Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato

Gira e rigira sempre qui si va a finire a ragionare.
L'inflazione per la metà è influenzata dal prezzo del gas e se posso capirne l'aumento in 12 mesi non riesco a capire come possa proseguire nei 12 mesi successivi.
QUindi io tutta sta fretta di alzare i tassi non l'avrei se non per aiutare il cambio ma consapevole che poi vado a mettere in ginocchio gli indebitati che sono le imprese, le famiglie e i paesi ad alto debito.
Creando il TPI sapevano che un aumento dei tassi avrebbe comportato un allargamento dello spread e nel caso del nostro paese avevamo anche delle elezioni delicate ma tenendo questo meccanismo in cassaforte e rendendolo solo utilizzabile dal momento in cui verrà considerato che un paese paghi troppo spread ma non a sua colpa (e questo è per me il motivo per cui il nuovo esecutivo nascerà con molti tecnici nei posti chiave) è chiaro il tentativo di tenerci per le palle............
Mi sembra tutto un sistema che si sta reggendo in piedi ma che sia sull'orlo di capottare.
A voi no?
Regge come al distributore per il momento! :clava: La vera tabella che ho estrapolato e fa riferimento ai prezzi energia in diretta non esprime il valore esatto di cui avremmo bisogno in Italia e che applicano alla pompa con costi anche doppi da un posto all'altro(essendo dimezzato quasi dai massimi abbiamo ancora prezzi quasi su massimi, ovvero metano da 2,9-3,5 euro kg.). GME - Gestore dei Mercati Energetici SpA La situazione è molto grave e se il governo non mette mano a fine anno saremo penalizzati più di adesso per non dire altro,ciao. Altro punto sui tassi ! L'IRS decennale(3,11%) contro 2,39 sullo swap trentennale continua il suo divario tenendo in scacco i Btp più lunghi.. Eurirs oggi
 
Leader Ue dibattono su risposta a crisi energetica
Oggi 13:13 - RSF
PRAGA, 7 ottobre (Reuters) - Divisioni riguardo all'introduzione di un tetto ai prezzi del gas e ai pacchetti di aiuti nazionali sono riemerse oggi tra i leader dell'Unione europea, che si incontrano al Castello di Praga per discutere di come affrontare al meglio la crisi energetica invernale causata dalla guerra della Russia in Ucraina.

Quindici Stati Ue vogliono applicare un tetto al prezzo del gas, ma non sono d'accordo sulle modalità con cui metterlo in atto. Germania, Danimarca e Paesi Bassi si oppongono a qualsiasi tetto, preoccupati che possa rendere difficile acquistare il gas di cui hanno bisogno per le proprie economie e raffreddare ogni incentivo a ridurre i consumi.

Il cancelliere austriaco Karl Nehammer ha affermato che qualsiasi tetto ai prezzi deve essere pensato e attuato in modo da sostenere i fornitori di energia.

"I negoziati sono in corso. E saranno intensi perché... il nostro obiettivo è sostenere... i fornitori di energia, in modo che le forniture di gas non diminuiscano", ha detto.

Il primo ministro ceco Petr Fiala ha parlato specificamente di un tetto ai prezzi del gas impiegato per la produzione di elettricità, mentre secondo il primo ministro lettone Krisjanis Karins un tetto sarebbe "grandioso" se il blocco potesse ancora garantire le forniture da parte dei produttori.

Il presidente del vertice - il presidente del Consiglio europeo Charles Michel - ha detto che per oggi non sono attese decisioni, ma spera che la discussione tra i leader porti a un accordo nel corso della prossima riunione del 20-21 ottobre.

"La crisi energetica è una sfida molto importante che dobbiamo affrontare", ha affermato Michel, aggiungendo che spera di far progredire i colloqui su ridurre la domanda, assicurarsi le forniture e abbassare i prezzi. "Spero di fare dei passi nella giusta direzione".

LA POLONIA È INFURIATA
Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha rimproverato la Germania per la generosa spesa di 200 miliardi di euro in sussidi per proteggere i consumatori e le imprese dall'impennata dei costi energetici.

"Al Consiglio europeo ci sarà una discussione molto intensa su questo argomento", ha detto Morawiecki nella tarda serata di ieri. "Quindi gli italiani non possono farlo, i francesi non possono farlo, i polacchi non possono farlo, ma loro possono farlo".

"Se questo è un trattamento uguale, equo e giusto del principio del mercato comune dell'Unione europea, allora mi dispiace molto, ma c'è qualcosa che non capisco", ha aggiunto.

