Obbligazioni perpetue e subordinate Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sulle obbligazioni perpetue... - Cap. 3

Nessun matto.:)

Per poter usare un super bazooka bisogna dire che le cose non funzionano come si vorrebbe (altrimenti MD non avrebbe avuto la maggioranza necessitata in Consiglio per poter usare la super arma).
Se la Borsa guarda il bazooka sale, se guarda le motivazioni addotte per utilizzarlo scende.

Devo ammetterere che nonostante tutto il super rafforzamento del dollaro non mi è chiarissimo...:titanic:

Detto questo, la politica monetaria da sempre ha un corto respiro, aver delegato tutto allo stampaggio e a San MD è pericoloso.
La politica monetaria non può far tanto, è la politica fiscale (in carico ai Governi) l'unico vero strumento che può far da volano all'economia.

Prima della conference si ragionava di interventi a sostegno dell'economia: di colpo oggi eminenti economisti (ne ho sentito uno stasera in TV, che mi ha fatto cascare le braccia...) si lamentano perchè Draghi non risolve tutto da sè...

Domanda: se il Dax ha perso più di 2 punti percentuali dopo un bazooka, cosa avrebbe dovuto perdere, se avesse usato una pistola ad acqua?

Quanto poi allo strabismo della Borsa, che citi, mi chiedo cosa si aspettassero i signori che la condizionano. Forse avrebbero voluto vedere Draghi che sfoderava il bazooka, ma intravedeva, a breve, un futuro radioso per l'Europa?
Faccio veramente fatica a trovare la minima logica nel comportamento odierno dei "signori della Borsa"...:wall:
 
Anche le ultime ore del vecchio management sono state difficili. L’altro giorno si è saputo che lo scorso 15 gennaio la Bce ha respinto la richiesta di Banca Carige di autorizzare il riacquisto parziale dell'obbligazione subordinata "Banca Carige 8,338% perpetuo Tier 1", un bond subordinato da 160 milioni di euro emesso nel 2008 e per il quale è già stato sospeso il pagamento della cedola.
Il diniego, spiega il bilancio di Banca Carige, è collegato alla mancanza delle "condizioni previste dalla vigente normativa per la connessa riduzione dei fondi propri". Il bond subordinato quota a attorno a 63, dopo aver toccato un minimo di 59 in occasione dell'annuncio della richiesta della Bce di predisporre un nuovo piano industriale e un nuovo 'funding plan'. Lo scorso 12 novembre Banca Carige aveva dato conto del fatto che, a seguito della decisione della Bce di inibire alla banca il pagamento delle cedole, il bond subordinato non avrebbe pagato la cedola prevista per il 4 dicembre 2015.Vicenda quest’ultima che Repubblica aveva raccontato.

Mi era sfuggita se era già stata pubblicata.
 
Fubon supporta Highfields nel caso in cui Delta Lloyd
19 min fa
AMSTERDAM (REUTERS) - Fubon Life Insurance supporta Highfields Capital nel suo caso contro Delta Lloyd con la Camera Enterprise di Amsterdam. Delta Lloyd, che ha riferito Giovedi.

Azionista di maggioranza Highfields vuole che i soci di Delta Lloyd, che il voto di blocco sulla questione diritti proposto dell'assicuratore. Secondo l'investitore esagera Delta Lloyd sono problemi finanziari e non hanno bisogno di capitale. Highfields ha quindi proposto un ricorso dinanzi alla Camera del Tribunale di Amsterdam Enterprise.

Questo caso è affrontato Lunedi 14 marzo. L'assemblea dei soci è di 16 marzo sul programma.

Fubon che, secondo il registro della AFM 5,2 per cento delle azioni Delta Lloyd possedute, ha presentato una memoria con la Camera Enterprise che la richiesta è supportata un'indagine e immediato sollievo. L'assicuratore non ha presentato una richiesta comune, in base alla Delta Lloyd.


in effetti sono gli ultimi ad essere entrati e ad averci messo cash giusto un anno fa... ci sta che siano contrariati: ma l'aumento di capitale serve davvero, e credo che la Corte Olandese non bloccherà la votazione del 16.03.


Prima della conference si ragionava di interventi a sostegno dell'economia: di colpo oggi eminenti economisti (ne ho sentito uno stasera in TV, che mi ha fatto cascare le braccia...) si lamentano perchè Draghi non risolve tutto da sè...

