Obbligazioni perpetue e subordinate Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sulle obbligazioni perpetue... - Cap. 3

si dà avvio alle danze , grazie alla mente assai contorta di Cameron & C.........by... by.... Union Jack ...
  • ha deciso: via dall'Ue. Una decisione che spacca l'Europa, ma che potrebbe avere risultati ancora più nefasti: la disgregazione del Regno Unito stesso, lacerato dai sentimenti pro o contro Unione che ora potrebbero esplodere in nuove richieste di referendum, indipendenza o secessione. Le prime richieste sono già arrivate, a caldo, dalla Scozia e anche dall'Irlanda del Nord.

    Edimburgo: "Ora un nuovo referendum". Paradossale la situazione della Scozia, che fa parte del Regno Unito insieme a Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord e dove proprio oggi arriva il candidato repubblicano alla Casa Bianca, Donald Trump. Due anni fa, al referendum indipendentista lanciato dall'allora premier nazionalista Alex Salmond, ha votato contro l'addio a Londra. Ora, nonostante ieri tutti le 32 circoscrizioni abbiano scelto in blocco l'Europa e Bruxelles, si ritrova fuori dall'Unione, contro la sua volontà popolare. Dopo la notizia della vittoria del Brexit, Salmond in un'intervista a ITV ha subito accennato un altro referendum di indipendenza da Londra "nel giro di due anni", la cui richiesta scatterà appena il successore del premier britannico David Cameron, che si è dimesso, inizierà i negoziati con Bruxelles per uscire definitivamente dall'Unione. "Noi vogliamo rimanere in Europa", ha detto l'ex primo ministro, "anche se questo non significherà che adotteremo l'euro". E dal suo partito, lo Scottish National Party, filtra "che bisognerà trovare qualche meccanismo per preservare il nostro rapporto con Bruxelles".
 
Ultima modifica:
Per gli estimatori della SRlev 9% segnalo 22k in offerta a 103 su Euronext. Io mi sono già rifocillato questa mattina a 102 (grazioso omaggio dello sciagurato Cameron).


Ops...spariti, ma ce n'è ancora a 102,5.
 
si però in £....
con effetto valuta $ o euro o paniere forse non fanno tanto bene nemmeno loro...

chiedo scusa per la non risposta, non avevo comunque prezzi operativi.
Oggi ho operato sull'azionario. Penso che sui bond le occasioni migliori saranno fra qualche tempo, se la sterlina crollerà davvero (intendo in area 0.9-1 contro euro)
 
Banca intesa che perde oltre il 20% non potevo astenermi ..........in questi frangenti è più forte di me.
Mi rendo conto che forse è prematuro acquistare ma non riesco ad essere freddo e calcolatore
 
Certo che queste consultazioni rivolte al popolo......mi ricordano tanto quelle della rivoluzione francese........quando ,sotto altra forma, chiedevano al popolo se volevano tagliare la testa ai reali oppure ...no
Il popolo è sempre sovrano, ma spesso è anche bue. Criminali tipo Hitler o Stalin senza un popolo bue non avrebbero fatto quello che hanno fatto. E speriamo che adesso i nazionalismi si limitino a mere questioni economiche. D'altronde la triste realtà è questa, come insegna Cetto Laqualunque basta proporre "più pelo per tutti" e il popolo ti ama. Poi se al posto del pelo nei fatti arriva il cetriolo...beh, se ne rendono conto tutti solo a posteriori.

ps: il bello è poi notare che uno dei motivi che hanno portato alla brexit è il problema dell'immigrazione. Ma 30 anni fa gli immigrati qua da noi erano una mosca rara, mentre Londra era già affollata da pakistani/indiani/keniani ecc ecc provenienti in gran parte dalle ex colonie. In pratica la solita storia del bue che da del cornuto all'asino.
 
e oggi 1/5 della capitalizzazione delle ns banche e' andata a farsi fottere....pazienza si faranno altri aumenti di capitale .... finché gli azionisti avranno ancora denari da metterci dentro,..
 
