MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ, COSA PREVEDE LA BOZZA DI RIFORMA CHE PUÒ APRIRE LA STRADA ALLA RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO
Cinque mesi fa il via libera dei capi di Stato Ue, da confermare entro dicembre. Ma spaventano le condizionalità a cui sarebbero sottoposti gli aiuti finanziari ai Paesi in crisi.
Il governatore di Bankitalia Visco vede un “rischio enorme". E Giampaolo Galli, audito come rappresentante dell'Osservatorio sui conti pubblici, ha avvertito: "Azioni o parole che possano ingenerare il timore di una ristrutturazione o peggio di un default, vanno considerati come un pericolo per l'Italia e per gli italiani".
Fondo salva-Stati, Palazzo Chigi: “Revisione già firmata? Palesi falsità. Se scopre ora il tema è segno di trascuratezza da vicepremier”
Sono molto meno chiare le
conseguenze che potrebbero discendere dalla riforma
per l’Italia. Perché la
bozza messa a punto dall’Eurogruppo e approvata dai capi di Stato dispone che i vertici del Meccanismo – oggi guidato dal tedesco
Klaus Regling – siano chiamati a valutare
in via preventiva la situazione finanziaria degli Stati, compresa la
sostenibilità del debito stesso. E arriva ad
evocare la possibilità che i
debiti pubblici giudicati
troppo elevati siano
ristrutturati. Per i
mercati equivale a parlare di
default, con tutto quel che ne deriva. La
Grecia insegna. La parola “
ristrutturazione“, va detto, non compare. Ma nel preambolo si parla della possibilità, nel caso in cui il fondo conceda aiuti finanziari accompagnati da un programma di aggiustamento, di un “coinvolgimento del settore privato” (“
private sector involvement”). Di fatto una perifrasi per dire che
i creditori pagherebbero un prezzo. Tradotto: le scadenze o gli importi dei rimborsi potrebbero essere rinegoziati. Ristrutturazione, dunque.
A impensierire sono anche le altre
condizionalità a cui sarebbero sottoposti gli
aiuti finanziari del Mes ai Paesi dell’Eurozona che si trovino in gravi difficoltà e perdano l’accesso al mercato. Il veicolo – che ha
700 miliardi di capitale e vede l’
Italia al terzo posto tra i soci dietro
Germania e
Francia – richiederebbe infatti il rispetto rigoroso dei
criteri di Maastricht e del Fiscal Compact. A partire da un rapporto debito/pil inferiore al 60% o “almeno” un
tasso di riduzione del debito in eccesso debba essere pari a 1/20 all’anno. [...]
Il governatore di Bankitalia
Ignazio Visco la settimana scorsa, commentando l’ipotesi di riforma del Mes, ha parlato di “
rischio enorme che il mero annuncio di una
introduzione della ristrutturazione del debito possa innescare una spirale perversa di aspettative di default”. E il professor
Giampaolo Galli, audito come rappresentante dell’Osservatorio sui conti pubblici di Carlo Cottarelli, ha evidenziato “elementi di criticità” e “
preoccupazione” perché “azioni o parole che possano ingenerare il timore di una
ristrutturazione (
del debito, ndr) o peggio di un
default, vanno considerati come un pericolo per l’Italia e per gli italiani”. “Il Mes è un’istituzione molto utile”, è stata la sua conclusione, “che deve continuare ad avere il pieno sostegno dell’Italia” perché prevede anche aspetti positivi come l’approvazione del
backstop, una sorta di “rete di sicurezza finanziaria”, per il Fondo di risoluzione unico delle Banche, da utilizzare per far fonte a crisi bancarie nel caso in cui non fossero sufficienti le risorse disponibili.
Ma “preoccupa l’idea che, in certe circostanze, la ristrutturazione del debito pubblico possa diventare una precondizione per avere accesso alle risorse del Mes”. E “occorre rafforzare il ruolo della Commissione rispetto al Mes, evitare che le
Cac “single limb” (
nuove clausole da inserire nei titoli di Stato di tutti i Paesi membri, ndr) facilitino eccessivamente la ristrutturazione del debito”, oltre a “sottolineare con forza che la ristrutturazione del debito pubblico non può essere decisa sulla base di valutazioni meccaniche e va valutata con grande attenzione, con il pieno coinvolgimento delle autorità nazionali, perché rischia di
aggravare la condizione economica e sociale di una nazione, nonché di avere
effetti di contagio molto negativi sull’intera eurozona“. [...]
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Tranquilli,
"il percorso" vi salverà