Io vedo cmq una netta differenza tra gli emittenti da te nominati.
Sia in termini politici, che in termine economici, penso che non si possano paragonare BDM e Carige con Banco Popolare.
Cmq è molto complicato capire realmente in che condizioni stanno emittenti che si trovano nella zona grigia, nera, marrone o qualsivoglia. Anche i bilanci in sè dicono poco. Bisogna cercare di capire realmente quante svalutazioni sono state fatte, quanti scheletri vi sono negli armadi e quanti altri accantonamenti saranno da fare.
Cmq tra le banchette italiane, quella che mi affascina sicuramente di più è carige. Come rischio/rendimento al momento la ritengo la più interesante. Penso che a breve un'analisi dettagliata sia da fare.
Certo, non volevo implicare che si somigliassero.
Solo che avrei piacere di vederli analizzati, visto che li conosco poco.
Già da uno sguardo veloce a qlc dato finanziario tratto dall'ultima trimestrale saltano all'occhio sostanziali differenze.
Ciao,
come detto, da un esame dei bilanci non ci si può attendere un miracolo. Però una valida base di ragionamento, quella sì.
Altrimenti si finisce per essere condizionati dal “fascino”, che non è quasi mai un buon consigliere…
I dati postati da GML, come tutti i dati, sono sempre utili. Però credo un perpetualista/subista che esamina una banca in questo momento abbia bisogno di guardare in direzioni diverse, e in particolare in queste: CET1 ratio e NPL.
Senza pretesa di completezza, vi sottopongo alcuni dati, tratti dalla trimestrale di Carige. Tra parentesi trovate i dati equivalenti tratti dalla trimestrale di Intesa.
NPL
*Deteriorati/Crediti clientela: 19% (15%)
*Fatto 100 il totale Deteriorati: Sofferenze al 45%(59%); Incagli al 42% (31%); Ristrutturati al 2%(4.5%); Scaduti all’11%(5.5%)
*Rettifiche: Sofferenze al 50%(61%); Incagli al 17% (23%); Ristrutturati al 10%(13%); Scaduti all’3%(11%)
Conclusioni che si può essere tentati di trarre sui NPL:
*Banca d’Italia ha probabilmente fatto una buona pulizia aumentando in modo significativo il livello dei Deteriorati: qui non dovrebbero essere nascosti scheletri…
*la classificazione utilizzata a bilancio per le varie tipologie di credito deteriorato forse è ancora benevola
*anche le Rettifiche forse non sono state applicate con eccessiva severità.
Un calcolo rapido ci dice che se Carige avesse un profilo di deteriorati analogo a quello di Intesa, dovrebbe imbarcare perdite ulteriori per un ammontare non lontano da 300 mln di euro.
CET1
Carige espone un Core Tier 1 consolidato a fine settembre pari al 5.8%. Bassino...
Ammetto che trovo i numeri pubblicati “confusing” per le seguenti ragioni:
*si afferma che tale ratio sia basato sulla circolare della BdI del 2006. Ne ho dedotto che si applicavano i criteri di Basilea 2. Però ho anche letto che Fitch li considera basati su Basilea 2.5. Ci deve essere qualcosa che mi sfugge…
*Carige aggiunge che partendo da quel ratio, e tenendo conto di una serie di cessioni e del diverso calcolo di alcuni parametri (in particolare delle imposte differite) potrebbero arrivare ad un nuovo ratio rispettoso di Basilea 3 (probabilmente phase-in), e pari al CET1 7.7%. Immagino che vi si debba credere, anche se normalmente nel passaggio da Basilea 2 a Basilea 3 questi ratio si abbassano…
Rimane il fatto che anche dando per buoni questi calcoli, Carige si troverebbe sotto l’8% fissato dalla BCE per l’AQR. Per non parlare del successivo stress-test.
Conclusioni sul CET1 che azzardo:
*non è facile credere alle affermazioni di una banca appena “sputtanata”…
*il mercato attende che Montani, non coinvolto nella precedente gestione, dica la sua. Mi pare di capire che stia preparando il “suo” business plan. E’ noto che i nuovi managers tendono a non fare sconti: non sono mica scemi… A quel punto, gli investitori dovrebbero avere una bussola affidabile…
*l’execution risk (cessioni, etc.) al momento sembra elevato: a meno che qualcuno abbia notizia di contatti avanzati con acquirenti credibili. Online ho letto che il business assicurativo non sembra per nulla facile da cedere.
*l’aumento di capitale annunciato a inizio anno (800 mln) al momento ha un po’ il sapore di un numero al lotto.
Per la conclusione delle conclusioni (“ha senso entrare oggi in un sub di Carige?”) come al solito ognuno deve decidere per sé.
Se qualcuno è in possesso di info aggiuntive, per favore lo dica.
Al momento mi sembra difficile negare che l’ingresso in un sub Carige sia più una questione di “fede” che di logica finanziaria.
P.S. se qualcuno volesse condividere analisi analoghe per altre banche "chiacchierate", gliene sarei riconoscente.