Qui dovrebbero spiegarci i sociologi certi comportamenti...ti sei mai chiesto perchè in partite sempre di alto livello di tennis/pallavolo/pallacanestro/ecc le tifoserie sono tranquillamente mescolate senza nessun problema mentre per il calcio sappiamo cosa avviene? Io una spiegazione "scientifica" di questo fenomeno non me la so dare...
Si me lo sono chiesto e, mi sono dato una risposta che può essere vera ma, non so fino a che punto:
già quando ero un ragazzino e poi un ragazzo e fino alla partenza per servire la Patria, nelle borgate di Roma
era più facile fare una palla con dei vecchi fogli di giornale poi legati ben stretti e iniziare a prenderla a calci
per le strade o in un campo di periferia. Non vedevo nessuno con una racchetta in mano o salutare portando con se un
borsone con l'equipaggiamento per gli altri sport che hai elencato. Non c'erano palestre e, quasi nulla ma, c'era
tanta allegria. C'erano gli oratori ma, bisognava pagare la tessera ogni mese di 500 lire, altrimenti il prete
non ci faceva giocare. Purtroppo non tutti disponevamo di tale somma ( inizio anni 60 ). Il ripiego era la solita
palla di carta. Come oggi anche in quegli anni, la disponibilità economica faceva la differenza per le scelte
e le attività di ogni tipo. Lo stare in società implica una certa formazione ed educazione che i ragazzi non
ricevono tutti allo stesso modo, semplicemente perchè i genitori non hanno ricevuto e appreso la stessa educazione,
soprattutto se sono cresciuti nel degrado e in ambienti malfamati, dove le mamme facevano i figli e a crescerli
ci pensava la strada. In tale contesto sociale che, non abbiamo perso del tutto, anche le tifoserie cambiano e si
sviluppano in base all'ambiente da cui provengono, ed è, più facile trovare frange più estreme e violente in uno
stadio con una capacità di 70-100000 persone che nelle gare di sport molto meno affollati e soprattutto meno
diffusi e popolari. Gli stadi inoltre, mi ricordano molto il Colosseo, anche per la loro forma e, come 2000 anni
fa il campo di calcio, non è molto diverso dall'arena dei gladiatori, forse oggi cambia il numero: 22 ma, non
la tifoseria. In definitiva, per me, non è cambiato nulla nel corso dei secoli: l'uomo continua a sentire sempre
il bisogno di sfogare istinti, frustrazioni e rabbia, più o meno esasperati a seconda delle vicissitudini della
vita.