Obbligazioni perpetue e subordinate Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sulle obbligazioni perpetue... - Cap. 2

Stato
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Ciao Londoner,
nessun impatto: la direttiva vale per il sistema bancario, non per quello assicurativo.
Più in generale, sono convinto che in futuro le sub assicurative saranno sempre più a premio rispetto alle equivalenti bancarie.
A meno che anche il mondo assicurativo decida di ricorrere ad abbigliamenti intimi di ghisa.. :lol:

Mi dai un'ottima prospettiva!
In effetti sto aspettando che si chiarisca la situazione (crisi imm.re ed emittenti coinvolti) in Olanda per entrare anche su SNS (SRLEV 9% - in caso si delinei la vendita del ramo assicurativo) e per incrementare (se dovesse scendere ancora) Delta Lloyd 9%.
 
:ciao:

appena arrivato

da leggere molto bene, si parla anche di call e c'è un elenco dettagliato delle emissioni

Dopo aver esaminato il messaggio “tecnico” nel report JPM, proviamo ad esaminare quello operativo che ne consegue.

La mia impressione è che l’analista di JPM (Henriques) abbia esagerato nel dare per scontate decisioni, da parte delle banche, che scontate non sono.

Ecco dove, a mio avviso, l’Henriques si è lasciato andare ad affermazioni eccessivamente drammatiche:

*la possibilità che i subordinati (T1 e T2) contribuiscano alla loss absorption dal 2015 ne renderà molto meno probabile il richiamo.
*per lo stesso motivo saranno molto meno probabili esercizi di LME
*la deadline 2015 renderà i sub come gli unici candidati al taglio di nominale, prima della scadenza 2018, quando il taglio si potrà applicare ad altri assets. La finestra 2015-2018 sarà di grande vulnerabilità per i sub.
*nessun strumento non-step sarà callato alla prima call; lo stesso avverrà per molti step.

In definitiva, secondo Henriques gli attuali sub potrebbero essere destinati ad un buffer (prescritto dalla direttiva) di titoli votati al sacrificio: il buffer escluderebbe i senior, per dare loro maggiore credibilità.

La RRD, considerata sarebbe quindi uno “hugely negative development for the asset class”, e avrebbe rango di “game changer”.

Il quadro dipinto da Henriques si presta, a mio parere, ad alcune obiezioni:

*non si capisce perché downgradino i T1 e non i T2, visto che sono accomunati dallo stesso destino
*si lascia intendere che il taglio del nominale (permanente!) possa diventare un intervento di quasi ordinaria amministrazione per emittenti che sperimentano delle difficoltà. Se le cose stessero così, diventerebbe difficilissimo per una banca emettere nuovi subordinati. Diverso se il taglio si rendesse necessario in situazioni di estrema difficoltà. Domanda per Henriques: se lo cose stanno così, quali banche e a quale tasso emetteranno mai i nuovi sub?
*la particolare severità nei confronti dei T1 sembra nascere dalla convinzione che questi strumenti fossero destinati, prima della RRD, ad una utilità nulla per la banca. Non è così, visto che quasi tutti avevano la possibilità di diventare T2. Se un T1 costa di più di un T2 (per non dire di un senior…), non si vede perché la banca non lo debba ritirare. Ovviamente non in momenti di mercato “chiuso”, come l’attuale.
*il requisito di un buffer di titoli in grado di assorbire le perdite (LAC o PLAC) non mi sembra sia prevedibile dal 2015, ma dal 2018. Non si vede quindi perché il periodo 2015-2018 debba diventare così critico.
*l’aspetto reputazionale per Henriques sarebbe morto e sepolto. La possibilità che le banche più importanti seguano l’esempio svizzero (anche là è stato imposto un livello elevatissimo di capitalizzazione: UBS e CS si sono adeguati emettendo CoCo bonds, e continuando a callare) non sfiora il “nostro”.

Si potrebbe continuare…

In definitiva mi sembra che l’uomo di JPM abbia perfettamente ragione nel metterci in guardia a proposito di questa evoluzione normativa: è vero che questi strumenti diventeranno più pericolosi e che le call saranno, in generale, meno probabili. Però, per convincerci di tutto questo l’Henriques non aveva necessità di utilizzare un approccio quasi terroristico.

Voi che impressione ne avete tratto?


P.S. Il report ricorda che Unicredit ha affermato, nel corso delle recenti tenders, che le future call saranno effettuate “secondo i migliori interessi della banca”. Un’altra banca d’affari aveva commentato più o meno così:”Ma se hanno intenzione di continuare a callare, perché avrebbero dovuto scrivere una frase del genere?”. Lo ricordo perché abbiamo sempre considerato Unicredit attenta alla “reputazione”, mentre quella frase risulta inquietante…
 
P.S. Il report ricorda che Unicredit ha affermato, nel corso delle recenti tenders, che le future call saranno effettuate “secondo i migliori interessi della banca”. Un’altra banca d’affari aveva commentato più o meno così:”Ma se hanno intenzione di continuare a callare, perché avrebbero dovuto scrivere una frase del genere?”. Lo ricordo perché abbiamo sempre considerato Unicredit attenta alla “reputazione”, mentre quella frase risulta inquietante…

Anche santander sembra abbia affermato di voler esercitare le call secondo i migliori interessi della banca e MS per questo motivo gli preferisce le BBVA.
Il mercato nel caso specifico fa invece il contrario
 
Dopo aver esaminato il messaggio ***8220;tecnico***8221; nel report JPM, proviamo ad esaminare quello operativo che ne consegue.

