La Federal Reserve torna oggi al centro dellattenzione.
Stasera si conclude la prima riunione 2015 del Comitato di
politica monetaria. Un avvenimento finora poco considerato dai
mercati, completamente concentrati su quanto succede in Europa.
Ci sono, tuttavia, ottimi motivi per seguire con attenzione
quanto verrà reso noto stasera nello statement che verrà
diffuso al termine della riunione. In mancanza della conferenza
stampa del presidente Janet Yellen, il documento avrà ancora
maggiore importanza. Gli investitori commenta Michael
Hewson, chief market analyst di CMC Markets UK nel suo report
giornaliero cercheranno indizi sul timing nel rialzo dei
tassi di interesse che, sulla base degli sviluppi più recenti,
potrebbe benissimo essere spinto più in là nel tempo. Il
consensus attende la prima mossa della Federal Reserve per
giugno e anche su questa base il dollaro si è rafforzato da
inizio anno. È stata la sostituzione del riferimento ai tassi
bassi per un considerevole periodo di tempo con quello alla
pazienza nellultimo statement a imprimere questa certezza
alle previsioni. Quello che gli investitori sembrano aver
ignorato è lultimo paragrafo del documento dove viene
affermato che progressi più lenti nel conseguimento degli
obiettivi del Comitato potrebbero spostare più in avanti il
rialzo dei tassi. E non bisogna dimenticare, ricorda lo
strategist di CMC, che la composizione del board della Federal
Reserve è cambiata ed è diventata più dovish. Due falchi non
avranno più voto nel 2015, Plosser e Fisher e la loro uscita
non è stata controbilanciata dai nuovi entranti. Nonostante
la crescita statunitense abbia sovraperformato le altre
economie sviluppate, pensare che possa sopportare un rialzo dei
tassi di interesse è quantomeno ottimistico. Il calo dei prezzi
del petrolio spiega Hewson che secondo alcuni avrebbe
dovuto spingere i consumatori americani a fare acquisti, non si
è invece riflesso in un aumento delle vendite al dettaglio e di
quelle di beni durevoli. Anche i salari, finora, non mostrano
forti spinte al rialzo. Tutto ciò permette di pronosticare
assenza di pressioni inflazionistiche per i prossimi mesi. La
conclusione inevitabile è che un rialzo dei tassi di interesse
negli Stati Uniti non è probabile in uno scenario economico
globale che mostra segnali di debolezza e con uninflazione che
si muove al ribasso. Milano, Finanza.com