Obbligazioni perpetue e subordinate Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sulle obbligazioni perpetue... - Cap. 2

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Ciao Marco,

non è mia intenzione vestire i panni del difensore di Dijesselbloem.
Il mio era un ragionamento di tipo generale, visto che venivano contestati i principi, al di là del fatto specifico.
Allora ti chiedo: ti sembra che il principio sia sbagliato? Pensi che i legislatori europei siano tutti impazziti?

A me sembra chiaro che il principio generale sia quello indicato, tanto è vero che le ragioni addotte dal ministro olandese nella sua lettera alla Camera alla pag. 6 (il documento è stato allegato nel nostro forum) sono tutte volte a fronteggiare una possibile gravissima emergenza.

Si tratta di un'esagerazione? Il ministro e la DNB non la raccontano giusta?
Non sono entrato e non intendo entrare in questo tipo di discussione. Cerco solo di capire in quale mondo già ci troviamo e sempre più ci troveremo ad operare in futuro, per meglio decidere come investire i miei soldini....

Vista sotto questo angolo sono d'accordo con te.
La linea tracciata è fin troppo chiara.
Sta di fatto che prima si fanno le regole, si stabiliscono i parametri e dopo si agisce.
L'investire secondo la regola dell'adattamento passivo a ciò che viene calato dall'alto all'improvviso è alquanto destabilizzante e rende queste asset class al momento un campo minato dove le eccezioni stanno costruendo le regole.
Le nostre discussioni sui prospetti, normative, sfumature al momento perdono sostanzialmente di importanza.
 
Ribadisco: non è mia intenzione entrare nel dibattito che vuol decidere se il governo olandese abbia agito bene o male. Per fortuna la cosa non ha per me alcuna rilevanza pratica.
Mi interessa molto di più cercare di capire cosa può accadere ai miei risparmi, se continuerò a investire in sub europei. Su questo punto, passata l'ondata emotiva di SNS, faremmo bene tutti quanti a concentrarci e a scambiarci delle opinioni.

Una cosa però la posso già anticipare oggi: personalmente manterrò la mia posizione di non investire in una banca che le mie ricerche a torto o a ragione definiranno rischiosa, in particolare quando essa sia localizzata in un Paese con un regime di burden sharing realmente minaccioso.

Potrò fare bene o male, essere fortunato o meno, imbarcarmi in cause legali o vivere tranquillo, ma non chiuderò mai gli occhi sul fatto che a priori mi fosse noto quale rischio correvo.
Temo che si renda un pessimo servizio ai futuri investitori in perpetuals, ove li si convincesse che possono tranquillamente investire ignorando le leggi esistenti, siano esse eque o inique in materia di retroattività.

Qua su alcuni punti dissento Rott.
È proprio questo il punto: come si può dire che a priori era noto il rischio che si correva?
Si può sostenere che a priori era noto il rischio di esproprio? Dove sono i dati che rendono palese tale rischio a priori?
La legge c'è, ma devono essere noti anche i parametri in base ai quali applicarla.
Stato dove non esiste il Burden sharing? Non penso che sia ostativo ad una manovra stile SNS qualora ragioni di presunta stabilità nazionale lo impongano. Ripeto, le norme al momento hanno un'importanza alquanto relativa.
Le leggi abbiamo visto, possono essere emanate ad hoc ed applicate pressochè contestualmente, quindi vengono meno tutti i ragionamenti a priori basati sulle carte, sul grandfathering, sulla computabilità a capitale, sull'haircut, ecc......
 
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Qua su alcuni punti dissento Rott.
È proprio questo il punto: come si può dire che a priori era noto il rischio che si correva?
Si può sostenere che a priori era noto il rischio di esproprio? Dove sono i dati che rendono palese tale rischio a priori?
La legge c'è, ma devono essere noti anche i parametri in base ai quali applicarla.
Stato dove non esiste il Burden sharing? Non penso che sia ostativo ad una manovra stile SNS qualora ragioni di presunta stabilità nazionale lo impongano. Ripeto, le norme al momento hanno un'importanza alquanto relativa.
Le leggi abbiamo visto, possono essere emanate ad hoc ed applicate pressochè contestualmente, quindi vengono meno tutti i ragionamenti a priori basati sulle carte, sul grandfathering, sulla computabilità a capitale, sull'haircut, ecc......


Condivido appieno il tuo intervento.:up:
Quale investimento in perpetuals o subordinati in genere potrà ritenersi "sicuro" se passerà questa linea di intervento degli stati?
Ogni stato nel momento del bisogno potrebbe farsi la sua legge ad hoc.....
Ciao , Max

P.S. Dimenticavo, io ho reagito vendendo Olanda. Non sono sicuramente gli unici affidabili (AAA) nel mondo....
 
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Qua su alcuni punti dissento Rott.
È proprio questo il punto: come si può dire che a priori era noto il rischio che si correva?
Si può sostenere che a priori era noto il rischio di esproprio? Dove sono i dati che rendono palese tale rischio a priori?

