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Forumer storico
Draghi non convince: borse giù, euro in agonia, spread impazzito
di Rossana Prezioso,
Nello specifico il presidente Bce, prevede la possibilità in futuro, di eventuali interventi sul mercato secondario dei bond, di portata adeguata con misure necessarie, ovvero con comitati ad hoc che analizzeranno le varie opzioni per capire cosa fare e come farlo. Tra le scelte sul tavolo, anche garanzie collaterali, maxi prestiti (Ltro) e operazioni che potrebbero essere decise anche tra qualche settimana, dopo le analisi dei comitati. Le parole non rappresentano propriamente una decisione, ma una linea guida per i comitati che dovranno scegliere. Il direttivo con decisione praticamente unanime (1 solo contrario), ha voluto specificare più volte Draghi, potrà intraprendere azioni nell´ambito del mandato, cioè stabilizzare i prezzi nel medio periodo, ma solo se le condizioni si verificheranno, sul mercato secondario. La Bce non si può sostituire agli Stati che dovranno essere in primo piano nell´azione di ristrutturazione e solo allora la Bce potrà agire come supporto. Appare sorpreso alla domanda sulla licenza bancaria visto che, ha ribadito, l´ESM è stato giudicato più volte non idoneo alla licenza bancaria e quindi impossibilitato ad accedere ai finanziamenti della Banca centrale. Mentre nei mesi scorsi non si era nemmeno presa in considerazione l´opzione del non convenzionale, evidentemente le cose si sono mosse, dovuta all´aumento improvviso della frammentazione del mercato dato non da un singolo fattore specifico ma da una serie di elementi. Purtroppo le Borse non sembrano essere convinte dall´atteggiamento cauto del Presidente e mentre lo spread italiano tocca i 480 punti base (Milano negativa) , quello spagnolo registra i 545. Le decisioni, deludenti secondo molti operatori che già avevano avvisato sulla potenziale inefficacia, fanno seguito alle promesse frementi ma generiche, da parte dello stesso Draghi che si era calorosamente affidato alla fiducia degli investitori per credere che la Bce avrebbe fatto di tutto per aiutare l´euro, cosa che evidentemente non era piaciuta alla Bundesbank che nelle parole di Jens Weidmann, considerava le intenzioni di Draghi (per la verità solo sottintese e mai esplicitate) come un palese deragliamento della Bce da quelle che rano le sue caratteristiche prin e cioè mantenere stabili i prezzi dell´eurozona. , Gli aveva fatto eco anche il vicecancelliere Philipp Roesler schieratosi per lo più contro la famigerata licenza bancaria al futuro fondo salvastati Esm. E anche la battaglia all´interno dello stesso consiglio vedeva gli schieramenti fondati sull´incertezza, con i falchi vicini a Weidmann a quota 7 voti e le colombe pro Draghi a 10: un panorama solo apparentemente tranquillo visto che restavano ancora 4 indecisi che, se schierati con Weidmann avrebbero creato una vera e propria frattura interna Nord-Sud. Un rischio che coinvolgeva tutti anche oltreoceano secondo i giudizi non solo di Christine Lagarde, ma anche del Presidente americano Obama che aveva chiesto a Monti, durante la sua visita in Finlandia per convincere questa a schierarsi a favore dell´ESM (per la cronaca: missione compiuta) ad appoggiare una serie di azioni improntate alla decisione e soprattutto alla velocità d´esecuzione. Fonte: News Trend Online
di Rossana Prezioso,
Nello specifico il presidente Bce, prevede la possibilità in futuro, di eventuali interventi sul mercato secondario dei bond, di portata adeguata con misure necessarie, ovvero con comitati ad hoc che analizzeranno le varie opzioni per capire cosa fare e come farlo. Tra le scelte sul tavolo, anche garanzie collaterali, maxi prestiti (Ltro) e operazioni che potrebbero essere decise anche tra qualche settimana, dopo le analisi dei comitati. Le parole non rappresentano propriamente una decisione, ma una linea guida per i comitati che dovranno scegliere. Il direttivo con decisione praticamente unanime (1 solo contrario), ha voluto specificare più volte Draghi, potrà intraprendere azioni nell´ambito del mandato, cioè stabilizzare i prezzi nel medio periodo, ma solo se le condizioni si verificheranno, sul mercato secondario. La Bce non si può sostituire agli Stati che dovranno essere in primo piano nell´azione di ristrutturazione e solo allora la Bce potrà agire come supporto. Appare sorpreso alla domanda sulla licenza bancaria visto che, ha ribadito, l´ESM è stato giudicato più volte non idoneo alla licenza bancaria e quindi impossibilitato ad accedere ai finanziamenti della Banca centrale. Mentre nei mesi scorsi non si era nemmeno presa in considerazione l´opzione del non convenzionale, evidentemente le cose si sono mosse, dovuta all´aumento improvviso della frammentazione del mercato dato non da un singolo fattore specifico ma da una serie di elementi. Purtroppo le Borse non sembrano essere convinte dall´atteggiamento cauto del Presidente e mentre lo spread italiano tocca i 480 punti base (Milano negativa) , quello spagnolo registra i 545. Le decisioni, deludenti secondo molti operatori che già avevano avvisato sulla potenziale inefficacia, fanno seguito alle promesse frementi ma generiche, da parte dello stesso Draghi che si era calorosamente affidato alla fiducia degli investitori per credere che la Bce avrebbe fatto di tutto per aiutare l´euro, cosa che evidentemente non era piaciuta alla Bundesbank che nelle parole di Jens Weidmann, considerava le intenzioni di Draghi (per la verità solo sottintese e mai esplicitate) come un palese deragliamento della Bce da quelle che rano le sue caratteristiche prin e cioè mantenere stabili i prezzi dell´eurozona. , Gli aveva fatto eco anche il vicecancelliere Philipp Roesler schieratosi per lo più contro la famigerata licenza bancaria al futuro fondo salvastati Esm. E anche la battaglia all´interno dello stesso consiglio vedeva gli schieramenti fondati sull´incertezza, con i falchi vicini a Weidmann a quota 7 voti e le colombe pro Draghi a 10: un panorama solo apparentemente tranquillo visto che restavano ancora 4 indecisi che, se schierati con Weidmann avrebbero creato una vera e propria frattura interna Nord-Sud. Un rischio che coinvolgeva tutti anche oltreoceano secondo i giudizi non solo di Christine Lagarde, ma anche del Presidente americano Obama che aveva chiesto a Monti, durante la sua visita in Finlandia per convincere questa a schierarsi a favore dell´ESM (per la cronaca: missione compiuta) ad appoggiare una serie di azioni improntate alla decisione e soprattutto alla velocità d´esecuzione. Fonte: News Trend Online