La mia impressione è che l***8217;analista di JPM (Henriques) abbia esagerato nel dare per scontate decisioni, da parte delle banche, che scontate non sono.

Ecco dove, a mio avviso, l***8217;Henriques si è lasciato andare ad affermazioni eccessivamente drammatiche:

*la possibilità che i subordinati (T1 e T2) contribuiscano alla loss absorption dal 2015 ne renderà molto meno probabile il richiamo.
*per lo stesso motivo saranno molto meno probabili esercizi di LME
*la deadline 2015 renderà i sub come gli unici candidati al taglio di nominale, prima della scadenza 2018, quando il taglio si potrà applicare ad altri assets. La finestra 2015-2018 sarà di grande vulnerabilità per i sub.
*nessun strumento non-step sarà callato alla prima call; lo stesso avverrà per molti step.

In definitiva, secondo Henriques gli attuali sub potrebbero essere destinati ad un buffer (prescritto dalla direttiva) di titoli votati al sacrificio: il buffer escluderebbe i senior, per dare loro maggiore credibilità.

La RRD, considerata sarebbe quindi uno ***8220;hugely negative development for the asset class***8221;, e avrebbe rango di ***8220;game changer***8221;.

Il quadro dipinto da Henriques si presta, a mio parere, ad alcune obiezioni:

*non si capisce perché downgradino i T1 e non i T2, visto che sono accomunati dallo stesso destino
*si lascia intendere che il taglio del nominale (permanente!) possa diventare un intervento di quasi ordinaria amministrazione per emittenti che sperimentano delle difficoltà. Se le cose stessero così, diventerebbe difficilissimo per una banca emettere nuovi subordinati. Diverso se il taglio si rendesse necessario in situazioni di estrema difficoltà. Domanda per Henriques: se lo cose stanno così, quali banche e a quale tasso emetteranno mai i nuovi sub?
*la particolare severità nei confronti dei T1 sembra nascere dalla convinzione che questi strumenti fossero destinati, prima della RRD, ad una utilità nulla per la banca. Non è così, visto che quasi tutti avevano la possibilità di diventare T2. Se un T1 costa di più di un T2 (per non dire di un senior***8230;), non si vede perché la banca non lo debba ritirare. Ovviamente non in momenti di mercato ***8220;chiuso***8221;, come l***8217;attuale.
*il requisito di un buffer di titoli in grado di assorbire le perdite (LAC o PLAC) non mi sembra sia prevedibile dal 2015, ma dal 2018. Non si vede quindi perché il periodo 2015-2018 debba diventare così critico.
*l***8217;aspetto reputazionale per Henriques sarebbe morto e sepolto. La possibilità che le banche più importanti seguano l***8217;esempio svizzero (anche là è stato imposto un livello elevatissimo di capitalizzazione: UBS e CS si sono adeguati emettendo CoCo bonds, e continuando a callare) non sfiora il ***8220;nostro***8221;.

Si potrebbe continuare***8230;

In definitiva mi sembra che l***8217;uomo di JPM abbia perfettamente ragione nel metterci in guardia a proposito di questa evoluzione normativa: è vero che questi strumenti diventeranno più pericolosi e che le call saranno, in generale, meno probabili. Però, per convincerci di tutto questo l***8217;Henriques non aveva necessità di utilizzare un approccio quasi terroristico.

Voi che impressione ne avete tratto?


P.S. Il report ricorda che Unicredit ha affermato, nel corso delle recenti tenders, che le future call saranno effettuate ***8220;secondo i migliori interessi della banca***8221;. Un***8217;altra banca d***8217;affari aveva commentato più o meno così:***8221;Ma se hanno intenzione di continuare a callare, perché avrebbero dovuto scrivere una frase del genere?***8221;. Lo ricordo perché abbiamo sempre considerato Unicredit attenta alla ***8220;reputazione***8221;, mentre quella frase risulta inquietante***8230;

Sul primo punto che ho grassettato è il dubbio, infatti, che è venuto a me. Gran parte, se non tutte le banche dei paesi piigs sarebbero sostanzialmente impossibilitate ad emettere questo tipo di debito - che avrebbe invece ruolo "protettivo" a meno di dissanguarsi con le cedole - mentre l'unione bancaria è un progetto in altissimo mare. Nè vedo come, nell'arco di un periodo di tempo ragionevole, la questione potrebbe risolversi, visto che tutto origina dalla crisi del debito statale che la prolungata recessione non farà che aumentare e da questioni ancora irrisolte, a partire da quelle dei fondi ancora non disponibili per un'eventuale richiesta dell'Italia e dello status di creditore che l'Esm implicherà.
Insomma, il problema si pone, ma è talmente in là nel tempo, come sottende anche il secondo grassettato, e di acqua sotto i ponti, imho, ne deve passare così tanta, che pur essendo interessanti le osservazioni dell'analista Jpm (indicative anche di "pulsioni" a tagli di nominale che serpeggiano, per altri versi, in Europa) non vedo come le stesse possano diventare ora driver dei prezzi o indicative sulle t1 piuttosto che sulle lt2.
 