STIAMO CALMI
Non ci sarà overshooting.
Se nel cuore della notte sentiamo strani rumori in casa e scopriamo che è entrato un ladro che ha in mano un coltello abbiamo diritto, in molti sistemi legislativi, solo a una reazione proporzionata. Non possiamo aprire il fuoco o tirare una bomba. Se lo facciamo andremo incontro a seri guai giudiziari. Di fronte a Brexit le banche centrali permetteranno ai mercati solo una reazione proporzionata all’evento, non di più. Va quindi bene prezzare una sterlina più debole e un po’ meno crescita nel Regno Unito. Non va invece bene lasciarsi andare a voli pindarici e prezzare una recessione europea o globale, il crollo dell’euro e del renminbi, la deglobalizzazione universale, il ritorno in grande stile al nazionalismo e la fine dell’occidente. Se ci sarà recessione (ipotesi ancora improbabile) la prezzeremo al suo effettivo eventuale realizzarsi, non prima. Un passo alla volta, per favore. Sono mesi che le banche centrali si preparano all’ipotesi di Brexit, ma alla fine, a parte gli interventi di sostegno sui mercati, non sarà necessario fare molto. Alla sterlina saranno sufficienti line swap di dollari ed euro in modo da evitare un deprezzamento eccessivo. Il punto su cui ci si concentrerà sarà il mantenimento della stabilità dei cambi che regna da febbraio. Si cercherà in ogni modo, e al momento ci si sta già riuscendo benissimo, di evitare che il dollaro si rafforzi e buchi stabilmente 1.10. L’Europa non ha bisogno di un euro più debole. In compenso l’America e la Cina non si possono permettere un dollaro più forte. Quanto alle borse, la cosa migliore per calmare gli animi è di lasciarle scendere velocemente al minimo e poi riportarle lentamente a metà strada tra i massimi sconsiderati raggiunti poco dopo la chiusura dei seggi inglesi e i minimi. Magari nei prossimi giorni si tornerà a scendere, ma l’importante è evitare le resse all’uscita, ovvero il panico. Adottando ufficialmente la teoria della stagnazione secolare (guarda caso pochi giorni prima del referendum) la Fed, che ancora a gennaio accarezzava l’idea di quattro rialzi entro dicembre, ha proiettato sul lungo periodo il regime di tassi straordinariamente bassi e offerto dunque una solida rete di protezione alle borse. L’obiettivo, come minimo, è quello di arrivare tranquilli alle presidenziali di novembre e togliere a Trump l’opportunità di sfruttare un crollo di borsa estivo che non ci sarà. Settimanale di strategia 2 STIAMO CALMI Si potrà obiettare che tutto questo incanalare e sorvegliare i mercati li rende sempre più artificiali e quindi vulnerabili a una rottura violenta. In teoria è vero, ma i valori espressi da questi mercati sorvegliati non sono particolarmente distorti se contestualizzati nei tempi che corrono. Siamo pur sempre in un mondo che cresce poco, ma cresce. L’inflazione, dal canto suo, riesce sempre a rimanere bassa senza però trasformarsi in deflazione. Brexit non cambierà questi due dati di fondo. È inutile nascondere che l’anello più vulnerabile a Brexit è l’Italia. Per questo è particolarmente positivo che il movimento politico che ha vinto le elezioni amministrative abbia corretto il tiro, proprio nelle ultime ore, sulla sua linea europea, prendendo le distanze da Farage. In conclusione Brexit, per quanto evento di portata potenzialmente storica, non sarà in grado da sola di mettere in discussione l’assetto globale. Affermare che questo è l’inizio della fine del progetto europeo è assolutamente prematuro. Può darsi anzi, lo vedremo già domenica in Spagna, che guardare negli occhi la possibile dissoluzione dell’Europa induca l’opinione pubblica continentale a contenere la sua frustrazione e a posizionarsi razionalmente, soprattutto se le elites politiche sapranno fare altrettanto. Non siamo quindi venditori di azioni, siamo semmai alla ricerca di occasioni interessanti per comprare, distribuendo gli acquisti nell’arco delle prossime settimane.
Alessandro Fugnoli
 
