Con la ripresa economica globale che prendera' slancio nella seconda  meta' di quest'anno il rischio che le quotazioni dei bond governativi  siano destinate a scendere, ed anche ampiamente, e' elevato. Secondo  l'agenzia economica dell'Onu, la Dpad, il Pil mondiale e' atteso in  crescita nel 2013, anche se ad "un ritmo moderato", mentre l'economia  dovrebbe prendere vigore nel 2014, con il Pil che dovrebbe aumentare del  3,1%. I mercati azionari, si sa, anticipano di norma la ripresa, ed  infatti recentemente i principali indici azionari hanno toccato nuovi  massimi storici. Del resto i profitti presentati dalle aziende nelle  ultime tornate trimestrali sono incoraggianti, le fusioni ed  acquisizioni, soprattutto al di fuori dell'Europa, cosi' come le Ipo,  non sono piu' mosche bianche, insomma il momento appare proprio quello  giusto per investire in borsa. L'obiezione che il momento sia piu'  giusto per alcuni paesi che per altri e' ragionevole, i dati sul Pil  atteso differiscono molto tra gli stati che si affacciano sul  Mediterraneo rispetto agli altri dell'Unione Europea o delle Americhe o  dell'Asia, ma essa si scontra con l'osservazione di quello che sta  accadendo per la borsa di Atene ed in parte anche per quella di Lisbona,  due paesi con i quali la crisi economica non e' stata di certo gentile,  anzi, dove le tensioni sociali sono montate negli ultimi mesi molto  piu' che nel Bel Paese. Il listino greco dai minimi dello scorso giugno a  471 punti e' salito recentemente oltre i 1150 (+144% circa), quello  portoghese da 4371 a 6384 circa (+46%), quello italiano da 12295 ai  recenti 18000 punti circa (+46%). E' evidente che gli investitori  globali non scommettono solo sui primi della classe, ma ipotizzano che  anche gli ultimi, se si creeranno come sembra plausibile pensare ora le  giuste condizioni, potranno alzare nuovamente la testa. Anzi, proprio  quelle borse che sono state maggiormente penalizzate in passato hanno a  disposizione maggiori potenziali di crescita salvo la comparsa di gravi  imprevisti che mettano i bastoni tra le ruote alla ripresa mondiale che  le banche centrali stanno tanto faticosamente alimentando. Il  ragionamento non appare privo di attrattiva, il Ftse Mib ad esempio  dovra' rivalutarsi del 150% circa per tornare sui massimi del 2007,  livelli che invece le borse piu' virtuose hanno gia' superato. Sarebbe  tuttavia inutile evidenziare gli ampi spazi a disposizione per una  risalita se non ci fossero i presupposti per vederla concretizzata. Ed  invece, almeno per la borsa italiana, questi presupposti si iniziano a  vedere, nonostante le recenti flessioni. Fintanto che i prezzi  rimarranno al di sotto del picco di inizio anno a 17945 l'uptrend del  Ftse Mib dovra' comunque essere avvicinato con cautela da coloro che si  stanno domandando se e' opportuno dare fiducia alla borsa per un periodo  relativamente lungo, approfittando magari del ripiegamento realizzatosi  nell'ultima settimana nell'ambito almeno della finestra rimanente per  la conclusione dell'anno. Il superamento dei 18000 punti sgombrerebbe il  campo dal rischio di essere testimoni solo di una fase intermedia di  una correzione complessa, iniziata con i massimi del 2011.
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