Il belga Alexander De Croo ha detto di non essere d'accordo, affermando che sono necessari grandi pacchetti di sostegno nazionali in assenza di un'azione paneuropea.

"Non possiamo lasciare che le persone debbano affrontare il freddo", ha detto ai giornalisti. "Ma la vera soluzione è agire insieme sul mercato e allora questi grandi pacchetti di sostegno (nazionali) non saranno più necessari".

A Praga i leader discuteranno anche della possibilità di fornire maggiore sostegno finanziario e militare all'Ucraina.

Secondo Josep Borrell, alto rappresentante della politica estera dell'Ue, è importante che tutte le nazioni europee, comprese quelle al di fuori dell'Ue, siano solidali con l'Ucraina contro l'ostilità russa.
 
(Teleborsa) - Gli impatti del pacchetto di tagli fiscali da 43 miliardi di sterline promosso dal nuovo ministro delle finanze britannico, il cosiddetto "mini budget" che ha mandato in subbuglio il mercato obbligazionario, "è probabile che siano rilevanti per le prospettive economiche dei prossimi tre anni, che è anche l'orizzonte rilevante per la politica monetaria". Lo ha affermato Dave Ramsden, Deputy Governor della Bank of England, in un intervento alla Securities Industry Conference.

Il banchiere centrale ha ricordato che non fa parte del mandato del Monetary Policy Committee (MPC) della Banca d'Inghilterra commentare se una particolare politica fiscale o di spesa sia l'azione giusta da intraprendere o se l'orientamento generale della politica fiscale sia appropriato. Tuttavia, "fa parte del nostro lavoro commentare e rispondere, se necessario, all'impatto che le singole misure o l'orientamento generale della politica fiscale hanno sulla domanda e sull'inflazione", ha detto. In secondo luogo, "esiste una convenzione di vecchia data secondo cui l'MPC tiene conto solo della politica fiscale annunciata nelle sue previsioni e azioni", ha aggiunto.

Ramsden ha poi sottolineato come gli anomali movimenti della sterlina e dei Titoli di Stato siano stati causati da fattori interni, e non solamente provocati dalla difficile situazione internazionale, come hanno detto invece diversi esponenti del Governo guidato da Liz Truss.


"Il Regno Unito ha iniziato a distinguersi davvero nelle ultime due settimane, quando ha visto movimenti significativi nel prezzo degli asset finanziari del Regno Unito - ha spiegato - Parte di tale re-pricing continua a riflettere gli sviluppi globali più ampi. Ma c'è indubbiamente una componente specifica per il Regno Unito".

Secondo il Deputy Governor della Bank of England, "i mercati continuano a essere volatili e quindi estrarre qualsiasi segnale dal rumore è ancora più impegnativo del solito. Una considerazione chiave per l'MPC nelle sue prossime riunioni sarà se il recente repricing degli asset britannici rifletta una diversa valutazione da parte dei mercati del mix di politiche macroeconomiche del Regno Unito tra politica fiscale e monetaria".

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Leggi la notizia sul sito teleborsa.it

Emissione News: 2022-10-07 14:26:45
 
(Teleborsa) - Gli impatti del pacchetto di tagli fiscali da 43 miliardi di sterline promosso dal nuovo ministro delle finanze britannico, il cosiddetto "mini budget" che ha mandato in subbuglio il mercato obbligazionario, "è probabile che siano rilevanti per le prospettive economiche dei prossimi tre anni, che è anche l'orizzonte rilevante per la politica monetaria". Lo ha affermato Dave Ramsden, Deputy Governor della Bank of England, in un intervento alla Securities Industry Conference.

Il banchiere centrale ha ricordato che non fa parte del mandato del Monetary Policy Committee (MPC) della Banca d'Inghilterra commentare se una particolare politica fiscale o di spesa sia l'azione giusta da intraprendere o se l'orientamento generale della politica fiscale sia appropriato. Tuttavia, "fa parte del nostro lavoro commentare e rispondere, se necessario, all'impatto che le singole misure o l'orientamento generale della politica fiscale hanno sulla domanda e sull'inflazione", ha detto. In secondo luogo, "esiste una convenzione di vecchia data secondo cui l'MPC tiene conto solo della politica fiscale annunciata nelle sue previsioni e azioni", ha aggiunto.

Ramsden ha poi sottolineato come gli anomali movimenti della sterlina e dei Titoli di Stato siano stati causati da fattori interni, e non solamente provocati dalla difficile situazione internazionale, come hanno detto invece diversi esponenti del Governo guidato da Liz Truss.


