MRPINK
Forumer storico
La fine
dell'euro, almeno nella forma in cui lo abbiamo conosciuto
fino ad ora, sembra essere arrivata. E' quanto scrivono gli
analisti di Credit Suisse in uno studio pubblicato oggi
dedicato alle sorti probabili della divisa comune. "Questo
non significa che la rottura dell'eurozona sia molto
probabile - si legge nel rapporto - ma sicuramente significa
che devono succedere delle cose straordinarie, e
possibilmente entro la meta' di gennaio, per impedire la
chiusura progressiva di tutti i mercati dei bond
dell'eurozona, con la possibilita' che in concomitanza con
questi eventi si verifichino attacchi speculativi anche alle
banche piu' forti". Secondo gli analisti di Credit Suisse non
si tratta di paradossi ma della logica "inesorabile" degli
investitori che non sanno piu' esattamente che cosa stiano
comprando sul mercato dei bond. "Nel breve periodo, questo
non puo' essere risolto dalla Bce o da nuovi governi in
Grecia, Italia o Spagna. Il problema e' che i mercati hanno
bisogno di segnali credibili sotto forma di un'unione
fiscale e politica ben prima che si possano modificare i
trattati". Secondo la banca, questo nuovo trend significa la
fine del modo con cui si e' proceduti sino ad ora, a strappi,
a favore di misure piu' drastiche e risolutive di quanto non
vorrebbero al momento tanto la Francia quanto la Germania.
"Solo allora la Bce a nostro parere sara' disposta a fornire
il ponte finanziario necessario per evitare un collasso
sistemico e pensiamo che il dibattito sull'unione fiscale
entrera' nel vivo gia' questa settimana quando la Commissione
pubblichera' un nuovo rapporto sulle tre diverse opzioni per
degli Eurobond garantiti vicendevolmente degli stati. Fino a
che questo dibattito non giungera' a conclusioni concrete, i
mercati continueranno a risentire di forti tensioni e un
paradosso e' che la pressione sugli yield dei titoli di Stato
di Italia e Spagna potrebbero peggiorare molto pur nel
momento in cui i nuovi governi varano le riforme e non e' da
escludere che i rendimenti salgano sopra il 9% per un breve
periodo". "A dir la verita' - proseguono gli analisti - e' del
tutto possibile vedere gli yield francesi salire sopra il 5%
e persino gli yield dei bund salire durante la fase critica
del dibattito sull'unione fiscale". "In breve - conclude il
rapporto della banca elvetica - il destino dell'euro sta per
esser deciso. E la pressione per arrivare ai necessari passi
in avanti sul piano politico verra' probabilmente dagli
investitori alla ricerca di una protezione contro le
conseguenze assolutamente catastrofiche di un collasso
dell'euro, uno scenario che le loro stesse paure dovrebbe
alla fin fine aiutare a impedire".
dell'euro, almeno nella forma in cui lo abbiamo conosciuto
fino ad ora, sembra essere arrivata. E' quanto scrivono gli
analisti di Credit Suisse in uno studio pubblicato oggi
dedicato alle sorti probabili della divisa comune. "Questo
non significa che la rottura dell'eurozona sia molto
probabile - si legge nel rapporto - ma sicuramente significa
che devono succedere delle cose straordinarie, e
possibilmente entro la meta' di gennaio, per impedire la
chiusura progressiva di tutti i mercati dei bond
dell'eurozona, con la possibilita' che in concomitanza con
questi eventi si verifichino attacchi speculativi anche alle
banche piu' forti". Secondo gli analisti di Credit Suisse non
si tratta di paradossi ma della logica "inesorabile" degli
investitori che non sanno piu' esattamente che cosa stiano
comprando sul mercato dei bond. "Nel breve periodo, questo
non puo' essere risolto dalla Bce o da nuovi governi in
Grecia, Italia o Spagna. Il problema e' che i mercati hanno
bisogno di segnali credibili sotto forma di un'unione
fiscale e politica ben prima che si possano modificare i
trattati". Secondo la banca, questo nuovo trend significa la
fine del modo con cui si e' proceduti sino ad ora, a strappi,
a favore di misure piu' drastiche e risolutive di quanto non
vorrebbero al momento tanto la Francia quanto la Germania.
"Solo allora la Bce a nostro parere sara' disposta a fornire
il ponte finanziario necessario per evitare un collasso
sistemico e pensiamo che il dibattito sull'unione fiscale
entrera' nel vivo gia' questa settimana quando la Commissione
pubblichera' un nuovo rapporto sulle tre diverse opzioni per
degli Eurobond garantiti vicendevolmente degli stati. Fino a
che questo dibattito non giungera' a conclusioni concrete, i
mercati continueranno a risentire di forti tensioni e un
paradosso e' che la pressione sugli yield dei titoli di Stato
di Italia e Spagna potrebbero peggiorare molto pur nel
momento in cui i nuovi governi varano le riforme e non e' da
escludere che i rendimenti salgano sopra il 9% per un breve
periodo". "A dir la verita' - proseguono gli analisti - e' del
tutto possibile vedere gli yield francesi salire sopra il 5%
e persino gli yield dei bund salire durante la fase critica
del dibattito sull'unione fiscale". "In breve - conclude il
rapporto della banca elvetica - il destino dell'euro sta per
esser deciso. E la pressione per arrivare ai necessari passi
in avanti sul piano politico verra' probabilmente dagli
investitori alla ricerca di una protezione contro le
conseguenze assolutamente catastrofiche di un collasso
dell'euro, uno scenario che le loro stesse paure dovrebbe
alla fin fine aiutare a impedire".