STROZZINAGGIO
Forumer attivo
tassati anche da morti
Legge di stabilità 2015, rischio aumento tassa di successione
Parenti, fratelli, estranei: così cambieranno aliquote e franchigie
Mentre continuano a impazzare le novità fiscali dell’anno in corso, si affacciano già quelle del prossimo. Lo spettro che si è presentato in questi giorni sulla stampa è una vecchia conoscenza dei contribuenti italiani: la tassa di successione, che potrebbe essere inasprita a partire dalla legge di stabilità 2015.
L’anticipazione è davvero spaventosa per i tanti italiani che potrebbero ereditare alcuni beni in seguito alla scomparsa di un congiunto: al fine di incrementare il gettito, sarebbe infatti allo studio, nelle segrete stanze del ministero dell’Economia, una pesante revisione della tassa che regola i passaggi di proprietà per successione ereditaria.
L’eredità
Al momento la tassa di successione è regolata in base a quattro aliquote che scattano a seconda dell’affinità tra gli eredi, più un paio di franchigie cuscinetto, che proteggono, entro certe soglie, dalla riscossione dell’imposta.
Tali margini, sono da riconoscere nel 4% per i parenti in linea retta del valore dell’eredità al di sopra del milione di euro; per i fratelli e sorelle si sale al 6%, con abbattimento del tetto a 100mila euro. Per tutti gli altri, vale la medesima percentuale, ma senza alcun tipo di esenzione. Si sale all’8% in caso di patrimonio lasciato a un estraneo.
Secondo i conteggi elaborati dagli istituti nazionali, il valore dei beni ereditati in Italia è pari a 56 miliardi di euro, con 1,5 la popolazione stimata di eredi. I conteggi, però, parlano di un gettito inferiore alle reali possibilità, dal momento che la rendita catastale avrebbe calmierato l’aliquota al 5,8% assieme alla franchigia di un milione di euro per i parenti in linea retta.
Insomma, il 94% degli eredi in Italia non gode di alcuna soglia di esenzione e sarebbe tassata tra il 6 e l’8%: una percentuale che allontana il nostro Paese dai criteri dei partner europei, con un possibile recupero di 500 milioni di euro e una maggiore distribuzione del carico fiscale nelle imposte di successione.
Così facendo, poi, si arriverebbe all’incremento di tassazione richiesto in sede comunitaria sulle rendite al posto di produzione e consumi, per favorire la ripresa dell’economia.
Cosa cambierà. Al momento sarebbero allo studio un innalzamento della tassa dal 4 al 5% dell’aliquota in linea retta, e dal 6 all’8% per gli altri congiunti. La tassa per i non parenti designati eredi dovrebbe salire al 10%. Anche la franchigia potrebbe scendere: dall’attuale milione per i parenti stretti, si dovrebbe ridurre di un valore compreso tra 200 e 300 mila euro, con taglio drastico per fratelli e sorelle da 100mila a 30mila.
Legge di stabilità 2015, rischio aumento tassa di successione
Parenti, fratelli, estranei: così cambieranno aliquote e franchigie
Mentre continuano a impazzare le novità fiscali dell’anno in corso, si affacciano già quelle del prossimo. Lo spettro che si è presentato in questi giorni sulla stampa è una vecchia conoscenza dei contribuenti italiani: la tassa di successione, che potrebbe essere inasprita a partire dalla legge di stabilità 2015.
L’anticipazione è davvero spaventosa per i tanti italiani che potrebbero ereditare alcuni beni in seguito alla scomparsa di un congiunto: al fine di incrementare il gettito, sarebbe infatti allo studio, nelle segrete stanze del ministero dell’Economia, una pesante revisione della tassa che regola i passaggi di proprietà per successione ereditaria.
L’eredità
Al momento la tassa di successione è regolata in base a quattro aliquote che scattano a seconda dell’affinità tra gli eredi, più un paio di franchigie cuscinetto, che proteggono, entro certe soglie, dalla riscossione dell’imposta.
Tali margini, sono da riconoscere nel 4% per i parenti in linea retta del valore dell’eredità al di sopra del milione di euro; per i fratelli e sorelle si sale al 6%, con abbattimento del tetto a 100mila euro. Per tutti gli altri, vale la medesima percentuale, ma senza alcun tipo di esenzione. Si sale all’8% in caso di patrimonio lasciato a un estraneo.
Secondo i conteggi elaborati dagli istituti nazionali, il valore dei beni ereditati in Italia è pari a 56 miliardi di euro, con 1,5 la popolazione stimata di eredi. I conteggi, però, parlano di un gettito inferiore alle reali possibilità, dal momento che la rendita catastale avrebbe calmierato l’aliquota al 5,8% assieme alla franchigia di un milione di euro per i parenti in linea retta.
Insomma, il 94% degli eredi in Italia non gode di alcuna soglia di esenzione e sarebbe tassata tra il 6 e l’8%: una percentuale che allontana il nostro Paese dai criteri dei partner europei, con un possibile recupero di 500 milioni di euro e una maggiore distribuzione del carico fiscale nelle imposte di successione.
Così facendo, poi, si arriverebbe all’incremento di tassazione richiesto in sede comunitaria sulle rendite al posto di produzione e consumi, per favorire la ripresa dell’economia.
Cosa cambierà. Al momento sarebbero allo studio un innalzamento della tassa dal 4 al 5% dell’aliquota in linea retta, e dal 6 all’8% per gli altri congiunti. La tassa per i non parenti designati eredi dovrebbe salire al 10%. Anche la franchigia potrebbe scendere: dall’attuale milione per i parenti stretti, si dovrebbe ridurre di un valore compreso tra 200 e 300 mila euro, con taglio drastico per fratelli e sorelle da 100mila a 30mila.
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