Domanda: se il Dax ha perso più di 2 punti percentuali dopo un bazooka, cosa avrebbe dovuto perdere, se avesse usato una pistola ad acqua?

Quanto poi allo strabismo della Borsa, che citi, mi chiedo cosa si aspettassero i signori che la condizionano. Forse avrebbero voluto vedere Draghi che sfoderava il bazooka, ma intravedeva, a breve, un futuro radioso per l'Europa?
Faccio veramente fatica a trovare la minima logica nel comportamento odierno dei "signori della Borsa"...:wall:

ma infatti! Hai perfettamente ragione. Per me Draghi ha fatto una gran bella mossa, i mercati europei spesso lo capiscono a scoppio ritardato.
 
Dico la mia verità: secondo me ci si aspettava un taglio maggiore dei tassi (da qui la forza dell'euro)
In molti avevano coperto gli short per evitare di rimanere corti su draghi. Dopo la conferenza hanno potuto riaprire le posizioni ribassiste.
Ricordiamo che da gennaio il mood è profondamente cambiato, abiruiamoci per un po' ad avere un bias ribassista
 
Clericetti da "La Repubblica":

Draghi e la sfida alla Bundesbank


Stavolta la Bce ha persino superato le aspettative dei mercati, che ipotizzavano sì alcune delle decisioni prese, ma non tutte insieme e comunque in misura minore. La sorpresa si è subito riflessa sull'andamento delle Borse, che sono partite a razzo. Ma poi, in un tempo brevissimo, i mercati "si sono girati" e quasi tutti sono andati in rosso, alcuni neppure di poco (Francoforte -2,3, Londra -1,78, Parigi -1,7). E' vero che nel frattempo anche i mercati americani andavano giù, e si sa che questo influenza quelli europei. Ma un cambiamento di rotta così repentino e così consistente non può certo essere attribuito solo a quel fattore.

Le spiegazioni plausibili sono varie, e tra quelle di cui si è parlato la più probabile sembra quella secondo cui i mercati, dopo una fiammata iniziale di entusiasmo, pensandoci bene hanno deciso che se il bazooka era stato caricato al massimo significa che l'andamento dell'economia preoccupa assai più di quando non si fosse dato a vedere.

Le decisioni della Bce, in effetti, appaiono dettate dalla disperazione. Il QE finora ha clamorosamente fallito entrambi i suoi obiettivi principali, riportare l'inflazione verso il 2% e indebolire il cambio dell'euro. I prezzi continuano a rallentare e soprattutto le aspettative dei mercati sul futuro, ricavabili dai tassi forward, li vedono evolversi più lontani di prima dall'obiettivo. Il cambio con il dollaro è inchiodato al livello (1,09-1,12) che era stato raggiunto quando i mercati avevano scontato in anticipo le mosse della banca centrale. Che effetto può avere una dose maggiore della stessa medicina? Poco o niente è la risposta più probabile, e dev'essere quella che si sono data i mercati.

Intendiamoci, il QE almeno un effetto positivo ce l'ha, quello di ridurre il costo di finanziamento dei debiti pubblici grazie ai tassi di mercato ai minimi storici e per buona parte addirittura sotto zero (secondo JP Morgan, sono quasi 2.000 miliardi i titoli pubblici europei di durata superiore a un anno con rendimenti negativi). Ma anche questa medaglia ha il suo rovescio, ed è quello di ridurre gli utili delle banche, dei Fondi pensione e insomma dei grandi investitori istituzionali.

Ed è soprattutto questo rovescio che vedono i tedeschi, oltre ad essere nemici giurati di queste politiche che ritengono inutili, pericolose e quindi dannose, e che avevano alzato un fuoco di sbarramento preventivo sull'eventualità che la Bce prendesse queste decisioni. Che invece non solo sono state prese, ma, come si diceva, in quantità e qualità tali che nessuno aveva previsto.

