16 giugno 2011 ore 10:24
Banca Popolare di Milano cede l’1,99% a 1,58 euro per azione. In un report diffuso da Equita Sim gli analisti parlano di rating hold e target price che da 2,5 euro passa a 2,2 euro. Nella nota, gli esperti affermano che Bpm naviga in cattive acque non solo per i rilievi di Bankitalia ma anche per l’aumento di capitale, di entità superiore al 100% della capitalizzazione di mercato, oltre il sentiment negativo sul settore che aumenta inevitabilmente l’execution risk dell’operazione.
“Non escludiamo una soluzione di sistema, con il coinvolgimento delle popolari: l’operazione sarebbe sponsorizzata da Bankitalia per diluire definitivamente i sindacati. Secondo i nostri calcoli, anche con l’aumento delle deleghe a 5 i sindacati manterrebbero la presa sull’assemblea perchè contano su 7 mila voti oltre ai 3 mila degli ex dipendenti, che possono raccogliere deleghe, contrastando la principale associazione di soci non dipendenti con 4 mila iscritti”, scrivono gli analisti. “Abbiamo analizzato l’impatto di una fusione con B.Popolare, Ubi B. o B.P.E.Romagna, che secondo noi è la principale candidata – in caso di operazione di sistema – alla fusione con Bpm in quanto, con una partecipazione all’assemblea di oltre 30 mila soci, potrebbe definitivamente relegare i sindacati in minoranza. In un deal con B.P.E.Romagna, con un concambio 0,27 Bper per ogni Bpm, gli azionisti della B.P.Milano avrebbero inoltre il maggior impatto positivo”, aggiungono.
L’operazione avrebbe molto senso anche dal punto di vista industriale per entrambe le banche”, concludono.
Equita Sim prospetta una fusione, ne seguiranno altre?