"Il Regno Unito ha iniziato a distinguersi davvero nelle ultime due settimane, quando ha visto movimenti significativi nel prezzo degli asset finanziari del Regno Unito - ha spiegato - Parte di tale re-pricing continua a riflettere gli sviluppi globali più ampi. Ma c'è indubbiamente una componente specifica per il Regno Unito".

Secondo il Deputy Governor della Bank of England, "i mercati continuano a essere volatili e quindi estrarre qualsiasi segnale dal rumore è ancora più impegnativo del solito. Una considerazione chiave per l'MPC nelle sue prossime riunioni sarà se il recente repricing degli asset britannici rifletta una diversa valutazione da parte dei mercati del mix di politiche macroeconomiche del Regno Unito tra politica fiscale e monetaria".

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Emissione News: 2022-10-07 14:26:45
Notizia non bella per il comparto obbligazionario periferico.
 
Si era detto un paio di mesi prima delle elezioni ang41 che i Btp potessero supportare a questi livelli e non sarebbe finita li! Avevo fatto un sunto logico ed appropriato. Ora mi chiedo piuttosto se si fermeranno a quel prezzo che indicai, in special modo sul più lungo 2072 a 54-55 . Un obbligazione(Btp2072) che in 3 giorni arriva a perdere quasi l'8%.. le cose possone essere molto negative! (potrebbe essere un haircut o un sentiment speculativo tipo agenzie di rating).Buon giorno
Avevo letto questo ragionamento che avevi fatto, mi pare, a ridosso dei rialzi dei tassi a fine giugno. Mi colpì e, per la verità, non capivo nei giorni scorsi la curva piatta tra 10 e 50 anni. Ora tutto torna logico rispetto a quel tuo discorso (metà bella cedola e metà zero coupon) ... ci stiamo arrivando
 
Avevo letto questo ragionamento che avevi fatto, mi pare, a ridosso dei rialzi dei tassi a fine giugno. Mi colpì e, per la verità, non capivo nei giorni scorsi la curva piatta tra 10 e 50 anni. Ora tutto torna logico rispetto a quel tuo ragionamento (metà bella cedola e metà zero coupon) ... ci stiamo arrivando
Cosi è bancor purtroppo! La mia considerazione viene giusto 10 anni fa orsono ,quando ci fu la disfatta dello spread. Ora con altre maniere ci stanno portando proprio li,anche se con spread più basso;non sono sprovveduti del tutto(ed anche le cedole sono circa un terzo in meno di prima)una buona giornata a te.
 
Ultima modifica:
mmmmmmmm
Complicato per me capire il movimento, ma sono per questa conta anche se mi aspetto un impulso UP da un momento all'altro almeno a 113.6 per essere certo di quella b* che non mi convince.
Non credo che sia una onda 4 finita ma che dobbiamo tornare ai 116 per terminarla prima di tornare sotto i 108
.Vedi l'allegato 681301
niente 113.6 me ne devo fare una ragione e accettare quella b* che tanto non mi piace ma può starci.
Resto dell'idea che si deve tornare a 116 prima di perdere i 111 anche se sembra assurdo vedendo l'andamento, ma per adesso l'idea resta questa.
 
