Obbligazioni perpetue e subordinate Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sulle obbligazioni perpetue... - Cap. 3

Ricordo che Groupama pubblica un primo flash sulla semestrale domani.

Nel frattempo la legge sull'economia solidale, che permetterà agli assicurativi "mutualistes" di emettere strumenti finanziari studiati per loro, è passata in maniera definitiva lo scorso 17 luglio al parlamento francese.
 
ma gli eccezionali risultati di rbs (che nn ho controllato nei dettagli) secondo voi sono dovuti al mercato inglese nel suo complesso, o alla specificità di singole azioni prese da rbs?

per capirsi ritenete probabile che barclays e hsbc possano anch'esse stupire?

personalmente le grosse banche inglesi restano tra i miei emittenti preferiti in campo perpetual

questo perchè con la salita che hanno avuto i loro immobili è difficile pensare che qualcuno nn voglia onorare i mutui contratti con tali banche, che quindi vedranno un forte calo delle sofferenze bancarie (oltre al solito fatto di godere di una banca centrale indipendente per la sterlina)

ciao
Andrea

Ciao Andrea,

il risultato è dovuto principalmente al drastico calo delle loan impairment losses, di quasi 2 mld £, ed in misura minore delle spese per litigations, di 370 mln.

Naturalmente il clima economico nettamente migliore in UK ed Irlanda ha fatto la sua parte.

Non so quanto questo possa riflettersi sui conti delle altre banche inglesi, RBS mantiene alcune specificità e sta spingendo più di altri sul derisking e deleveraging, però credo che salvo sorprese dovrebbero essere tutte in miglioramento.

barclays ha presentato i conti, chiudendo il 2* trimestre in utile

i conti sono piaciuti al mercato

inoltre:

BARCLAYS FINANCE DIRECTOR SAYS CONFIDENT LEVERAGE RATIO WILL BE GREATER THAN 4 PCT IN 2016 AND BEYOND
-

di tutto questo beneficiano le sue perpetue coco bond, che ultimamente erano un po' al palo (le ultime emesse erano:
barclays usd US06738EAB11 6,625% 2019 che detengo 99,75 bid 100,08 ask
barclays eur XS1068574828 6,5% 2019 101,57 bid - 101,9x ask )


ciao
Andrea


LONDRA (MF-DJ)--Barclays e' tornata in positivo nel secondo trimestre, registrando un utile netto di 161 milioni di sterline a fronte della perdita di 168 mln dello stesso periodo dell'esercizio scorso.

Sull'ultima riga del bilancio hanno pesato negativamente i 900 milioni di sterline di accantonamenti che la banca ha contabilizzato per far fronte ai risarcimenti dovuti ai clienti per la vendita impropria di alcuni prodotti. La performance negativa della divisione di investment bank, evidente dal dimezzamento dell'utile pre-tasse della sezione di fixed income, currencies and commodities a 567 milioni di sterline, e' stata compensata dalla crescita dei segmenti di personal and corporate banking e dalle carte di credito.

Il risultato complessivo positivo e' da imputare all'implementazione di un rigido piano di ristrutturazione, che prevede un ritorno alle tradizionali attivita' retail e un minor focus sul business di investment bank. "Ci siamo impegnati a semplificare e ribilanciare il gruppo in maniera da produrre risultati migliori e piu' sostenibili", ha dichiarato l'amministratore delegato Antony Jenkins. Grazie ai tagli implementati, Barclays ha ridotto le spese operative del 20% sull'anno a 9,7 miliardi di sterline.

A maggio, la banca inglese ha deciso di istituire una divisione per gestire attivita' il cui valore ponderato per il rischio si aggira intorno ai 115 miliardi di sterline. Tra gli asset che saranno controllati dalla bad bank spiccano l'intero braccio retail dell'Europa continentale e parte delle attivita' di investment bank. Quest'ultima divisione e' destinata a subire dei tagli importanti, con l'eliminazione delle attivita' su derivati non standard di fixed income, commodity e prodotti finanziari relativi a Paesi emergenti e la sopressione di 7.000 posizioni entro il 2016, parte di un piano che prevede 19.000 licenziamenti nella banca nei prossimi tre anni.

