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Bce lontana da tasso di inversione - de Guindos
20/11/2019 Ore 11:40


FRANCOFORTE, 20 novembre (Reuters) - I tassi di interesse
della Banca centrale europea non sono ancora vicini al
cosiddetto tasso di inversione, in cui i tassi bassi in realtà
ostacolano il settore bancario anziché stimolare i prestiti,
secondo il vicepresidente della Bce Luis de Guindos.
Gli effetti collaterali negativi della politica ultra
accomodante della Bce stanno tuttavia diventando più evidenti e
richiedono un monitoraggio, ha dichiarato De Guindos durante una
conferenza stampa.
La Bce ha ridotto il tasso sui depositi a un minimo record a
-0,5% a settembre e i mercati vedono la possibilità di un
ulteriore taglio l'anno prossimo, anche se le banche lamentano
che i tassi bancari ultra bassi stanno danneggiando gli utili e
possono ostacolare il flusso di credito verso l'economia.


((Tradotto da Redazione Danzica, in redazione a Milano
Cristina Carlevaro, [email protected], +48
587785176))
 

camaleonte

Forumer storico
ESM - Il salvataggio degli stati diventa condizionato 20/11/2019 13:47 - WS

La complicata ingegneria finanziaria dello European Stability Mechanism, una delle articolazioni più oscure dell’apparato burocratico comunitario, è diventata nelle ultime ore un tema del confronto politico, con accuse di alto tradimento arrivate dall’opposizione e governo in affanno.

La proposta di riforma del funzionamento di quel che viene ancora definito fondo salva stati, anche se non è un fondo ma una vera e propria società per azioni con capitale proprio, merita di essere approfondito perché in gioco c’è il funzionamento del sistema di soccorso finanziario agli stati in difficoltà. Francia e Germania, con il sostegno di qualche altro paese del fronte del Nord, stanno cercando introdurre delle novità molto importanti, in quanto subordinano l’intervento ad alcuni requisiti, tra cui l’indebitamento, l’esposizione delle banche del paese ai propri titoli di Stato. In più, centralizzano le decisioni strategiche nella mani di alcuni paesi di riferimento. La riforma si inquadra nel più vasto disegno dell’integrazione bancaria: i tedeschi hanno deciso di procedere e di provare a realizzarla sul serio, ma per alcuni stati, c’è il rischio di essere messi alle corde.

Per capire di che si parla, andiamo indietro di qualche anno.
L’ESM è nato nel 2012 in sostituzione del primo fondo salva stati EFSF, il soggetto guidato dal tedesco Klaus Regling è dotato di un capitale proprio, sottoscritto ed in parte versato dai paesi partecipanti, sulla base di quote calcolate facendo riferimento a Pil e popolazione di ogni singolo paese. L’Italia è il terzo contributore, avendo versato circa 14 miliardi di euro. Ai primi due posti ci sono la Germania con 21,7 miliardi di euro e la Francia con 16,3 miliardi. Fino ad oggi l’ESM ha aiutato Irlanda, Portogallo, le banche spagnole, Cipro e la Grecia. Tutto è andato a buon fine e da anni l’ESM è stato attivo soprattutto come emittente di propri bond.


Nel corso dell’Eurogruppo del dicembre 2018 è partito l’iter di riferma dell’ESM, confermato poi nell’Eurogruppo di giugno 2019.
Le modifiche dovranno essere approvate dall’Eurogruppo, poi dal Consiglio europeo del 4 dicembre/13 dicembre 2019. In caso di esito positivo occorrerà il voto del parlamento di tutti i singoli stati membri tra cui anche quello italiano.

Molto in sintesi, cosa cambia.

L’ESM diventa un organo non giuridicamente dipendente dalla Ue, avendo un suo proprio trattato istitutivo separato, la cui bozza è appunto in fase di approvazione.


