(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 05 mar - E' la
prima volta che la Commissione europea affronta con maggiore
chiarezza la connessione tra l'inflazione bassa e i livelli di
indebitamento. Nella comunicazione sugli squilibri
macro-economici, l'esecutivo Ue indica che la stabilita' dei
prezzi (nell'accezione Bce di inflazione sotto ma vicina al 2%
nel medio termine) "e' importante per la crescita a medio
termine". Ma, come gia' nelle previsioni economiche della
scorsa settimana, mette in guardia dai rischi di un periodo
protratto di bassa inflazione. "Una inflazione molto bassa
implica un adeguato grado di flessibilita' nominale per
realizzare aggiustamenti dei salari reali che possono essere
necessari per ridurre la disoccupazione". Ma, dice la
Commissione, l'aggiustamento dei costi del lavoro dipende non
solo dalla situazione dei vari paesi membri, ma anche dal
comportamento dei concorrenti dentro e fuori l'Eurozona e dal
tasso di cambio nominale dell'euro. Il tasso di cambio,
aggiungono gli economisti della Dg affari economici, non e' un
obiettivo della 'policy' europea. (o almeno non lo e'
dichiaratamente). E le pressioni al rialzo possono derivare da
eventi interni quanto da eventi esterni. L'analisi si ferma
qui. La Commissione non fornisce indicazioni ulteriori
limitandosi a fornire qualche spunto alla discussione. Nel caso
dell'Italia segnala che la crescita modesta e l'inflazione
bassa per un lungo periodo rende l'aggiustamento economico
interno piu' problematico dato il consolidamento di bilancio
simultaneo negli altri paesi, il processo di riduzione
dell'indebitamento privato. E' uno scenario che rende "piu'
difficile" l'aumento delle esportazioni italiane. Questo quadro
e' rafforzato dai limiti imposti all'azione della politica
monetaria nel contrasto della deflazione, limiti dovuti
all'avvicinamento al livello inferiore dei tassi di interesse
ufficiali. La Commissione rileva che un periodo di inflazione
ai minimi molto al di sotto del 2% "anche nei paesi Eurozona
non vulnerabili ridurrebbe lo spazio per l'aggiustamento dei
prezzi per guadagnare competitivita' in Italia rendendo la
riduzione del debito/pil piu' complicata". Inoltre
l'aggiustamento asimmetrico nell'unione monetaria e l'aumento
del surplus dei conti esterni Eurozona "potrebbe condurre a
un'apprezzamento del cambio dell'euro". Apprezzamento che
potrebbe avere effetti "dannosi" sugli squilibri interni
dell'Eurozona. Antonio Pollio Salimbeni
05-03-14 20:34:23