stefanofabb
GAIN/Welcome
Prospettive lavoro piu' deboli in Grecia, Italia e Spagna
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Strasburgo, 14 gen - Non ci
sono novita' sostanziali nel rapporto Ue rispetto ai dati
aggiornati da Eurostat sulla disoccupazione e rispetto alle
previsioni macro-economiche della Commissione. In dettaglio,
Bruxelles mette in luce che mentre in Germania il mercato
del lavoro da' segni di reazione, "le prospettive di lavoro
sono attese essere le piu' deboli in Grecia, Italia e
Spagna". Nella Ue agiscono due fattori che vanno in
direzioni opposte pur non attenuando la gravita' della
situazione. Il primo e' che i giovani di eta' inferiore ai
25 anni "sono la prima vittima dell'assenza di posti di
lavoro": si profila ormai la certezza che sta crescendo la
disoccupazione a lungo termine e si sta allargando l'area
della cosiddetta "inattivita' non produttiva" per i giovani,
che ormai costituisce il 13% della popolazione tra i 15 e i
24 anni. Si tratta degli ormai famosi 'Neets' (acronimo
inglese che indica i giovani che appunto non lavorano, non
frequentano corsi di formazione o di avviamento al lavoro).
In Italia, Grecia e Bulgaria si trova in questa situazione
un giovane su cinque. Il secondo fattore e' da catalogare
tra gli eventi positivi: i tassi di non attivita' lavorativa
continuano a calare principalmente grazie all'aumento della
partecipazione delle donne al lavoro. Anche tra gli uomini
l'inattivita' comincia a calare. Purtroppo, pero', questo
andamento positivo viene controbilanciato dall'aumento dello
scoraggiamento nella parte restante della forzalavoro
inattiva, la disoccupazione di lungo termine continua ad
aumentar ormai da tre anni: i disoccupati per oltre 1 anno
sono aumentati del 14,3%, 1,35 milioni di persone, rispetto
al terzo trimestre 2011 raggiungendo 11 milioni di persone
(4,6% della popolazione attiva). E' calata la probabilita'
di uscire dalla disoccupazione: attualmente circa il 40% dei
disoccupati europei ha la probabilita' di restare tale per
oltre un anno.
Per quanto concerne il calo dei posti di lavoro, negli
ultimi 4 anni piu' penalizzate le costruzioni (15,6%), poi
l'industria (9,3%) e il settore commerciale (1,8%).
Stando ai dati di European Restructuring Monitor nel terzo
trimestre la perdita di posti di lavoro annunciati a causa
di ristrutturazione superavano i nuovi posti di lavoro: 148
mila contro 46 mila. Il settore piu' colpito l'industria.
Gli ultimi dati Euroclett confermano il calo del lavoro
temporaneo: per il nono mese consecutivo l'industria ha
registrato una diminuzione delle ore lavorate -9,3% in
settembre rispetto a settembre 2011. Calo dell'11,6% In
Italia (il piu' alto), -11,5 in Francia, seguite dalla
Germania. Tra settembre e novembre, i casi di
ristrutturazione piu' importanti vedono al primo posto lo
stabilimento Ford a Genk, in Belgio (-4300 posti), al
secondo l'Ilva di Taranto (-1942 posti). Nel settore
finanziario vengono segnalati al primo posto il caso di
Bankia (Spagna, -6000 posti) e IntesaSanpaolo (-1000 posti).
Per i nuovi posti di lavoro, nel commercio al dettaglio
Amazon Italia e' al terzo posto (500 nuovi posti).
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Strasburgo, 14 gen - Non ci
sono novita' sostanziali nel rapporto Ue rispetto ai dati
aggiornati da Eurostat sulla disoccupazione e rispetto alle
previsioni macro-economiche della Commissione. In dettaglio,
Bruxelles mette in luce che mentre in Germania il mercato
del lavoro da' segni di reazione, "le prospettive di lavoro
sono attese essere le piu' deboli in Grecia, Italia e
Spagna". Nella Ue agiscono due fattori che vanno in
direzioni opposte pur non attenuando la gravita' della
situazione. Il primo e' che i giovani di eta' inferiore ai
25 anni "sono la prima vittima dell'assenza di posti di
lavoro": si profila ormai la certezza che sta crescendo la
disoccupazione a lungo termine e si sta allargando l'area
della cosiddetta "inattivita' non produttiva" per i giovani,
che ormai costituisce il 13% della popolazione tra i 15 e i
24 anni. Si tratta degli ormai famosi 'Neets' (acronimo
inglese che indica i giovani che appunto non lavorano, non
frequentano corsi di formazione o di avviamento al lavoro).
In Italia, Grecia e Bulgaria si trova in questa situazione
un giovane su cinque. Il secondo fattore e' da catalogare
tra gli eventi positivi: i tassi di non attivita' lavorativa
continuano a calare principalmente grazie all'aumento della
partecipazione delle donne al lavoro. Anche tra gli uomini
l'inattivita' comincia a calare. Purtroppo, pero', questo
andamento positivo viene controbilanciato dall'aumento dello
scoraggiamento nella parte restante della forzalavoro
inattiva, la disoccupazione di lungo termine continua ad
aumentar ormai da tre anni: i disoccupati per oltre 1 anno
sono aumentati del 14,3%, 1,35 milioni di persone, rispetto
al terzo trimestre 2011 raggiungendo 11 milioni di persone
(4,6% della popolazione attiva). E' calata la probabilita'
di uscire dalla disoccupazione: attualmente circa il 40% dei
disoccupati europei ha la probabilita' di restare tale per
oltre un anno.
Per quanto concerne il calo dei posti di lavoro, negli
ultimi 4 anni piu' penalizzate le costruzioni (15,6%), poi
l'industria (9,3%) e il settore commerciale (1,8%).
Stando ai dati di European Restructuring Monitor nel terzo
trimestre la perdita di posti di lavoro annunciati a causa
di ristrutturazione superavano i nuovi posti di lavoro: 148
mila contro 46 mila. Il settore piu' colpito l'industria.
Gli ultimi dati Euroclett confermano il calo del lavoro
temporaneo: per il nono mese consecutivo l'industria ha
registrato una diminuzione delle ore lavorate -9,3% in
settembre rispetto a settembre 2011. Calo dell'11,6% In
Italia (il piu' alto), -11,5 in Francia, seguite dalla
Germania. Tra settembre e novembre, i casi di
ristrutturazione piu' importanti vedono al primo posto lo
stabilimento Ford a Genk, in Belgio (-4300 posti), al
secondo l'Ilva di Taranto (-1942 posti). Nel settore
finanziario vengono segnalati al primo posto il caso di
Bankia (Spagna, -6000 posti) e IntesaSanpaolo (-1000 posti).
Per i nuovi posti di lavoro, nel commercio al dettaglio
Amazon Italia e' al terzo posto (500 nuovi posti).