Come reagiranno i tedeschi? Perché qualche reazione c'è sicuramente da aspettarsela. Ritenteranno il ricorso alla loro Corte costituzionale? E' possibile, ed è anche possibile che questa volta la Corte non si rivolga a quella europea, come ha fatto in precedenza, ma affermi che queste decisioni sono tali da mettere in pericolo la stabilità della Germania, con conseguenze imprevedibili. Non bisogna dimenticare che già una volta i tedeschi hanno fatto saltare un accordo internazionale con questa motivazione, che, secondo la loro Costituzione, prevale su ogni altra cosa. Ci riferiamo alla crisi dello Sme dell'autunno '92, quando la Bundesbank si rifiutò di continuare ad intervenire per difendere la parità di quelle monete che avevano raggiunto il limite della banda di oscillazione. Gli accordi dello Sme prevedevano che in questi casi le banche centrali fossero tenute ad "interventi illimitati". La Germania disse "nein" e lo Sme saltò. Stavolta a saltare sarebbe l'euro, e quella del '92 sembrerebbe una passeggiata.

Questa è la posta e Draghi, di cui tutto si può dire meno che sia uno sprovveduto, ha probabilmente chiesto e ottenuto un via libera politico preventivo da Angela Merkel. Basterà? Forse. Abbiamo detto più volte che la Bundesbank è anti-euro, e non è isolata in questa sua posizione. La vicenda greca ha mostrato che il ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble, non è affatto convinto che l'euro sia "irreversibile", come Draghi ha più volte sostenuto: quantomeno, non per tutti i paesi che l'hanno adottato. Infatti aveva proposto alla Grecia una "uscita temporanea". Ma se l'euro non fosse irreversibile per tutti, significherebbe che si possono riaprire le scommesse speculative, attaccando i debiti pubblici degli Stati più deboli. Che questo basti a farli uscire dall'euro non è detto, ma che ci sarebbero danni enormi per quei paesi è sicuro.

Se il fronte guidato da Jens Weidmann, il presidente della Bundesbank, e quello che fa capo a Schäuble si saldano, Merkel avrà la forza sufficiente per tenerli a bada? Ancora una volta: forse. E forse no.

Che cosa dobbiamo sperare? Certo, una rottura "disordinata" dell'euro provocherebbe un caos sui mercati, e potremmo vedercela molto brutta. Ma è anche vero che, se per una ipotesi al momento del tutto teorica, decidessimo unilateralmente di uscire dall'euro, saremmo soggetti a ricatti sul modello di quelli subiti dalla Grecia quando ha provato a mettere in discussione la politica imposta dall'Europa. Se invece la rottura fosse provocata dalla Germania non ci troveremmo in quella situazione. Potrebbe essere la strada migliore, per quanto pericolosa e dolorosa, per uscire da quella trappola insensata che è diventata l'Unione. Va a finire che ci conviene fare il tifo per l'odioso Weidmann.

In tutto questo una cosa sola è sicura: se non c'è ancora, conviene preparare di corsa il famoso "Piano B". La situazione è tutt'altro che stabile
 
Phastidio.net di Mario Seminerio
ANDRÀ MOLTO PEGGIO, PRIMA DI ANDARE MEGLIO
Sic transit bazooka mundi
Pubblicato il 10 marzo 2016 in Economia & Mercato/Unione Europea
Ogni cosa bella o presunta tale ha un termine, cioè arriva a scadenza. Per i più tecnici, il gioco è bello quando dura poco e comunque sin quando non arrivano i rendimenti decrescenti. Che poi è quello che plasticamente è accaduto oggi a Mario Draghi ed al suo annuncio di ulteriore allentamento non convenzionale della politica monetaria della Bce. Ancora una volta, come sempre più spesso accade nel loro attuale mood, i mercati hanno festeggiato salvo poi impiantarsi ed invertire brutalmente la marcia di fronte ad una frase di puro commonsense di Draghi.


In rapido dettaglio: il tasso di rifinanziamento marginale (MRO, Main Refinancing Operation), cioè il tasso chiave a cui la Bce presta alle banche commerciali dell’Eurozona, scende a zero, da 0,05%. Cambia poco ma si conferma, come ha suggerito lo stesso Draghi, che le banche possono continuare a contare sui rubinetti apertissimi di Francoforte per far fronte agli importanti rimborsi di bond bancari previsti per i prossimi mesi ed anni e contrastare la “volatilità”. Bene per le italiane ma anche per qualche tedesca.