Nonostante i buoni progressi messi a segno sul fronte dell'implementazione della nuova strategia, il rischio legale rischia ancora di pesare sui conti di Barclays. La banca inglese ha recentemente contestato le accuse mosse dall'Ufficio del procuratore generale di New York in merito alla gestione del trading ad alta frequenza negli Stati Uniti. A questa controversia in corso si aggiungono i problemi legati al trading su valute. Il Dipartimento di giustizia americano sta infatti valutando se la banca ha violato i termini dell'accordo di non persecuzione siglato nel 2012 in occasione del patteggiamento sul caso Libor, con cui la banca inglese si era impegnata a non commettere reati negli Usa.

red/est/fer (fine)

MF-DJ NEWS 3009:54 lug 2014


Buona la diminuzione delle svalutazioni (impairments), così come la continuazione del deleveraging.

Si conferma che per le banche sistemiche i costi di litigation continuano ad essere un aspetto importante e probabilmente destinato a durare ancora per un po' di tempo, ma nel complesso, visto il miglioramento sensibile del quadro complessivo, non troppo difficile da gestire.
 
Ma chette insider , io ho scritto in tutte le salse che erano solo parole, voci , e le ho postate con la stessa attendibilità dell'articolo delle cronache maceratesi, sottolineando che io ero il primo che in ogni caso credevo e credo solo a quello che vedo e tocco . poi se qualcuno crede di leggere ciò che non ho scritto, me ne scuso subito , anzi anche io faccio appello ai mod di togliere subito tutto al fine di non generare confusione .

Non vedo la necessità di eliminare messaggi. Hai riferito di una tua conversazione privata in modo corretto e trasparente. :up:

Personalmente preferisco sentire tutte le campane, anche se poi, in assenza di notizie certe, mi astengo dal prendere posizione.

Se vuoi puoi cancellare tu il post, ma per me lo puoi tranquillamente lasciare.
 
da Finanza Online

Originalmente inviato da frmaoro Visualizza messaggio
Salvataggi. Il dossier al Fondo tutela depositi
Per Banca Marche spunta l'opzione della bad company
Marco Ferrando
Banca Marche potrebbe farsi in due per accelerare i tempi del rilancio. Vista la difficoltà a trovare una banca disposta a farsi carico – da sola – del salvataggio di un istituto con 24 miliardi di attivi, la Banca d'Italia, i commissari e gli advisor UniCredit e Banca Imi, stanno lavorando a uno schema alternativo che prevederebbe la creazione di una bad bank, cui conferire buona parte dei crediti deteriorati, e di una good bank, dove resterebbe la parte "sana" del business.
Con questo percorso i salvataggi di fatto diventerebbero due (per un fabbisogno complessivo stimato intorno al miliardo), ma lo sdoppiamento renderebbe più agevole il reclutamento dei nuovi soci: per la bad company, oltre all'intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi, si sarebbe già incassato l'interesse di Fonspa, l'ex Credito Fondiario e si starebbero sondando anche altri operatori, italiani e stranieri, specializzati nella valorizzazione dei non performing loans; questi stessi soggetti potrebbero partecipare alla ricapitalizzazione della good company, in cui – però – il contributo maggiore potrebbe arrivare dai soci attuali di Banca Marche e soprattutto di quelli nuovi disposti a entrare, a partire dalla cordata di imprenditori locali che da più di un anno si sono dichiarati disponibili a investire fino a 300 milioni.
Dopo alcune riunioni tenute nei giorni scorsi, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, ieri la soluzione sarebbe stata oggetto di discussione al comitato di gestione del Fondo interbancario, chiamato a svolgere comunque un ruolo di rilievo all'interno dell'operazioni. Come noto, ogni operazione sostenuta dal fondo di fatto è a carico dell'intero sistema bancario, e – dopo aver proprio ieri concluso l'operazione Tercas con il contributo di 265 milioni – si cercherebbe di limitare i nuovi esborsi: per questo, si apprende, insieme a un intervento cash nell'ordine dei 100 milioni, il fondo potrebbe partecipare al dossier Banca Marche per una cifra fino a mezzo miliardo sotto forma di garanzia (sui crediti deteriorati), che quindi prevederebbe un impegno più soft anche per le banche consorziate.
Il piano B verrà seguito solo nel caso in cui non si verificheranno le condizioni necessarie per il piano A, e cioè se non si troverà una banca decisa a comprare; rispetto all'estate scorsa – quando per Banca Marche è scattata l'amministrazione straordinaria – il clima nel settore è migliorato, ma finora nessuno si è fatto avanti; tra gli advisor non si esclude che qualche banca medio-grande (magari la Popolare di Vicenza, l'ultima che si era fatta viva per l'acquisto di alcuni asset prima del commissariamento) possa tornare a valutare il dossier; finché non si chiuderanno gli esami della Bce, tuttavia, difficilmente potrà accadere e per questo al momento il piano bad bank-good bank sembra il più agevole da realizzare in tempi ragionevolmente brevi.
@marcoferrando77
© RIPRODUZIONE RISERVATA



