(Alliance News) - Con lo spread ben sotto i 250 punti vanno avanti le trattative informali per la formazione del nuovo governo di centrodestra e per una transizione ordinata con l'esecutivo guidato da Mario Draghi. Venerdì scorso il differenziale di rendimento tra i BTP a 10 anni e i corrispondenti Bund tedeschi aveva chiuso a 241 punti.
Oggi lo scostamento è a quota 244 punti, dopo una settimana tutto sommato tranquilla, specie rispetto ai rally delle Borse internazionali e di Milano. I mercati sembrano aver digerito l'affermazione del centrodestra alle elezioni di domenica 25 settembre e hanno sospeso il giudizio, in attesa di vedere la lista dei ministri. I tempi, va ricordato, non sono celerissimi: il 13 ottobre è prevista la prima riunione delle nuove Camere in versione ridotta (600 deputati in tutto), quindi la nomina dei presidenti e la formazione dei gruppi parlamentari. A quel punto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, potrà finalmente iniziare le consultazioni di governo e dare, verosimilmente, l'incarico a Giorgia Meloni, che potrebbe presentare il suo esecutivo entro fine mese. Ovviamente, pur nel rispetto delle prerogative del capo dello Stato, la politica e la macchina del governo non si sono fermate e la stessa Meloni ha avuto più di un colloquio informale con Mattarella. Ma la premier in pectore ha ovviamente parlato ben di più con Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, per provare a buttare giù una prima lista di ministri. Per l'Economia non si è riusciti a convincere, almeno per ora, il membro del board della BCE Fabio Panetta, che l'anno prossimo è in pole position per succedere a Ignazio Visco come governatore della Banca d'Italia. E così i nomi più accreditati sono quelli dell'ex ministro torinese Domenico Siniscalco e, con chance minori, del capo di CDP, Dario Scannapieco, che sarebbe in grande continuità con Draghi. Vagliata, ma scartata, la conferma di un ex Bankitalia come Daniele Franco, a cui Fratelli d'Italia e Lega imputano una gestione non soddisfacente (per i due partiti) delle partite bancarie, Montepaschi in testa. Invece alle Infrastrutture potrebbe andare il leader del Carroccio, Matteo Salvini, mentre non è esclusa una conferma del fisico Roberto Cingolani alla Transizione energetica. Di sicuro, nel caos dell'approccio europeo al problema del gas, il nuovo governo dovrà confermare le misure attuali per il sostegno di famiglie e imprese, alle prese con il caro bollette. Sul tavolo c'è anche il passaggio di consegne del Pnrr, sul quale negli ultimi due giorni ci sono state alcune frizioni tra Draghi e Meloni, che parlava di ritardi. Sulla carta, il governo uscente ha centrato tutti gli obiettivi previsti fino al primo semestre 2022 e dopo il primo finanziamento è stata incassata la prima rata da EUR21 miliardi. Mentre la seconda rata è in arrivo. Tuttavia ci sono stati dei problemi di spesa, come si legge nell'ultima Nadef, dove il governo scrive: "L'ammontare di risorse effettivamente spese per i progetti del Pnrr nel corso di quest'anno sarà inferiore alle proiezioni presentate nel Def per il ritardato avvio di alcuni progetti che riflette, oltre i tempi di adattamento alle innovative procedure del Pnrr, gli effetti dell'impennata dei costi delle opere pubbliche". Significa che il rincaro delle materie prime ha rallentato le gare e infatti sono stati spesi EUR15 miliardi contro gli EUR29,4 miliardi previsti. Insomma, il governo Meloni dovrà rifare un bel po' di bandi, se non vorrà avere una minore crescita del PIL per il 2023, con tutte le ricadute sulla finanza pubblica. Andando ai singoli dossier aperti, per Monte dei Paschi - oggi a EUR22,85 con un verde del 2,0% - Meloni e i suoi collaboratori si augurano solo che l'aumento di capitale vada in porto e che si trovino quegli EUR900 milioni che sono chiesti al mercato. Poi si parlerà con Bruxelles e si discuterà se e come rallentare ulteriormente la privatizzazione di Rocca Salimbeni. Sul fronte della vendita di ITA Airways, continuano i negoziati con la cordata guidata dal fondo statunitense Certares, con cui si muovono anche Delta Air Lines e Air France. La cordata vuole comprare il 50% più un'azione della compagnia italiana. Fabio Rampelli, uno dei colonnelli romani di Fratelli d'Italia, ha affermato che il dossier "sarà personalmente attenzionato da Giorgia Meloni". Ma non ha specificato in quale senso. Infine, c'è l'annosa questione della Rete unica. Qui si attende l'offerta vincolante di Cdp e Macquarie a Tim - oggi su del 2,1% a EUR0,19 -, che sarebbe pronta, ma ormai pare assodato che verrà presentata solo quando ci sarà un governo in carica. di Francesco Bonazzi;
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All-News titola!!!! Spread tranquillo mentre Meloni studia la transizione.. si dello spread!! Ma io dico!! Spread a 248 Titoli di Stato | Obbligazioni - Investing.com