Ciao AMG,
ricordo bene i tuoi post e la tua view in merito ai sub bancari, dove, come ripetuto più volte, sei fuori (tranne rare eccezioni).
Tralasciando gli aspetti normativi e le aree grigie che si sono formate in merito a queste nuove politiche mi piacerebbe analizzare con te un solo punto: il quando.
Sono completamente d'accordo che ha poco senso criticare questo aberrante procedimento, ma, se si decide ancora di investire in questo ampio mondo, è importante capire il meccanismo e regolarsi di conseguenza.
Fino ad ora, nei casi degli ultimi anni, la procedura del bail in, ha sempre coinvolto in primo ordine azionisti e in secondo luogo obbligazionisti junior. Gli obbligazionisti senior sono sempre stati tutelati.
Quello che Rott ha sollevato nei suoi ultimi interventi, prevede una rivoluzione, andando a modificare (anche solo parzialmente) i procedimenti precedenti.
Sia in SNS, che in Bes, si è seguito un procedimento univoco e per certi versi razionale.
In SNS sono state espropriate sia le azioni che tutte le obbligazioni subordinate. In Bes le azioni e i sub sono stati inseriti all'interno di una bad bank in liquidazione.
In tutti questi casi, chi ha investito in titoli di rischio, ha perso almeno quanto chi ha investito in titoli ibridi.
Ipotizzando che si realizzasse il nuovo scenario descritto da Rott, i sub sarebbero convertiti in equity (o addirittura azzerati), qualora il capitale della banca dovesse scendere al di sotto di un certo livello e la banca non sia in grado di riportarlo al minimo richiesto. La cosa a mio avviso importante è che PRIMA di un intervento pubblico si potrebbero attuare tali provvedimenti.
La mia prima domanda quindi è spontanea: se davvero si arrivasse alla realizzazione di questo "diabolico piano" che senso avrebbe continuare a investire in tali strumenti? Non sarebbe più interessante andare direttamente sull'equity?
- In caso positivo avresti un ritorno decisamente più interessante
- In caso negativo non rischieresti l'azzeramento.
Ma fino ad ora (fortunatamente) tutto questo non si è ancora realizzato.
Tornando alla mia domanda iniziale, il quando, vorrei capire il timing di ingresso e di uscita, dato la recente violenza dei movimenti e dato che, personalmente, non mi aspetto di rivedere uno scenario come quello visto durante la grande crisi del debito.
Tutte queste nuove normative, hanno portato il mercato a non volersi assumere alcun rischio e a muoversi nel seguente modo:
- Fintanto che un emittente è considerato solido, i rendimenti dei suoi sub sono "ridicoli".
- Appena un emittente "traballa" e viene a trovarsi in una situazione di difficoltà (possa essere anche temporanea), il mercato vende, come se non ci fosse domani.
Il caso RZB - RBI, attuale ora, ne è esempio lampante.
Banca in difficoltà (nessuno riesce a quantificare oggettivamente quanto in difficoltà), management nebuloso (per fare un complimento), mercato che bastona sonoramente.
RZB può essere un'opportunità incredibile; se dovesse risolvere anche parzialmente i problemi, oppure completare un ADC i corsi dei suoi titoli tornerebbero ai loro valori precedenti (immagino io repentinamente e senza una salita costante)
Eppure, giustamente, nessuno prende una posizione, e chi ha una posizione sul titolo, pensa più a vendere che a incrementare.
Banca delle Marche è un altro esempio, completamente diverso dal precedente, che può descrivere il quadro attuale. Se il percorso intrapreso viene completato, i bond si troveranno in un giorno 30 figure più in alto. Se salta tutto,
.
Per RZB - RBI, sarebbe quasi stato meglio non passare gli stress test ad Ottobre; le misure che avrebbero adottato di irrobustimento del capitale le avrebbero permesso di non trovarsi ora in questa situazione, o di fronteggiarla con più respiro.
MPS è l'esempio di quanto sopra detto. Buchi enormi, non passa stress test, annuncia ADC (non ancora quantificato) e i suoi sub stanno cmq a rendimenti ridicoli.