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IL BLITZ DI MANCINI: FONDAZIONE MPS CAMBIA GOVERNANCE, E LA POLITICA PERDE LA BANCA: AVRÀ “SOLO” METÀ DEI POSTI IN CDA
C.Per. per "Il Sole 24 Ore"
La nuova governance della Fondazione Mps è pronta. Se i malumori della politica locale non freneranno il cambiamento in atto, la partita ingaggiata nei mesi scorsi dal presidente Gabriello Mancini si appresta a entrare nella fase finale. Lo statuto, riscritto in linea con la Carta dell'Acri, sarà infatti votato oggi dall'organo d'indirizzo (deputazione generale) della Fondazione.
Le poltrone scendono da 16 a 14: la metà di competenza degli Enti locali (quattro al Comune di Siena, due alla Provincia e una alla Regione Toscana); una nomina ciascuno all'Ateneo senese, all'Università per stranieri, alla Curia, alla Consulta del volontariato e alla Camera di commercio; due posti, infine, saranno riservati a un'istituzione nazionale e a una internazionale.
Dopo l'approvazione, lo statuto passerà al vaglio del ministero dell'Economia, che in questi mesi ha comunque accompagnato il lavoro della Fondazione. L'iter dovrebbe concludersi entro maggio, per consentire a Mancini d'inviare le lettere di fine mandato ai nuovi referenti istituzionali, in vista delle nomine previste due mesi dopo. Contro questa prospettiva , a Siena, continua la protesta di chi vorrebbe aspettare l'insediamento del nuovo consiglio comunale e la nomina del sindaco (l'Amministrazione è commissariata e a fine maggio ci sono le elezioni).
Il fronte degli avversari di quello che qualcuno definisce il "blitz di Mancini" è trasversale. Ma difficilmente prevarrà. Il cambiamento è imposto dai numeri (impietosi) e dal fallimento della classe di governo locale, a dispetto del quale conservare l'anomalia senese non sembra proprio più possibile. Così, per la prima volta dalla nascita della Fondazione, nel 1995, la politica non avrà il controllo diretto del maggior azionista di Banca Mps. Una svolta non banale.