Certo, questo per restare sul breve e nel finanziario. Perché, in prospettiva di medio termine, nell'economia reale l'aria è parecchio pesante, da noi non più che in altri paesi ai quali ci accomunano decenni di cattiva amministrazione (e di peggiore esercizio del diritto di voto).. si vedono venire giù realtà produttive storiche, espulse improvvisamente dal mercato o ingoiate dalle sue dinamiche..
Non bastasse la competizione globale sfrenata, le nostre aziende, oltre che con i costi impliciti del sistema (burocrazia kafkiana, infrastrutture medievali, tassazione esaperata, ecc.) devono ogni giorno fare i conti con ulteriori pesanti zavorre (i soli costi di credito e logistica -gasolio, autostrade- rendono la spedizione di un pacco dall'azienda italiana verso Spagna o Svezia assai più onerosa della spedizione dall'azienda centro/nord-europea dello stesso pacco contenente lo stesso prodotto, tanto per fare un esempio banale ma rappresentativo).
Confrontarsi con questo scenario e con le conseguenze che anche il topic di questa nostra discussione ne avrebbe, credo sia difficilmente evitabile (stasera su Rainews Mineo, quasi con la bava alla bocca, invocava il New Deal di fronte al giornalista della tedesca FAZ, il quale sembrava la formica intenta a spiegare con cura alla cicala, dura a capire, che l'estate è davvero ormai agli sgoccioli).