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Dopo aver esaminato il messaggio “tecnico” nel report JPM, proviamo ad esaminare quello operativo che ne consegue.

La mia impressione è che l’analista di JPM (Henriques) abbia esagerato nel dare per scontate decisioni, da parte delle banche, che scontate non sono.

Ecco dove, a mio avviso, l’Henriques si è lasciato andare ad affermazioni eccessivamente drammatiche:

*la possibilità che i subordinati (T1 e T2) contribuiscano alla loss absorption dal 2015 ne renderà molto meno probabile il richiamo.
*per lo stesso motivo saranno molto meno probabili esercizi di LME
*la deadline 2015 renderà i sub come gli unici candidati al taglio di nominale, prima della scadenza 2018, quando il taglio si potrà applicare ad altri assets. La finestra 2015-2018 sarà di grande vulnerabilità per i sub.
*nessun strumento non-step sarà callato alla prima call; lo stesso avverrà per molti step.

In definitiva, secondo Henriques gli attuali sub potrebbero essere destinati ad un buffer (prescritto dalla direttiva) di titoli votati al sacrificio: il buffer escluderebbe i senior, per dare loro maggiore credibilità.

La RRD, considerata sarebbe quindi uno “hugely negative development for the asset class”, e avrebbe rango di “game changer”.

Il quadro dipinto da Henriques si presta, a mio parere, ad alcune obiezioni:

*non si capisce perché downgradino i T1 e non i T2, visto che sono accomunati dallo stesso destino
*si lascia intendere che il taglio del nominale (permanente!) possa diventare un intervento di quasi ordinaria amministrazione per emittenti che sperimentano delle difficoltà. Se le cose stessero così, diventerebbe difficilissimo per una banca emettere nuovi subordinati. Diverso se il taglio si rendesse necessario in situazioni di estrema difficoltà. Domanda per Henriques: se lo cose stanno così, quali banche e a quale tasso emetteranno mai i nuovi sub?
*la particolare severità nei confronti dei T1 sembra nascere dalla convinzione che questi strumenti fossero destinati, prima della RRD, ad una utilità nulla per la banca. Non è così, visto che quasi tutti avevano la possibilità di diventare T2. Se un T1 costa di più di un T2 (per non dire di un senior…), non si vede perché la banca non lo debba ritirare. Ovviamente non in momenti di mercato “chiuso”, come l’attuale.
*il requisito di un buffer di titoli in grado di assorbire le perdite (LAC o PLAC) non mi sembra sia prevedibile dal 2015, ma dal 2018. Non si vede quindi perché il periodo 2015-2018 debba diventare così critico.
*l’aspetto reputazionale per Henriques sarebbe morto e sepolto. La possibilità che le banche più importanti seguano l’esempio svizzero (anche là è stato imposto un livello elevatissimo di capitalizzazione: UBS e CS si sono adeguati emettendo CoCo bonds, e continuando a callare) non sfiora il “nostro”.

Si potrebbe continuare…

In definitiva mi sembra che l’uomo di JPM abbia perfettamente ragione nel metterci in guardia a proposito di questa evoluzione normativa: è vero che questi strumenti diventeranno più pericolosi e che le call saranno, in generale, meno probabili. Però, per convincerci di tutto questo l’Henriques non aveva necessità di utilizzare un approccio quasi terroristico.

Voi che impressione ne avete tratto?


P.S. Il report ricorda che Unicredit ha affermato, nel corso delle recenti tenders, che le future call saranno effettuate “secondo i migliori interessi della banca”. Un’altra banca d’affari aveva commentato più o meno così:”Ma se hanno intenzione di continuare a callare, perché avrebbero dovuto scrivere una frase del genere?”. Lo ricordo perché abbiamo sempre considerato Unicredit attenta alla “reputazione”, mentre quella frase risulta inquietante…


Se questa e' la giusta interpretazione ....questo e' un vero e proprio de profundis dei subordinati........non so naturalmente il livello di affidabilità , abusando del significato della parola, possa avere....
 
se avete letto il prospetto del tlx...quello andrebbe rettificato in quanto lo ritengo Sbagliato.

Convenimmo a pagina 8046 che Generali 2042 non avesse Clausola di Loss Absorption.

hai ragione, la memoria di domenica non funziona molto...
come da te giustamente rilevato e confermato da negusneg, nelle generali 42 non è presente la clausola di loss abs (erroneamente riportata dal tlx) ma una Redemption suspension event (sospensione del rimborso a scadenza) ed una Option Redemption due to a Special Redemption Event, applicabile in base ad un rating event.
 
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