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(Teleborsa) - Nell'eurozona "è troppo presto per dire dove arriveranno i tassi di interesse", ma sicuramente la linea monetaria va "normalizzata" in maniera "risoluta ma ordinata", successivamente "se sarà necessario andremo anche oltre, con una stretta monetaria". Lo ha affermato da Francois Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia e membro del consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE) durante un veneto del Fondo monetario internazionale.

"Siamo avviati su un percorso - ha spiegato Villeroy - Ora stiamo alzando i tassi fino al livello di neutralità, che dovrebbe attestarsi vicino ma sotto al 2%. Questa parte del viaggio è facile, discutiamo solo se alzare i tassi di 0,50, 0,75 o 0,25 punti. Un volta arrivati al livello di neutralità, discuteremo se andare ancora avanti. E se necessario lo faremo".

Secondo il banchiere centrale, i tassi di interesse della BCE potrebbero raggiungere il livello in cui non stimolano né rallentano l'economia "entro la fine dell'anno".




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Emissione News: 2022-09-14 18:14:58
Il medico pietoso fa la piaga cancerosa. Anni per stabilire che la BCE è autonoma. Anni di tassi zero per spingere (inutilmente) l'inflazione al 2%, anni nei quali si è persino ipotizzata la "helicopter money". Oggi che l'inflazione totale corre al 9% ( quella totale) o che cresce al 6% (quella "core" cioè al netto di energetici e alimentari freschi), che si fa? Poco o niente. Mentre sarebbe necessario spingere i tassi anche per far risalire un poco il cambio e frenare l’inflazione importata.
Non sarà che l'inflazione, unita a tassi bassi, fa bene solo ai debitori, e quindi agli Stati iper indebitati?
 
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(Teleborsa) - "La politica monetaria deve essere incentrata sulla stabilità dei prezzi e sul raggiungimento del nostro obiettivo di inflazione a medio termine. Un'azione risoluta è essenziale per mantenere ancorate le aspettative di inflazione, il che di per sé contribuisce a garantire la stabilità dei prezzi ed evita effetti di secondo impatto sull'inflazione. La principale risorsa di cui dispongono le banche centrali è la credibilità e questa risorsa diventa ancora più importante in tempi di elevata incertezza". Lo ha dichiarato il vicepresidente della BCE, Luis de Guindos, intervenendo alla conferenza annuale del CIRSF (Research Centre on Regulation and Supervision of the Financial Sector).

L'economista spagnolo ha ammesso che l'Eurozona non si trova in un classico episodio di surriscaldamento guidato dalla domanda e che l'energia rimane il motore dominante dell'aumento dell'inflazione e del rallentamento della crescita, ma ha sottolineato che "all'attuale basso livello dei tassi di interesse, la politica monetaria è ancora accomodante, sostenendo così la domanda e, in ultima analisi, contribuendo anche alle pressioni sui prezzi".

Con l'inflazione a livelli record, un orientamento di politica monetaria così accomodante "non è più appropriato" e Francoforte deve "garantire che le aspettative di inflazione rimangano ben ancorate fino al superamento degli shock attuali". Va letta in questo contesto la decisione della settimana scorsa di aumentare i tassi di interesse di 75 punti base. "Questo importante passo ha anticipato la transizione da un livello altamente accomodante dei tassi ufficiali verso livelli che garantiranno il ritorno dell'inflazione al nostro obiettivo di medio termine del 2%", ha detto de Guindos.

Guardando ai prossimi meeting, il vicepresidente della BCE ha evidenziato che le future decisioni sui tassi ufficiali continueranno a dipendere dai dati e seguiranno un approccio riunione per riunione. "È importante evitare effetti di secondo impatto, come il rischio di un persistente spostamento al rialzo delle aspettative di inflazione", ha aggiunto.

La politica monetaria da dola non è comunque sufficiente. "Le azioni complementari di politica fiscale e monetaria nei rispettivi ambiti di responsabilità si sono rivelate efficaci durante la pandemia e continuano a essere essenziali nell'affrontare l'attuale shock inflazionistico - ha spiegato - Ma ora la portata e la natura delle misure fiscali dovrebbero essere diverse. Le misure devono essere mirate, selettive e mirate alle imprese e alle famiglie più vulnerabili, che sono le più colpite dagli elevati livelli di inflazione. La politica fiscale deve essere concepita in modo da non generare effetti inflazionistici".

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Emissione News: 2022-09-15 12:30:22
 
A me pare che gli esponenti della BCE, coi loro interventi non sempre in linea, aggiungano confusione sui mercati. De Guindos è stato più prudente (anche perchè in BCE da più tempo) di altri, però sarebbe bene che parlasse solo la Presidente, anche se non è Draghi. La linea di tendenza a me sembra chiara. Si va verso una serie di aumenti, da qui a fine anno, finché non avremo un'inversione di tendenza sulla crescita dei prezzi. La recessione è comunque inevitabile, e a questo punto persino necessaria a raffreddare la domanda e la speculazione. Guerra o non guerra. Il dubbio mio è che stia crescendo il partito dell'inflazione: la tassa peggiore per chi lavora e per chi risparmia ed una manna dal cielo per chi è pieno di debiti, a iniziare dai Governi
 

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