Il tasso sui depositi liberi delle banche presso la Bce scende a meno 0,40%, con un taglio di altri 10 centesimi. Questo sarebbe il “veleno” che rischia di intossicare le banche, come noto. Come antidoto, Draghi ha creato le TLTRO 2, operazioni di credito “mirato” alle banche commerciali che concederanno credito all’economia in misura superiore al precedente giro di prestiti finanziati con strumento analogo dalla Bce. La cosa sfiziosa, di questa pozione-antidoto contro i tassi negativi, è che si parte con le banche che pagano zero ma, se aumentano la richiesta di fondi, il tasso diventa negativo e può raggiungere il valore pari a quello dei depositi, oggi cioè meno 0,40%.

In soldoni, e semplificando, le banche vengono pagate per fare credito. Ganzo!, direte voi. Beh, si e no. Se il cavallo non beve, cioè se le aziende non chiedono credito, le banche non hanno modo di concederlo. Cioè si rischia di spingere su una stringa. A meno di spingersi a offrirlo, a condizioni stracciate, a debitori rischiosi. In tal caso, aumentiamo il rischio di trovarci, in futuro, con un portafoglio crediti ammalorati e sofferenti.

Che altro? La Bce comprerà 80 miliardi al mese, in luogo di 60, aggiungendo ai titoli di stato anche obbligazioni societarie (corporate) non bancarie. Interessante esperimento, indurrà un ribilanciamento di portafoglio a favore delle obbligazioni corporate di rischio non elevato (infatti è stato messo il limite dell’investment grade) ma questo al limite servirà per i paesi che hanno grandi e medi corporate che possono emettere debito per le finalità più disparate ma non per paesi come l’Italia, che hanno una prevalente popolazione aziendale di nani e micro-nani che faticano anche ad emettere dei mini-bond.

Ma che è accaduto in conferenza stampa, che ha finito con lo schiantare i mercati azionari e fare invertire violentemente la marcia all’euro, che sino a quel momento era in forte deprezzamento contro dollaro? Nulla di particolare, solo che Draghi ha detto una cosa di puro buonsenso:

«Questo significa che possiamo andare all’ingiù quanto vogliamo [sui tassi] senza avere conseguenze sul sistema bancario? La risposta è no»

Tradotto: è pur sempre veleno, non possiamo intossicare le banche. E comunque restano strumenti non convenzionali non legati ai tassi d’interesse. Un secondo dopo che Draghi ha pronunciato quella frase, l’euro è partito a razzo, manco i tassi fossero stati alzati, le borse hanno picchiato, i rendimenti sono aumentati. Fine di una ruvida giornata.

Che dire, quindi? Che la politica monetaria ha o dovrebbe aver finito, e che i mercati sono e restano isterici e pronti a vedere sconquassi dietro ogni angolo di strada. Servirà pensare ad altro, non prima di aver dato merito a Draghi di averci salvato le terga sin qui. O forse di aver perpetuato la torsione e distorsione dei fondamentali, secondo qualcuno (ma non secondo chi scrive).
 
Nessun matto.:)

Per poter usare un super bazooka bisogna dire che le cose non funzionano come si vorrebbe (altrimenti MD non avrebbe avuto la maggioranza necessitata in Consiglio per poter usare la super arma).
Se la Borsa guarda il bazooka sale, se guarda le motivazioni addotte per utilizzarlo scende.

Devo ammetterere che nonostante tutto il super rafforzamento del dollaro non mi è chiarissimo...:titanic:

Detto questo, la politica monetaria da sempre ha un corto respiro, aver delegato tutto allo stampaggio e a San MD è pericoloso.
La politica monetaria non può far tanto, è la politica fiscale (in carico ai Governi) l'unico vero strumento che può far da volano all'economia.

Però su un punto bisognerebbe mettersi d'accordo.
Per giorni tutti gli espertoni hanno speso parole su parole per evidenziare il rischio concreto che Drgahi deludesse i mercati perchè le aspettative erano troppo alte e le "armi" a disposizione troppo limitate.
Poi succede che il Governatore spiazza tutti mettendo in campo qualcosa di inimmaginabile e spingendosi ancora più in là sottolineando espressamente che in caso di ulteriore necessità veranno adottate nuove misure non convenzionali.
Che la situazione europea non sia delle migliori è evidente (un po' per problemi strutturali e un po' perchè indotta da fattori, veri o presunti, esogeni), ma tutto il resto... per favore... un minimo di equilibrio e di obiettività... :rolleyes:
 

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