(Alliance News) - Con lo spread ben sotto i 250 punti vanno avanti le trattative informali per la formazione del nuovo governo di centrodestra e per una transizione ordinata con l'esecutivo guidato da Mario Draghi. Venerdì scorso il differenziale di rendimento tra i BTP a 10 anni e i corrispondenti Bund tedeschi aveva chiuso a 241 punti. Oggi lo scostamento è a quota 244 punti, dopo una settimana tutto sommato tranquilla, specie rispetto ai rally delle Borse internazionali e di Milano. I mercati sembrano aver digerito l'affermazione del centrodestra alle elezioni di domenica 25 settembre e hanno sospeso il giudizio, in attesa di vedere la lista dei ministri. I tempi, va ricordato, non sono celerissimi: il 13 ottobre è prevista la prima riunione delle nuove Camere in versione ridotta (600 deputati in tutto), quindi la nomina dei presidenti e la formazione dei gruppi parlamentari. A quel punto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, potrà finalmente iniziare le consultazioni di governo e dare, verosimilmente, l'incarico a Giorgia Meloni, che potrebbe presentare il suo esecutivo entro fine mese. Ovviamente, pur nel rispetto delle prerogative del capo dello Stato, la politica e la macchina del governo non si sono fermate e la stessa Meloni ha avuto più di un colloquio informale con Mattarella. Ma la premier in pectore ha ovviamente parlato ben di più con Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, per provare a buttare giù una prima lista di ministri. Per l'Economia non si è riusciti a convincere, almeno per ora, il membro del board della BCE Fabio Panetta, che l'anno prossimo è in pole position per succedere a Ignazio Visco come governatore della Banca d'Italia. E così i nomi più accreditati sono quelli dell'ex ministro torinese Domenico Siniscalco e, con chance minori, del capo di CDP, Dario Scannapieco, che sarebbe in grande continuità con Draghi. Vagliata, ma scartata, la conferma di un ex Bankitalia come Daniele Franco, a cui Fratelli d'Italia e Lega imputano una gestione non soddisfacente (per i due partiti) delle partite bancarie, Montepaschi in testa. Invece alle Infrastrutture potrebbe andare il leader del Carroccio, Matteo Salvini, mentre non è esclusa una conferma del fisico Roberto Cingolani alla Transizione energetica. Di sicuro, nel caos dell'approccio europeo al problema del gas, il nuovo governo dovrà confermare le misure attuali per il sostegno di famiglie e imprese, alle prese con il caro bollette. Sul tavolo c'è anche il passaggio di consegne del Pnrr, sul quale negli ultimi due giorni ci sono state alcune frizioni tra Draghi e Meloni, che parlava di ritardi. Sulla carta, il governo uscente ha centrato tutti gli obiettivi previsti fino al primo semestre 2022 e dopo il primo finanziamento è stata incassata la prima rata da EUR21 miliardi. Mentre la seconda rata è in arrivo. Tuttavia ci sono stati dei problemi di spesa, come si legge nell'ultima Nadef, dove il governo scrive: "L'ammontare di risorse effettivamente spese per i progetti del Pnrr nel corso di quest'anno sarà inferiore alle proiezioni presentate nel Def per il ritardato avvio di alcuni progetti che riflette, oltre i tempi di adattamento alle innovative procedure del Pnrr, gli effetti dell'impennata dei costi delle opere pubbliche". Significa che il rincaro delle materie prime ha rallentato le gare e infatti sono stati spesi EUR15 miliardi contro gli EUR29,4 miliardi previsti. Insomma, il governo Meloni dovrà rifare un bel po' di bandi, se non vorrà avere una minore crescita del PIL per il 2023, con tutte le ricadute sulla finanza pubblica. Andando ai singoli dossier aperti, per Monte dei Paschi - oggi a EUR22,85 con un verde del 2,0% - Meloni e i suoi collaboratori si augurano solo che l'aumento di capitale vada in porto e che si trovino quegli EUR900 milioni che sono chiesti al mercato. Poi si parlerà con Bruxelles e si discuterà se e come rallentare ulteriormente la privatizzazione di Rocca Salimbeni. Sul fronte della vendita di ITA Airways, continuano i negoziati con la cordata guidata dal fondo statunitense Certares, con cui si muovono anche Delta Air Lines e Air France. La cordata vuole comprare il 50% più un'azione della compagnia italiana. Fabio Rampelli, uno dei colonnelli romani di Fratelli d'Italia, ha affermato che il dossier "sarà personalmente attenzionato da Giorgia Meloni". Ma non ha specificato in quale senso. Infine, c'è l'annosa questione della Rete unica. Qui si attende l'offerta vincolante di Cdp e Macquarie a Tim - oggi su del 2,1% a EUR0,19 -, che sarebbe pronta, ma ormai pare assodato che verrà presentata solo quando ci sarà un governo in carica. di Francesco Bonazzi; [email protected] Copyright 2022 Alliance News IS Italian Service Limited. Tutti i diritti riservati.

Emissione News: 2022-10-07 15:00:50

Teleborsa
14:56:03
Maker Faire 2022: da ENEA innovazioni per beni culturali, cibo e sostenibilità















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All-News titola!!!! Spread tranquillo mentre Meloni studia la transizione.. si dello spread!! Ma io dico!! Spread a 248 Titoli di Stato | Obbligazioni - Investing.com
 