sole 24 ore
 
da Finanza Online

Originalmente inviato da frmaoro Visualizza messaggio
Salvataggi. Il dossier al Fondo tutela depositi
Per Banca Marche spunta l'opzione della bad company
Marco Ferrando
Banca Marche potrebbe farsi in due per accelerare i tempi del rilancio. Vista la difficoltà a trovare una banca disposta a farsi carico – da sola – del salvataggio di un istituto con 24 miliardi di attivi, la Banca d'Italia, i commissari e gli advisor UniCredit e Banca Imi, stanno lavorando a uno schema alternativo che prevederebbe la creazione di una bad bank, cui conferire buona parte dei crediti deteriorati, e di una good bank, dove resterebbe la parte "sana" del business.
Con questo percorso i salvataggi di fatto diventerebbero due (per un fabbisogno complessivo stimato intorno al miliardo), ma lo sdoppiamento renderebbe più agevole il reclutamento dei nuovi soci: per la bad company, oltre all'intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi, si sarebbe già incassato l'interesse di Fonspa, l'ex Credito Fondiario e si starebbero sondando anche altri operatori, italiani e stranieri, specializzati nella valorizzazione dei non performing loans; questi stessi soggetti potrebbero partecipare alla ricapitalizzazione della good company, in cui – però – il contributo maggiore potrebbe arrivare dai soci attuali di Banca Marche e soprattutto di quelli nuovi disposti a entrare, a partire dalla cordata di imprenditori locali che da più di un anno si sono dichiarati disponibili a investire fino a 300 milioni.
Dopo alcune riunioni tenute nei giorni scorsi, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, ieri la soluzione sarebbe stata oggetto di discussione al comitato di gestione del Fondo interbancario, chiamato a svolgere comunque un ruolo di rilievo all'interno dell'operazioni. Come noto, ogni operazione sostenuta dal fondo di fatto è a carico dell'intero sistema bancario, e – dopo aver proprio ieri concluso l'operazione Tercas con il contributo di 265 milioni – si cercherebbe di limitare i nuovi esborsi: per questo, si apprende, insieme a un intervento cash nell'ordine dei 100 milioni, il fondo potrebbe partecipare al dossier Banca Marche per una cifra fino a mezzo miliardo sotto forma di garanzia (sui crediti deteriorati), che quindi prevederebbe un impegno più soft anche per le banche consorziate.
Il piano B verrà seguito solo nel caso in cui non si verificheranno le condizioni necessarie per il piano A, e cioè se non si troverà una banca decisa a comprare; rispetto all'estate scorsa – quando per Banca Marche è scattata l'amministrazione straordinaria – il clima nel settore è migliorato, ma finora nessuno si è fatto avanti; tra gli advisor non si esclude che qualche banca medio-grande (magari la Popolare di Vicenza, l'ultima che si era fatta viva per l'acquisto di alcuni asset prima del commissariamento) possa tornare a valutare il dossier; finché non si chiuderanno gli esami della Bce, tuttavia, difficilmente potrà accadere e per questo al momento il piano bad bank-good bank sembra il più agevole da realizzare in tempi ragionevolmente brevi.
@marcoferrando77
© RIPRODUZIONE RISERVATA



sole 24 ore

Purtroppo vedo che mi tocca, ancora una volta e non perchè mi piaccia giocare a fare la Cassandra, gettare acqua sul fuoco di possibili entusiasmi, se mai questa ipotesi, buttata lì dal Sole24ore, dovesse realizzarsi.

Prima di tutto deve essere chiaro che lo sdoppiamento della banca in una bad e una good avrebbe una sola giustificazione: tutta intera non se la vuole prendere nessuno.
E questa non è una buona notizia.

Secondariamente suggerisco di confrontare questa ipotesi con il punto 3 delle raccomandazioni, da me più volte postate, della Commissione Europea in materia di bail-in, quando ancora manchino le leggi nazionali a regolare la materia (si veda l'allegato qui sotto).