L’ESM potrà erogare finanziamenti ai suoi membri mediante due forme di linee di credito (PCCL, linea di credito precauzionale ed ECCL, linea di credito a regime. Per accedervi, il debito dello stato membro sarà sottoposto ad un test di sostenibilità sulla base di alcuni requisiti tra cui: Deficit Pil sotto il 3% nei 2 anni antecedenti la richiesta. Debito/Pil sotto il 60% (o una riduzione della quota in eccesso negli ultimi 2 anni ad un ritmo di 1/20esimo all’anno.
Nel caso in cui non vengano rispettato uni dei pre requisiti sembrerebbe possibile la richiesta di ristrutturazione del debito. Qui è meglio essere cauti, in quanto nell’articolo 123B della bozza di trattato si fa riferimento genericamente ad un “private sector involvement”, solo in casi eccezionali.


L’ESM non avrà più a disposizione il Direct Recapitalisation Instrument ossia non potrà più ricapitalizzare direttamente le banche come accaduto nel caso spagnolo, ma potrà solo finanziare il Single Resolution Fund (SRF), il fondo istituito dalla Ue e finanziato con versamenti da parte delle banche per risolvere casi di banche in difficoltà. Questo nuovo sistema, definito Common Backstop, entrerà in vigore al più tardi dall’1 gennaio 2024, ma potrebbe essere introdotto anche prima, a condizione che le banche si impegnino nella riduzione delle sofferenze.
L’ESM prenderà le sue decisioni con il criterio della maggioranza qualificata dell’80%. Questo comporta che solo la Germania o la Francia hanno un diritto di veto, essendo gli unici due paesi con un peso superiore al 20%.

Vengono introdotte le CACS (clausole di azione collettiva su eventuali modifiche dei termini di pagamento di un bond) nella forma single-limb su tutti i titoli governative emessi dal 1 gennaio 2022. Si tratta di CACS diverse da quelle attualmente vigenti sulle emissioni da gennaio 2013, essendo queste delle clausole double-limb. Proviamo a spiegare. Con le CACS double limb, in caso di richiesta di ristrutturazione, si vota su ogni serie o ISIN di emissione di titoli di stato, più un altro voto per l'insieme dei titoli coinvlti nella proposta di ristrutturazione. Con le CACS single limb invece con un singolo voto si può ristrutturare l’intero debito.





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Ray Strapazzo

"IL DEBITO BUONO CI SALVERA'" (Mario Draghi)
MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ, COSA PREVEDE LA BOZZA DI RIFORMA CHE PUÒ APRIRE LA STRADA ALLA RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO

Cinque mesi fa il via libera dei capi di Stato Ue, da confermare entro dicembre. Ma spaventano le condizionalità a cui sarebbero sottoposti gli aiuti finanziari ai Paesi in crisi. Il governatore di Bankitalia Visco vede un “rischio enorme". E Giampaolo Galli, audito come rappresentante dell'Osservatorio sui conti pubblici, ha avvertito: "Azioni o parole che possano ingenerare il timore di una ristrutturazione o peggio di un default, vanno considerati come un pericolo per l'Italia e per gli italiani".

Fondo salva-Stati, Palazzo Chigi: “Revisione già firmata? Palesi falsità. Se scopre ora il tema è segno di trascuratezza da vicepremier”

Sono molto meno chiare le conseguenze che potrebbero discendere dalla riforma per l’Italia. Perché la bozza messa a punto dall’Eurogruppo e approvata dai capi di Stato dispone che i vertici del Meccanismo – oggi guidato dal tedesco Klaus Regling – siano chiamati a valutare in via preventiva la situazione finanziaria degli Stati, compresa la sostenibilità del debito stesso. E arriva ad evocare la possibilità che i debiti pubblici giudicati troppo elevati siano ristrutturati. Per i mercati equivale a parlare di default, con tutto quel che ne deriva. La Grecia insegna. La parola “ristrutturazione“, va detto, non compare. Ma nel preambolo si parla della possibilità, nel caso in cui il fondo conceda aiuti finanziari accompagnati da un programma di aggiustamento, di un “coinvolgimento del settore privato” (“private sector involvement”). Di fatto una perifrasi per dire che i creditori pagherebbero un prezzo. Tradotto: le scadenze o gli importi dei rimborsi potrebbero essere rinegoziati. Ristrutturazione, dunque.