STIAMO CALMI
Non ci sarà overshooting.
Se nel cuore della notte sentiamo strani rumori in casa e scopriamo che è entrato un ladro che ha in mano un coltello abbiamo diritto, in molti sistemi legislativi, solo a una reazione proporzionata. Non possiamo aprire il fuoco o tirare una bomba. Se lo facciamo andremo incontro a seri guai giudiziari. Di fronte a Brexit le banche centrali permetteranno ai mercati solo una reazione proporzionata all’evento, non di più. Va quindi bene prezzare una sterlina più debole e un po’ meno crescita nel Regno Unito. Non va invece bene lasciarsi andare a voli pindarici e prezzare una recessione europea o globale, il crollo dell’euro e del renminbi, la deglobalizzazione universale, il ritorno in grande stile al nazionalismo e la fine dell’occidente. Se ci sarà recessione (ipotesi ancora improbabile) la prezzeremo al suo effettivo eventuale realizzarsi, non prima. Un passo alla volta, per favore. Sono mesi che le banche centrali si preparano all’ipotesi di Brexit, ma alla fine, a parte gli interventi di sostegno sui mercati, non sarà necessario fare molto. Alla sterlina saranno sufficienti line swap di dollari ed euro in modo da evitare un deprezzamento eccessivo. Il punto su cui ci si concentrerà sarà il mantenimento della stabilità dei cambi che regna da febbraio. Si cercherà in ogni modo, e al momento ci si sta già riuscendo benissimo, di evitare che il dollaro si rafforzi e buchi stabilmente 1.10. L’Europa non ha bisogno di un euro più debole. In compenso l’America e la Cina non si possono permettere un dollaro più forte. Quanto alle borse, la cosa migliore per calmare gli animi è di lasciarle scendere velocemente al minimo e poi riportarle lentamente a metà strada tra i massimi sconsiderati raggiunti poco dopo la chiusura dei seggi inglesi e i minimi. Magari nei prossimi giorni si tornerà a scendere, ma l’importante è evitare le resse all’uscita, ovvero il panico. Adottando ufficialmente la teoria della stagnazione secolare (guarda caso pochi giorni prima del referendum) la Fed, che ancora a gennaio accarezzava l’idea di quattro rialzi entro dicembre, ha proiettato sul lungo periodo il regime di tassi straordinariamente bassi e offerto dunque una solida rete di protezione alle borse. L’obiettivo, come minimo, è quello di arrivare tranquilli alle presidenziali di novembre e togliere a Trump l’opportunità di sfruttare un crollo di borsa estivo che non ci sarà. Settimanale di strategia 2 STIAMO CALMI Si potrà obiettare che tutto questo incanalare e sorvegliare i mercati li rende sempre più artificiali e quindi vulnerabili a una rottura violenta. In teoria è vero, ma i valori espressi da questi mercati sorvegliati non sono particolarmente distorti se contestualizzati nei tempi che corrono. Siamo pur sempre in un mondo che cresce poco, ma cresce. L’inflazione, dal canto suo, riesce sempre a rimanere bassa senza però trasformarsi in deflazione. Brexit non cambierà questi due dati di fondo. È inutile nascondere che l’anello più vulnerabile a Brexit è l’Italia. Per questo è particolarmente positivo che il movimento politico che ha vinto le elezioni amministrative abbia corretto il tiro, proprio nelle ultime ore, sulla sua linea europea, prendendo le distanze da Farage. In conclusione Brexit, per quanto evento di portata potenzialmente storica, non sarà in grado da sola di mettere in discussione l’assetto globale. Affermare che questo è l’inizio della fine del progetto europeo è assolutamente prematuro. Può darsi anzi, lo vedremo già domenica in Spagna, che guardare negli occhi la possibile dissoluzione dell’Europa induca l’opinione pubblica continentale a contenere la sua frustrazione e a posizionarsi razionalmente, soprattutto se le elites politiche sapranno fare altrettanto. Non siamo quindi venditori di azioni, siamo semmai alla ricerca di occasioni interessanti per comprare, distribuendo gli acquisti nell’arco delle prossime settimane.
Alessandro Fugnoli


Se non sbaglio il buon Fugnoli parlava nel dic scorso del solito è scontato rimbalzo di inizio anno o al massimo inizio primavera 2016...... comunque e sempre piacevole leggerlo quando non si ha niente da fare
 

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