A mio avviso la somiglianza tra i 2 casi è evidente.
In altre parole: se si procedesse in tal modo sembrerebbe logico attendersi che i subs debbano finire nella bad bank.

E tuttavia non si possono certo esprimere delle certezze al riguardo.

Morale: gli ottimisti inguaribili, fautori della "soluzione sistemica all'italiana" (leggi: tarallucci e vino...) rimarranno convinti che i subs finiranno nella good bank; i prudenti, che non amano gli azzardi, staranno alla finestra, temendo che i subs finiscano nella bad bank.:specchio:

Siamo sempre al punto di partenza....:specchio:
 

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però le raccomandazioni della commissione sono in caso di intervento pubblico, qui l'intervento è privato, il fitd è privato
 
Ricordo che Groupama pubblica un primo flash sulla semestrale domani.

Nel frattempo la legge sull'economia solidale, che permetterà agli assicurativi "mutualistes" di emettere strumenti finanziari studiati per loro, è passata in maniera definitiva lo scorso 17 luglio al parlamento francese.

appuntamento da non perdere domani ... sai per caso quest'anticipo di dati flash a che ora verrà pubblicato ?
 
Purtroppo vedo che mi tocca, ancora una volta e non perchè mi piaccia giocare a fare la Cassandra, gettare acqua sul fuoco di possibili entusiasmi, se mai questa ipotesi, buttata lì dal Sole24ore, dovesse realizzarsi.

Prima di tutto deve essere chiaro che lo sdoppiamento della banca in una bad e una good avrebbe una sola giustificazione: tutta intera non se la vuole prendere nessuno.
E questa non è una buona notizia.

Secondariamente suggerisco di confrontare questa ipotesi con il punto 3 delle raccomandazioni, da me più volte postate, della Commissione Europea in materia di bail-in, quando ancora manchino le leggi nazionali a regolare la materia (si veda l'allegato qui sotto).

A mio avviso la somiglianza tra i 2 casi è evidente.
In altre parole: se si procedesse in tal modo sembrerebbe logico attendersi che i subs debbano finire nella bad bank.

E tuttavia non si possono certo esprimere delle certezze al riguardo.

Morale: gli ottimisti inguaribili, fautori della "soluzione sistemica all'italiana" (leggi: tarallucci e vino...) rimarranno convinti che i subs finiranno nella good bank; i prudenti, che non amano gli azzardi, staranno alla finestra, temendo che i subs finiscano nella bad bank.:specchio:

Siamo sempre al punto di partenza....:specchio:


come sempre Rott e' avanti a tutti :bow::bow:


da dire pero' che dalle indiscrezione che stanno uscendo su banca marche. Al momento non si parla di intervento dello stato con soldi pubblici.

Bensi si parla di FITD in cui le varie banche consociate versano dei soldi. Quindi soldi privati.

Se lo stato non entra non vedo perche' si debbano attuare le regole sui salvataggi fatti con i soldi pubblici. La soluzione sarebbe si di sistema, ma gestita privatamente e dovendo quindi sottostare a la normale legislazione.
 
L' assemblea straordinaria dei soci di Tercas del 29/07/2014, Cassa di Risparmio della provincia di Teramo spa, ha approvato a maggioranza il passaggio dell’intero capitale sociale alla Banca Popolare di Bari. All’assemblea, convocata dal commissario straordinario Riccardo Sora e tenutasi nell’aula magna dell’Università di Teramo, hanno partecipato 88 soci aventi diritto al voto, dei quali 31 si sono espressi favorevolmente alla proposta e tra questi il determinante 65% del capitale rappresentato dalla Fondazione Tercas.
L’operazione si è svolta attraverso la cosiddetta esclusione del diritto di opzione, attraverso l’azzeramento del capitale sociale di 50 mln di euro della Tercas con annullamento di tutte le azioni e la ricostituzione di un nuovo capitale sociale per 230 mln di euro, attraverso la totale sottoscrizione da parte della Bpop di Bari, previo l’ulteriore versamento da parte del Fondo Interbancario di Garanzia di un contributo a fondo perduto di 265 mln di euro. Si tratta, per ammontare, del secondo più importante intervento di questo Fondo nel soccorso a una banca, dopo quello del 1988 di allora 650 miliardi di lire in favore della Cassa di Risparmio di Prato.


Qui la Commissione Europea non ha mai messo bocca, ho cercato parecchio e non ne trovo traccia, perchè dovrebbe farlo per BDM?
 

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