stefanofabb
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Istat: sale la propensione al risparmio delle famiglie. UNC: "magra consolazione"
Le famiglie italiane si scoprono formiche e dopo quattro anni
di calo, nel 2018 la propensione al risparmio sale all’8,1%
insieme al potere d’acquisto che cresce dello 0,9% rispetto
all’anno precedente. Lo rivela l’Istat nel report sui Conti
Nazionali per Settore Istituzionale. Nelle società non
finanziarie – dice l’Istat nella sua nota - il valore aggiunto
cresce del 2,5% (+3,0% l’anno precedente) mentre continua a
diminuire il tasso di profitto (41,7%). Sale al 21,2% invece il
tasso di investimento (20,6% nel 2017) e il valore aggiunto
cresce poco per le piccole imprese, definite “famiglie
produttrici”, (+0,2%) e scende per le imprese finanziarie
(-4,2% da 2,6%). "Magra consolazione” afferma Massimiliano
Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. “Intanto
il dato annuo annacqua il peggioramento del quarto trimestre,
quando, rispetto al terzo, è sceso sia il reddito disponibile
delle famiglie consumatrici, - 0,2%, sia il potere d'acquisto,
-0,5%" aggiunge Dona. "Insomma, bene che il potere
d'acquisto sia salito dello 0,9%, ma male che sia invece
calato alla fine del 2018, peggiorando dal -0,2% del terzo
trimestre al -0,5% del quarto, un andamento che certo non fa
ben sperare per il 2019" prosegue il numero uno
dell’associazione. "Inoltre il rialzo della propensione al
risparmio, dipende anche dal rallentamento della spesa per
consumi finali. Insomma, se leggiamo questi dati in
prospettiva, per il 2019 non c'è da stare allegri" conclude.
Milano, Finanza.com
Le famiglie italiane si scoprono formiche e dopo quattro anni
di calo, nel 2018 la propensione al risparmio sale all’8,1%
insieme al potere d’acquisto che cresce dello 0,9% rispetto
all’anno precedente. Lo rivela l’Istat nel report sui Conti
Nazionali per Settore Istituzionale. Nelle società non
finanziarie – dice l’Istat nella sua nota - il valore aggiunto
cresce del 2,5% (+3,0% l’anno precedente) mentre continua a
diminuire il tasso di profitto (41,7%). Sale al 21,2% invece il
tasso di investimento (20,6% nel 2017) e il valore aggiunto
cresce poco per le piccole imprese, definite “famiglie
produttrici”, (+0,2%) e scende per le imprese finanziarie
(-4,2% da 2,6%). "Magra consolazione” afferma Massimiliano
Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. “Intanto
il dato annuo annacqua il peggioramento del quarto trimestre,
quando, rispetto al terzo, è sceso sia il reddito disponibile
delle famiglie consumatrici, - 0,2%, sia il potere d'acquisto,
-0,5%" aggiunge Dona. "Insomma, bene che il potere
d'acquisto sia salito dello 0,9%, ma male che sia invece
calato alla fine del 2018, peggiorando dal -0,2% del terzo
trimestre al -0,5% del quarto, un andamento che certo non fa
ben sperare per il 2019" prosegue il numero uno
dell’associazione. "Inoltre il rialzo della propensione al
risparmio, dipende anche dal rallentamento della spesa per
consumi finali. Insomma, se leggiamo questi dati in
prospettiva, per il 2019 non c'è da stare allegri" conclude.
Milano, Finanza.com