OT: Finanza criminale
Inchiesta Sopaf, arrestati i fratelli Magnoni
Contestate bancarotta fraudolenta, truffa, appropriazione indebita e frode fiscale per oltre 100 milioni di euro
di Redazione Milano Online
I fratelli Ruggero, Aldo e Giorgio Magnoni, e il figlio di quest’ultimo, Luca, sono stati arrestati venerdì mattina dalla Guardia di finanza in un’inchiesta che riguarda la holding di partecipazione finanziaria Sopaf. Altri arresti, perquisizioni e sequestri sono tuttora in corso. I reati contestati agli indagati dalla magistratura di Milano sono associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, truffa, appropriazione indebita e frode fiscale. I finanzieri avrebbero accertato un
a distrazione di oltre 100 milioni di euro dal patrimonio della Sopaf, società in regime di concordato preventivo.
Lehman Brothers, Nomura, Mps e Telecom
I fratelli Magnoni sono personaggi noti della finanza:
Ruggero è stato vice presidente Europa di Lehman Brothers, presidente di Nomura Italia (chiamata in causa, per via del derivato Alexandria, nell’inchiesta Mps) e in passato avrebbe partecipato anche alla scalata Telecom, la «madre» di tutte le Opa; Aldo Magnoni è stato l’ideatore dell’Oak Fund, pure intervenuto nella scalata Telecom; Giorgio Magnoni e il figlio Luca sono rispettivamente amministratore delegato e consigliere della Sopaf.
Danneggiate Inpgi e Cassa Ragionieri
Nell’ambito dell’inchiesta su Sopaf, due delle sette persone raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare sono Andrea Toschi e Alberto Ciamperoni, mentre la controllata di Sopaf coinvolta nell’inchiesta e’ l’Adenium. Nel corso dell’indagine della procura di Milano sono emerse una appropriazione indebita di circa 50 milioni di euro ai danni della Cassa di previdenza dei ragionieri e dei periti e una di 7 milioni di euro ai danni dell’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti. I due enti sono considerati parti offese nel procedimento e sono state effettuate perquisizioni presso le loro sedi.
Sequestrati 65 immobili
I militari del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza hanno arrestato anche Gianluca Selvi, dominus della società Hps, ritenuto dagli inquirenti personaggio chiave nell’appropriazione dei fondi, per 52 milioni di euro, della cassa di previdenza dei ragionieri. Le misure cautelari eseguite sono dunque complessivamente sette. Sono state richieste dal pm di Milano Gaetano Ruta, che ha diretto le indagini, e sono state disposte dal gip Donatella Banci Buonamici. Gli investigatori hanno accertato che la società Adenium tramite la propria controllata lussemburghese Adenium Sicav avrebbe sottoscritto titoli per 52 milioni di euro gestiti dalla società Hps di Selvi. Il denaro, attraverso società off shore sarebbe stato trasferito su conti bancari alle isole Bermuda e Mauritius, e sarebbero poi rientrati in Italia a disposizione di alcuni degli arrestati.
La truffa agli enti
Diverso il meccanismo attraverso il quale sarebbero stati truffati l’istituto di previdenza dei giornalisti per 7 milioni di euro e anche l’ente di previdenza dei medici per 20 milioni di euro: la Sopaf - hanno accertato i finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria - che gestiva parte del patrimonio dei due istituti avrebbe acquistato quote del Fondo immobili pubblici (Fip) e li avrebbe rivenduti dopo alcuni giorni a Inpgi ed Enpam, realizzando in tal modo un profitto ritenuto illecito. La Guardia di Finanza ha sequestrato 65 immobili la maggior parte nel centro di Milano riconducibili agli indagati, una decina in tutto oltre agli arrestati, villette residenziali. autovetture e ha bloccato oltre 250 rapporti bancari in varie parti d’Italia.