Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato "volume V" (Gennaio 2013 - Dicembre 2013) (32 lettori)

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Umile contadino
Ecofin, sui tassi di cambio necessario coordinamento contro svalutazioni


Di Francesca Gerosa

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La Commissione europea apprezza la dichiarazione del G7 sul problema delle valute, anche se, come ha detto il vicepresidente, Olli Rehn, al termine dell'Ecofin, un'eccessiva volatilità dei tassi di cambio può avere effetti negativi sulla crescita e l'inflazione.

I ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali del G7, all'indomani dell'Eurogruppo, hanno affermato che i tassi di cambio devono essere determinati dai mercati: "riaffermiamo il nostro impegno di lunga data per tassi di cambio determinati dal mercato e di consultarci strettamente per quanto riguarda le azioni sui mercati valutari".

I Paesi del G7 si sono quindi impegnati a perseguire i loro obiettivi di politica monetaria e di bilancio attraverso "strumenti interni", assicurando che non interverranno sui tassi di cambio. Rehn ha quindi auspicato che anche il G20, come il G7 nella dichiarazione riferita all'Eurogruppo dal presidente di turno, il ministro inglese George Osborne, riaffermi il suo impegno rivolto alla creazione di un sistema monetario più stabile che rispecchi i fondamentali dell'economia, senza intervenire sui tassi di cambio.

I tassi di cambio non devono essere "un obiettivo politico", ha insistito Rehn. E se l'euro è ampiamente in linea con la media a lungo termine in termini reali, tuttavia uno studio dello scorso dicembre della Commissione Ue ha mostrato che un forte apprezzamento dell'euro ha un impatto maggiore sui prezzi nei Paesi meridionali dell'eurozona.

Un eccesso di volatilità e i movimenti disordinati dei tassi di cambio possono quindi avere un "impatto negativo per la stabilità economica e finanziaria" ecco perché, secondo Rehn, "dobbiamo puntare su un coordinamento attivo delle politiche per prevenire un'ondata di svalutazioni competitive".

Come ha spiegato al termine dell'Ecofin, lo stesso Rehn sarà al fianco del presidente di turno dell'Ecofin, Michael Noonan, in rappresentanza dell'Ue al G20 finanziario che si terrà a Mosca nel fine settimana. "In diverse occasioni il G20 ha riaffermato l'interesse condiviso dai suoi membri per un sistema finanziario internazionale forte e stabile, con tassi di cambio di mercato che riflettano i fondamentali dell'economia. E noi, come Unione europea, abbiamo sempre ribadito questo nelle riunioni del G20 così come nel contesto del G7. Per questo accogliamo con favore la dichiarazione di oggi del G7", ha concluso Rehn.

L'invito che il ministro dell'Economia francese, Pierre Moscovici, porterà al G20 questo weekend sarà "riflettere a livello mondiale su una strategia dei cambi che sia coordinata e intelligente". Per Moscovici non si tratta di fare pressioni sulla Bce né di intervenire tempestivamente, dovendo rispettare l'indipendenza della politica monetaria. Piuttosto, ha spiegato oggi, occorre un "approccio coordinato perché i cambi riflettano i fondamentali delle nostre economie" senza intralciare la crescita.

Ma il fronte è diviso. Il ministro dell'Economia tedesco, Wolfgang Schaeuble, al termine dell'Ecofin oggi ha detto che non vede "alcun problema di cambi in Europa" e che al G20 è necessario mantenere lo slancio della regolamentazione dei mercati. Anche il ministro delle finanze irlandese, Michael Noonan, ha puntualizzato che non è previsto nessun intervento sui cambi: "veniamo da un periodo di instabilità della nostra moneta, è troppo presto per dire che è troppo forte". Sulla questione l'Irlanda segue quindi la linea della Bce.

"Poiché i politici si riuniscono questa settimana per il G20, ci aspettiamo che l’attenzione su questo argomento continui ad aumentare", ha previsto Sara Yates, Global Currency Strategist di JP Morgan Private Bank, secondo cui le decisioni del Giappone, in particolare, potranno guadagnare le prime pagine. "Questo potrebbe portare gli investitori a preoccuparsi del fatto che la politica giapponese cambierà direzione e potrebbe pesare sul cambio dollaro/yen e altri cross con la valuta giapponese".

Ma "riteniamo che tali preoccupazioni siano infondate. La politica del Giappone è volta a stimolare l'inflazione e la crescita, obiettivi sensati dato il lungo periodo di crescita limitata e deflazione. Tuttavia, una conseguenza di questa politica è una valuta più debole", ha precisato l'esperta di JP Morgan.
"Questa è anche la conseguenza del quantitative easing o di un banchiere centrale che mostra il disagio per il recente livello del tasso di cambio della sua valuta". Pertanto, mentre la debolezza delle yen potrebbe essere nascosta dalle notizie dedicate al G20, "non ci aspettiamo che tali preoccupazioni possano avere il potenziale sufficiente nella comunità internazionale per invertire le politiche del Giappone o l'andamento dello yen".
Il dibattitto sull'euro ha fatto passare in secondo piano il problema non ancora risolto degli aiuti a Cipro: un accordo per la concessione degli aiuti internazionali dovrebbe essere finalizzato dopo le elezioni in programma nel Paese nel prossimo fine settimana e comunque entro il mese di marzo.
La Commissione Ue, dopo l'ipotesi illustrata ieri dal Financial Times sulla bozza di proposta di prelievo di risorse dai depositi bancari ciprioti, ha dal canto suo ribadito che "non c'è alcuna opzione di coinvolgimento del settore privato per Cipro, il caso della Grecia era unico".
"Le discussioni sull'accordo per gli aiuti su Cipro vanno avanti", ha assicurato Noonan, che si attende la finalizzazione del pacchetto comprensivo per Cipro entro marzo, come annunciato. Tuttavia per Schaeuble Cipro deve fare di più per convincere la comunità internazionale della completa adozione delle regole per contrastare il riciclaggio del denaro sporco in vista di un accordo con la troika per la concessione degli aiuti.
Nicosia si trova in una grave crisi economica e ha da tempo richiesto aiuti all'Eurozona, facendo pressioni per accelerare l'iter decisionale per l'erogazione di un piano da 16,7 miliardi di euro. Il Paese è però considerato da molti un paradiso fiscale e del riciclaggio di denaro, in particolare per alcuni oligarchi russi, le cui partecipazioni nel sistema finanziario cipriota, ormai vicino al collasso, sono al vaglio dei funzionari della Troika.
 

belindo

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Ci manca ancora uno sprintarello per uscire dal trend riba sul FBTP, me ne sono accorto solo ora. :rolleyes:
 

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Il fixing dell'oro e' stato posto nel pomeriggio sul London Bullion Market a 1647,5 dollari l'oncia, in rialzo sulla rilevazione di stamane a 1641,75 dollari.
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