Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato (2 lettori)

Baro

Umile contadino
Ci mancherebbe Rob :up:

Il fatto è che per me con un ADC da 3MLD e una fusione con una pop solida (UBI?)potrebbe essere STRABUY MPS, quindi una entrata potrebbe essere molto proficua, ma per una tradata a breve perchè partecipare a un ADC in genere è come spalmarsi di vasellina....................poi ognuno :D................nel senso che invece magari partecicpare a questo alla lunga potrebbe essere profittevole.

Io piuttosto comprerei una pop che "penso" si fonda con una pop interessante ed è per questo che per me Bpop è andata meglio nelle ultime settimane vista la diffficile ma chiaccherata fusione con BPM.
Bper è interessante perchè ha escluso una mina vagante come Carige :rolleyes: mentre ha espresso favore per "veneto" e "lombardia" ma quotate quindi mi viene in mente Bpop Bpm e PopSo che sono tutte e tre buone.


cosa ne pensi tu che passeggi nei salotti che contano :eek:
Io non ho notizie certe sul possibile partner ma so che mps è ancora tra i primi 10 gruppi bancar italianii come valore in borsa, il Tesoro ne ha in mano il 4% se ben ricordo...altresi l' indice settoriale europeo bancario è ancora molto indietro, le banche italiane capitalizzano in media la metà delle consorelle europee rispetto al patrimonio netto tangibile, ecc ecc...questo per scrivere per l'ennesima volta che ho grande fiducia nel medio periodo delle banche italiane core mps compresa. Reputandomi comunque un grande ignorante riguardo gli aspetti tecnici e grafici, mi accontento di iniziare ad osservare i movimenti del book e relativi volumi, poi, come già scritto, se arriverà al supporto 0,525 la Barosim acquisterà altrimenti se ne farà una ragione e tornerà ai vecchi amori...vi confesso comunque che invecchiando mi rammollisco, in questo momento ho il ptf con 30% di liquidità e chi mi conosce sa bene che è una rarità assoluta...poi ognuno...
 

Ray Strapazzo

"IL DEBITO BUONO CI SALVERA'" (Mario Draghi)
"Prima di cantare vittoria per il “quantitative easing” ed il deprezzamento dell’euro, quindi, è utile capire chi ne beneficia maggiormente. Non c’è da meravigliarsi se oggi la BCE si muove in questa direzione. È invece singolare che alcuni si illudano che ciò risolva i problemi di paesi come l’Italia. La vera incognita ora diventa capire come il resto del mondo prenderà questa vera e propria guerra commerciale lanciata dalla Germania. I segnali di insofferenza da Washington sono infatti sempre più evidenti."

asimmetrie.org | Per chi spara il bazooka


RATING-JUNK ANCORA FERMO AL PALO

Il nostro atavico problema è noto da una dozzina d’anni:
come paese non potremmo più permetterci un numero così
spropositato (e sopratutto inefficiente) di pubblici dipendenti
che tra l’altro, notizia di ieri, percepiscono una pensione
largamente più elevata (+70%) dei privati. Come se una famiglia
benestante in un periodo di perdurante crisi, continuasse a stipendiare
una pletora di servitori come nei bei tempi andati
di un boom economico che non c’è più.

I paleocomunisti alla Fassina non l’hanno ancora capito
che la competitività in un mercato globalizzato passa per
uno Stato leggero, anzi leggerissimo che consenta, seppur
con la massima progressività, l’alleggerimento del nostro
gigantesco debito pubblico - per ora sostenibile – ma che continua
anche a lievitare senza sosta.

Ecco perchè - nonostante il cambio €/$ favorevole, i tassi
estremamente bassi, il prezzo del greggio ancora a sconto 50%
rispetto ai massimi - il rating delle agenzie permane da paese che arranca.
Gliele dò mì le 100.000 nuove assunzioni che ci costeranno altre tasse!....:clava:
 

camaleonte

Forumer storico
(AGI) - Roma, 16 mag. - Boom di sofferenze nelle banche: negli ultimi 12 mesi, da marzo 2014 a marzo 2015, sono cresciute del 15% arrivando a sfiorare i 190 miliardi di euro, in aumento di oltre 25 miliardi. Questi i dati principali del rapporto mensile sul credito del Centro studi di Unimpresa. La fetta maggiore di prestiti che non vengono rimborsati regolarmente agli istituti di credito e' quella delle imprese (134 miliardi); le "rate non pagate" dalle famiglie valgono piu' di 35 miliardi, mentre quelle delle imprese familiari 15 miliardi. Superano il tetto dei 4 miliardi, poi, le sofferenze della pubblica amministrazione, delle assicurazioni e di altre istituzioni finanziarie. Complessivamente le sofferenze adesso corrispondono al 13% dei prestiti bancari, in aumento rispetto all'11% di un anno fa. Alla fine del 2010 le sofferenze ammontavano a 77,8 miliardi: in poco piu' di quattro anni, quindi, sono piu' che raddoppiate. Nello stesso periodo le banche hanno tagliato i finanziamenti a imprese e famiglie per complessivi 23 miliardi (-1,6%), ma i prestiti di medio periodo per le aziende sono andati in controtendenza e sono saliti di 11 miliardi (+9%) cosi' come e' cresciuto il credito al consumo, aumentato di 3,4 miliardi (+6%). Secondo lo studio dell'associazione, basato su dati della Banca d'Italia, in totale le sofferenze sono passate dai 164,5 miliardi di marzo 2014 ai 189,5 miliardi di marzo 2015 (+15,20%) in aumento di 25 miliardi. Nel dettaglio, la quota di sofferenze che fa capo alle imprese e' salita da 116,4 miliardi a 134,9 (+15,90%) in aumento di 18,5 miliardi. La fetta relativa alle famiglie e' cresciuta da 31,8 miliardi a 35,1 miliardi (+10,41%) in salita di 3,3 miliardi. Per le imprese familiari c'e' stato un aumento di 1,5 miliardi da 13,9 miliardi a 15,4 miliardi (+10,78%). Le "altre" sofferenze (pa, onlus, assicurazioni, fondi pensione) sono passate invece da 2,3 a 4 miliardi (+72,08%) con 1,6 miliardi miliardi in piu'. "Quella del credito resta una situazione gravissima e, di fronte alla sempre maggiore difficolta', sia delle famiglie sia delle imprese, nel pagare le rate dei finanziamenti, assistiamo a un atteggiamento di superficialita' da parte delle banche e anche delle istituzioni" commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. "Negli scorsi mesi - aggiunge Longobardi - i rappresentanti delle banche e quelli delle grandi industrie hanno parlato di un nuovo rapporto tra il mondo del credito e quello delle imprese, ma non se n'e' fatto piu' nulla: Unimpresa e' pronta a collaborare e a dare voce a oltre 120mila piccole e micro aziende che quotidianamente si battono per tenere in piedi l'economia del Paese. Ci sono le risorse del quantitative easing della Bce e non vanno sprecate". (AGI) .
 