(Alliance News) - Con lo spread ben sotto i 250 punti vanno avanti le trattative informali per la formazione del nuovo governo di centrodestra e per una transizione ordinata con l'esecutivo guidato da Mario Draghi. Venerdì scorso il differenziale di rendimento tra i BTP a 10 anni e i corrispondenti Bund tedeschi aveva chiuso a 241 punti. Oggi lo scostamento è a quota 244 punti, dopo una settimana tutto sommato tranquilla, specie rispetto ai rally delle Borse internazionali e di Milano. I mercati sembrano aver digerito l'affermazione del centrodestra alle elezioni di domenica 25 settembre e hanno sospeso il giudizio, in attesa di vedere la lista dei ministri. I tempi, va ricordato, non sono celerissimi: il 13 ottobre è prevista la prima riunione delle nuove Camere in versione ridotta (600 deputati in tutto), quindi la nomina dei presidenti e la formazione dei gruppi parlamentari. A quel punto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, potrà finalmente iniziare le consultazioni di governo e dare, verosimilmente, l'incarico a Giorgia Meloni, che potrebbe presentare il suo esecutivo entro fine mese. Ovviamente, pur nel rispetto delle prerogative del capo dello Stato, la politica e la macchina del governo non si sono fermate e la stessa Meloni ha avuto più di un colloquio informale con Mattarella. Ma la premier in pectore ha ovviamente parlato ben di più con Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, per provare a buttare giù una prima lista di ministri. Per l'Economia non si è riusciti a convincere, almeno per ora, il membro del board della BCE Fabio Panetta, che l'anno prossimo è in pole position per succedere a Ignazio Visco come governatore della Banca d'Italia. E così i nomi più accreditati sono quelli dell'ex ministro torinese Domenico Siniscalco e, con chance minori, del capo di CDP, Dario Scannapieco, che sarebbe in grande continuità con Draghi. Vagliata, ma scartata, la conferma di un ex Bankitalia come Daniele Franco, a cui Fratelli d'Italia e Lega imputano una gestione non soddisfacente (per i due partiti) delle partite bancarie, Montepaschi in testa. Invece alle Infrastrutture potrebbe andare il leader del Carroccio, Matteo Salvini, mentre non è esclusa una conferma del fisico Roberto Cingolani alla Transizione energetica. Di sicuro, nel caos dell'approccio europeo al problema del gas, il nuovo governo dovrà confermare le misure attuali per il sostegno di famiglie e imprese, alle prese con il caro bollette. Sul tavolo c'è anche il passaggio di consegne del Pnrr, sul quale negli ultimi due giorni ci sono state alcune frizioni tra Draghi e Meloni, che parlava di ritardi. Sulla carta, il governo uscente ha centrato tutti gli obiettivi previsti fino al primo semestre 2022 e dopo il primo finanziamento è stata incassata la prima rata da EUR21 miliardi. Mentre la seconda rata è in arrivo. Tuttavia ci sono stati dei problemi di spesa, come si legge nell'ultima Nadef, dove il governo scrive: "L'ammontare di risorse effettivamente spese per i progetti del Pnrr nel corso di quest'anno sarà inferiore alle proiezioni presentate nel Def per il ritardato avvio di alcuni progetti che riflette, oltre i tempi di adattamento alle innovative procedure del Pnrr, gli effetti dell'impennata dei costi delle opere pubbliche". Significa che il rincaro delle materie prime ha rallentato le gare e infatti sono stati spesi EUR15 miliardi contro gli EUR29,4 miliardi previsti. Insomma, il governo Meloni dovrà rifare un bel po' di bandi, se non vorrà avere una minore crescita del PIL per il 2023, con tutte le ricadute sulla finanza pubblica. Andando ai singoli dossier aperti, per Monte dei Paschi - oggi a EUR22,85 con un verde del 2,0% - Meloni e i suoi collaboratori si augurano solo che l'aumento di capitale vada in porto e che si trovino quegli EUR900 milioni che sono chiesti al mercato. Poi si parlerà con Bruxelles e si discuterà se e come rallentare ulteriormente la privatizzazione di Rocca Salimbeni. Sul fronte della vendita di ITA Airways, continuano i negoziati con la cordata guidata dal fondo statunitense Certares, con cui si muovono anche Delta Air Lines e Air France. La cordata vuole comprare il 50% più un'azione della compagnia italiana. Fabio Rampelli, uno dei colonnelli romani di Fratelli d'Italia, ha affermato che il dossier "sarà personalmente attenzionato da Giorgia Meloni". Ma non ha specificato in quale senso. Infine, c'è l'annosa questione della Rete unica. Qui si attende l'offerta vincolante di Cdp e Macquarie a Tim - oggi su del 2,1% a EUR0,19 -, che sarebbe pronta, ma ormai pare assodato che verrà presentata solo quando ci sarà un governo in carica. di Francesco Bonazzi; [email protected] Copyright 2022 Alliance News IS Italian Service Limited. Tutti i diritti riservati.

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L'idea che lo spread sia la cosa importante da tenere sott'occhio con i rendimenti che volano sopra il 4.5% è quantomeno miope.

Cingolani se fosse confermato sarebbe buono, ma sarà fondamentale la scelte dell'economia
 

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