A impensierire sono anche le altre condizionalità a cui sarebbero sottoposti gli aiuti finanziari del Mes ai Paesi dell’Eurozona che si trovino in gravi difficoltà e perdano l’accesso al mercato. Il veicolo – che ha 700 miliardi di capitale e vede l’Italia al terzo posto tra i soci dietro Germania e Francia – richiederebbe infatti il rispetto rigoroso dei criteri di Maastricht e del Fiscal Compact. A partire da un rapporto debito/pil inferiore al 60% o “almeno” un tasso di riduzione del debito in eccesso debba essere pari a 1/20 all’anno. [...]

Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco la settimana scorsa, commentando l’ipotesi di riforma del Mes, ha parlato di “rischio enorme che il mero annuncio di una introduzione della ristrutturazione del debito possa innescare una spirale perversa di aspettative di default”. E il professor Giampaolo Galli, audito come rappresentante dell’Osservatorio sui conti pubblici di Carlo Cottarelli, ha evidenziato “elementi di criticità” e “preoccupazione” perché “azioni o parole che possano ingenerare il timore di una ristrutturazione (del debito, ndr) o peggio di un default, vanno considerati come un pericolo per l’Italia e per gli italiani”. “Il Mes è un’istituzione molto utile”, è stata la sua conclusione, “che deve continuare ad avere il pieno sostegno dell’Italia” perché prevede anche aspetti positivi come l’approvazione del backstop, una sorta di “rete di sicurezza finanziaria”, per il Fondo di risoluzione unico delle Banche, da utilizzare per far fonte a crisi bancarie nel caso in cui non fossero sufficienti le risorse disponibili.

Ma “preoccupa l’idea che, in certe circostanze, la ristrutturazione del debito pubblico possa diventare una precondizione per avere accesso alle risorse del Mes”. E “occorre rafforzare il ruolo della Commissione rispetto al Mes, evitare che le Cac “single limb” (nuove clausole da inserire nei titoli di Stato di tutti i Paesi membri, ndr) facilitino eccessivamente la ristrutturazione del debito”, oltre a “sottolineare con forza che la ristrutturazione del debito pubblico non può essere decisa sulla base di valutazioni meccaniche e va valutata con grande attenzione, con il pieno coinvolgimento delle autorità nazionali, perché rischia di aggravare la condizione economica e sociale di una nazione, nonché di avere effetti di contagio molto negativi sull’intera eurozona“. [...]

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Tranquilli, "il percorso" vi salverà
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Switchphysical

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Buonasera a :invasion:.
L'azzeramento della volatilita' :clava: su tutti gli assets :ola: (equity,Tbond,bund,rimanenti principali tds area euro,cambio) dimostra la millimetrica :maestro: :tel: presenza di algo Powell 1 :bow: in perfetto coordinamento con algo Lagarde 2.0 :bow: si lascia spazio quanto basta per gratificare quelli che vivono alla giornata :brr: :melo: :tristezza: :mbe: (prendete esempio dal mod Walter :bow: lui pero' puo' :D e' gia' straricco :banana: e si diverte a giocare :) ),nessuno puo' permettersi di andare contro l'enorme potenza di fuoco :transf: dei due bazooka :transf: ,ne usciranno vincenti :winner: solo quelli che avranno la costanza :gossip::tutti: di continuare i due percorsi :car: :car: in altri momenti senza la rete di protezione :transf: dei due algo :bow: il sistema sarebbe al collasso da anni :titanic::titanic: non si puo' :no: non e' consentito :no: non vi lasciano alternative :up: o vi accodate :ola: o state a guardare l'esplosione :transf: controllata :fonzie: nei minimi dettagli :maestro::fonzie::maestro::stop: dei due rally :jack::babbo: .
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