'
avverte anche che "ci sono segnali positivi; ma dobbiamo
sapere che siamo ancora in una zona ad alto rischio dalla
quale usciremo con il lavoro che si sta facendo e che il
Parlamento ha appoggiato con grande senso di
responsabilita'". L'economista Daniel Gros loda l'Italia che
va nella giusta direzione, ma ricorda che se prima era
sull'orlo del baratro, adesso ha fatto solo un passo
indietro e sottolinea che e' necessario essere consapevoli
che serviranno tempi lunghi per rimettere il Paese in sesto.
Un'occasione per fare il punto corale della situazione del
'laboratorio Italia' e' stato l'incontro sul "Futuro
dell'Italia", che ha visto riuniti esponenti del mondo
imprenditoriale, bancario, politico, finanziario, italiani e
no. Tra di loro Passera, Marcegaglia, Vittorio Colao,
Giuseppe Recchi, Enrico Cucchiani, Andrea Orcel, Baudoin
Prot, Mario Moretti Polegato, Domenico Siniscalco, Andrea
Illy, Nerio Alessandri, Daniel Gros, Davide Serra e
Alessandro Profumo. Dichiarazioni off the record, ma per
tutti grande consapevolezza delle difficolta' sul tavolo, dal
lavoro alla scuola, dai giovani alla meritocrazia, dalla
formazione alla spending review. Quello in atto in Italia "e'
un laboratorio che non puo' fallire, dobbiamo fare tutto
quello che e' necessario. Non c'e' una seconda chance per il
Paese", e' una delle riflessioni. Ricette non semplici, ma
che raccolgono l'apprezzamento degli ospiti internazionali
di altissimo livello presenti. Il monito finale di un
imprenditore e' che l'attuale "deve essere un cambiamento
strutturale nella nostra societa' e non e' solo della
politica. Non un una tantum, che alla fine del governo
tecnico tutto riprende come prima, tra la gente, nelle
aziende e nel governo. E' qualcosa che deve restare nella
nostra societa', nel fare politica, nel fare azienda".
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