Carta d'identità
Gli
Etf (Exchange traded cioè "fondi scambiati in Borsa") sono fondi comuni scambiati sulle Borse come azioni che fotocopiano l'andamento di un
indice di mercato. In pratica, acquistare un
Etf significa comprare un mercato, un settore, un paniere di materie prime o un'area geografica. A differenza di quello che accade nei tradizionali fondi comuni, un gestore di Etf non dà alcun valore aggiunto al suo
portafoglio in termini di scelta dei titoli: semplicemente copia pesi e titoli dell'indice scelto e li varia nello stesso modo in cui variano nel
portafoglio di quest'ultimo. Per questo motivo i
costi di gestione degli Etf sono inferiori a quelli dei fondi comuni (per gli azionari sono nell'ordine dello 0,4% contro un 1,8% medio dei fondi comuni). Non solo. Rispetto ai fondi non hanno né
commissioni di performance né
spese d'ingresso o di uscita (che possono anche superare il 4%).
Il fatto che gli
Etf siano scambiati in Borsa fa sì che, istante per istante, il loro valore sia noto: è possibile quindi fare più compravendite dello stesso Etf diverse volte nell'arco della stessa giornata (con i fondi questo non si può fare). Inoltre, il prezzo di un Etf è in media inferiore ai 100 euro, un piccolo importo considerato che i fondi richiedono solitamente un investimento minimo di 500 euro. Sugli Etf quotati sulla Borsa di Milano si paga la tassa del 12,5% sulla differenza tra prezzo d'acquisto e vendita e sui dividendi.
Attenti a
Se investite in un Etf vi assicurate il rendimento di un determinato mercato, nel bene e nel male, cioè sia quando il mercato sale sia quando scende. Quindi, rinunciate alla possibilità di scegliere buoni gestori di fondi che riescono a offrirvi maggiori rendimenti rispetto al mercato quando questo sale o minori perdite quando scende.
Tutti gli Etf quotati sulla Borsa di Milano sono denominati in
euro. Attenzione, però, l'andamento di quelli che puntano su indici denominati in valuta diversa, risentono delle oscillazioni dell'indice che replicano e anche delle oscillazioni del rapporto di cambio tra le valuta estera e l'euro.
Se si investe in un
Etf non si rinuncia ai dividendi staccati dai titoli nell'indice di riferimento: a discrezione del gestore, però, questi possono essere distribuiti (la cadenza può variare: annuale, semestrale o trimestrale) o reinvestiti all'interno del patrimonio dell'Etf.
Acquistare Etf comporta tutta una serie di costi e spese che l'investimento in tradizionali fondi comuni non prevede: commissioni per l'acquisto della quota (in genere via internet lo 0,19%, ma si può salire, se acquistata allo sportello, anche fino allo 0,7% dell'investimento); costi legati all'apertura del
deposito titoli (che può costare anche 60 euro all'anno) e dei relativi bolli di legge (34,20 euro all'anno). Bisogna anche tenere conto dello
spread denaro-lettera che solitamente oscilla tra lo 0,02% e lo 0,06%, nonché di tutte le altre spese di accredito dividendi, invio estratto conto, invio movimenti contabili che la banca può praticare.
La fiscalità degli Etf quotati all'estero può essere complessa e penalizzante.
Se l'Etf è armonizzato la tassazione è uguale a quella degli Etf quotati a Milano (12,5%).
Se l'Etf non è armonizzato bisogna invece tener conto del
Nav della singola quota. La differenza tra
Nav di vendita e Nav d'acquisto, se positiva, così come i dividendi distribuiti (insieme prendono il nome di redditi da capitale), dovranno essere inseriti in sede di dichiarazione dei redditi: si pagheranno quindi tasse in linea con la propria aliquota
Irpef. Poi si deve considerare la differenza tra l'effettivo prezzo d'acquisto e vendita (che può essere diverso dal Nav) e sottrarre a questo valore, se positivo, la differenza tra i Nav d'acquisto e vendita: il risultato finale prende il nome di reddito diverso e sarà ulteriormente tassato al 12,5% con ritenuta da parte della banca senza ulteriore dichiarazione.
La nostra voce
Per la scelta decidete prima su quali Borse, valute o settori volete puntare e quanto parte del vostro
portafoglio dedicare a ciascuna posta.
Prima di coprire ciascuna posta con un Etf, verificate che sul mercato non siano presenti fondi di buona qualità: se questi ultimi scarseggiano, gli Etf diventano alternativa interessante.
Una volta scelto il mercato da coprire con l'Etf, verificate sempre se quello che fa al caso vostro è quotato su Milano: se così è, acquistatelo. Se ve ne sono più d'uno sullo stesso mercato, acquistate quello con minori spese di gestione e minor
spread denaro-lettera. Attenzione anche ai dividendi: preferite quelli che non li distribuiscono, ma li reinvestono nel patrimonio dell'Etf (minori costi d'incasso).
Se sulla Borsa di Milano non trovate l'Etf che fa per voi, è il caso di scandagliare le Borse europee: questi Etf sono quasi tutti armonizzati (conformi alla normativa europea) e in più vi permettono di evitare il rischio di cambio. Se uno stesso
Etf è quotato su più Borse europee scegliete quello per il quale la vostra banca pratica le commissioni d'acquisto minori e che ha lo spread denaro lettera minore.
Solo come ultima spiaggia, se non trovate ciò che fa per voi in Europa, cercate l'Etf negli Usa, sull'
Amex, il mercato americano.
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Questo articolo sul sito di Altroconsumo mi sembra interessante per chi vuole avvicinarsi agli ETF.