camaleonte

Forumer storico
Economist: L'Euro-Zone è un disastro economico
Alemanno economico | Pubblicato: 23:54 orologio 15:05:15 | 4 Commenti
L'economista britannico Roger Bootle tenendo la zona euro per un disastro. Oltre a punto la Grecia in particolare l'Italia una minaccia enorme. Per il Regno Unito, un ritiro da parte dell'Unione europea farebbe bene a Bootle di uscire dall'Unione.


Ökonom: Die Euro-Zone ist ein wirtschaftliches Desaster | DEUTSCHE WIRTSCHAFTS NACHRICHTEN
 

camaleonte

Forumer storico
RATING-JUNK ANCORA FERMO AL PALO

Il nostro atavico problema è noto da una dozzina d’anni:
come paese non potremmo più permetterci un numero così
spropositato (e sopratutto inefficiente) di pubblici dipendenti
che tra l’altro, notizia di ieri, percepiscono una pensione
largamente più elevata (+70%) dei privati. Come se una famiglia
benestante in un periodo di perdurante crisi, continuasse a stipendiare
una pletora di servitori come nei bei tempi andati
di un boom economico che non c’è più.

I paleocomunisti alla Fassina non l’hanno ancora capito
che la competitività in un mercato globalizzato passa per
uno Stato leggero, anzi leggerissimo che consenta, seppur
con la massima progressività, l’alleggerimento del nostro
gigantesco debito pubblico - per ora sostenibile – ma che continua
anche a lievitare senza sosta.

Ecco perchè - nonostante il cambio €/$ favorevole, i tassi
estremamente bassi, il prezzo del greggio ancora a sconto 50%
rispetto ai massimi - il rating delle agenzie permane da paese che arranca.
Gliele dò mì le 100.000 nuove assunzioni che ci costeranno altre tasse!....:clava:


Per caso, è forse colpa anche dei pensionati, se dopo 50 anni l'autostrada SA-RC deve essere ancora finita? O, la linea C della metropolitana a Roma dopo più di 20 anni? La lista è lunghissima ed è solo un esempio. Mi taglio le @@ che, anche riducendo di 1000000 il numero dei dipendenti pubblici, le cose in Italia non solo non cambierebbero di una virgola ma, peggiorerebbero! Purtroppo...!
 

Ray Strapazzo

"IL DEBITO BUONO CI SALVERA'" (Mario Draghi)
Per caso, è forse colpa anche dei pensionati, se dopo 50 anni l'autostrada SA-RC deve essere ancora finita? O, la linea C della metropolitana a Roma dopo più di 20 anni? La lista è lunghissima ed è solo un esempio. Mi taglio le @@ che, anche riducendo di 1000000 il numero dei dipendenti pubblici, le cose in Italia non solo non cambierebbero di una virgola ma, peggiorerebbero! Purtroppo...!


La responsabilità dello sfacelo a cui stiamo assistendo da anni non è da
attribuire ad una o all’altra categoria: è la risultanza dei comportamenti
e delle scelte di un intero popolo umanissimo e con grandi qualità, ma
anche assai superficiale e mediamente uno dei più “disinformati”
dell’intera Unione (leggi).

La pianta della malavita organizzata prospera perchè c’è un intero
popolo (in prevalenza al sud) che la sostiene, l’indecente classe politica
che ha governato per decenni e che ha regalato in cambio del voto
milioni di pensioni a cani e porci e a finti invalidi, che ha assunto nei più
disparati enti o nello Stato gli amici degli amici, non è arrivata da
Marte
, qualcuno l’ha votata e sostenuta. La dilagante corruzione che fa
triplicare i costi
delle opere
rispetto a quelli dei paesi civili, si
sviluppa contestualmente al numero sempre crescente dei soggetti
disposti a farsi corrompere.

C’è poco da giustificare, siamo il paese di Wanna Marchi privo di
memoria e di senso civico, pronto a rivotare in massa coloro che fino a
ieri si compravano con i soldi pubblici persino le mutande
(naturalmente verdi)....:D

:ciao:
 

Ray Strapazzo

"IL DEBITO BUONO CI SALVERA'" (Mario Draghi)
...E i risultati di una politica miope e clientelare,
seppur in ritardo, arrivano...

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Pensioni, la bomba sociale pronta a esplodere Così il sistema è sempre meno sostenibile
 

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