La legge c'è, ma devono essere noti anche i parametri in base ai quali applicarla.
Stato dove non esiste il Burden sharing? Non penso che sia ostativo ad una manovra stile SNS qualora ragioni di presunta stabilità nazionale lo impongano. Ripeto, le norme al momento hanno un'importanza alquanto relativa.
Le leggi abbiamo visto, possono essere emanate ad hoc ed applicate pressochè contestualmente, quindi vengono meno tutti i ragionamenti a priori basati sulle carte, sul grandfathering, sulla computabilità a capitale, sull'haircut, ecc......

Marco,
ti rispondo quotando qui sotto un mio post del 24 gennaio scorso (la legge è del 30 giugno).
Ti prego di notare le parti che ho grassettato e di chiederti: non erano sufficientemente inquietanti, anche se non erano noti i dettagli applicativi? Non ti sei sentito un brivido lungo la schiena, quando li hai letti?

Personalmente non sono particolarmente preoccupato che un qualsiasi altro Paese possa approvare in fretta furia una legge analoga. Credo invece dovremmo tutti tener conto, nei nostri investimenti, che avremo una legislazione europea su bail-in e bail-out. Questa renderà del tutto superflua qualsiasi operazione di esproprio, perchè il Regolatore si limiterà a tappare il buco della banca usando parte del suo debito. A quel punto i sub saranno tagliati (o azzerati) senza cambio del titolare.

Top,

secondo me la tua analisi è difettosa per le seguenti ragioni:

1)tutte le banche che citi (con eccezione delle spagnole) sono state gestite in un contesto finanziario (ante Basilea 3 e ante accordi su burden sharing) e legale (non esistevano leggi o erano state predisposte frettolosamente) completamente diverso. Le spagnole respirano già il clima di oggi e, infatti, i sub sono stati tagliati. Tanto o poco, una volta sia stato conteggiato il costo di conversione in azioni (purtroppo non ho il testo esatto del provvedimento) non è rilevante ai fini di capire se il “sistema” lo permetta. L’entità del taglio, una volta verificato che è legalmente attuabile, dipende solo da quanto il business richieda.

2)l’Intervention Act ha aumentato enormemente il potere di intervento delle autorità monetarie olandesi. Nel mio post precedente ricordavo che i sub potrebbero essere fortemente penalizzati senza andare contro il prospetto: basta metterli nella bad bank. Questo tipo di intervento prima non sarebbe stato possibile.

3)purtroppo non esiste un testo inglese della legge in questione:

https://zoek.officielebekendmakinge...order=4&resultIndex=10&sorttype=1&sortorder=4

Esiste però una spiegazione “ufficiale” (“Rationale underlying the Intervention”):

DNBulletin: DNB and Minister of Finance have been assigned additional powers in respect of financial enterprises in difficulties - De Nederlandsche Bank

dalla quale si evincono gli obiettivi della legge. Vorrei attirare la tua attenzione sui seguenti passaggi di questo documento ufficiale:

*”the Intervention Act assigns ……….. to the Minister of Finance………..power to expropriate assets and/or liabilities of or securities issued by a financial enterprise.”

* “confronting shareholders and other suppliers of risk-bearing capital as much as possible with the losses which they would have suffered upon liquidation. “ E’ il famoso principio ‘no-creditor-worse-off’.


Ripeto: magari domani la cosa si risolve con un buffetto sulla guancia di SNS e allora fortunati quelli che sono entrati oggi. Ma magari no.

Non ho altro da aggiungere: c’è solo da sperare che il nostro confronto abbia aiutato chi ci legge a chiarirsi un po’ le idee su quali possano essere gli sviluppi futuri.
 
Bankia SA : Bankia reaches agreement with unions on restructuring plan
02/06/2013| 09:39am US/Eastern
Antonio Ortega: "This implies a shared effort between the people that will remain with the bank and those who must leave".
The agreement promotes voluntary departures and employability, with the creation of an employment pool for the affected employees.
It will allow Bankia to advance toward its objective of bringing the bank's efficiency ratio to below 50% .
Bankia has struck a preliminary agreement with the trade unions on the terms of the bank's restructuring plan covering both employees affected by the layoffs and those who will remain in Bankia.

Antonio Ortega: "The deal implies a shared effort with the people who will remain with the bank, while allowing improvements to be made in the conditions of those who must leave".

The preliminary accord is framed within the conditions of the 2012-2017 restructuring plan approved by Spanish and European Union authorities.

Bankia's general director of People, Organisation and Technology, Antonio Ortega, emphasised that the deal "implies a shared effort with the people who will remain with the bank, while allowing improvements to be made in the conditions of those who must leave".

Under the agreement, Ortega added, "Bankia can advance toward achieving the efficiency target charted in its Strategic Plan, which calls for bringing the efficiency ratio down to below 50%".

A maximum of 4,500 persons will be affected by the layoffs, compared with the 5,000 initially projected. And the bank will strive to continue bringing that number down by outsourcing arrangements to place employees with its service providers.

The agreement also introduces more favourable conditions for the people who decide to leave the bank voluntarily.

It also seeks to promote employability by setting up an employment pool for all employees who want to participate in job placement initiatives. The accord fixes a minimum indemnity, with a further supplement to be paid if the employee does not find work within 18 months.

The arrangement will help bolster the organisation's stability and avoid the labour conflicts that could arise otherwise.

Once the final formal accord has been signed with the unions, implementation will begin of all of the measures included in the Bankia restructuring plan.
 
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